Se i derivati cacciati dalla porta torneranno attraverso la finestra di Copenaghen

Maurizio Stefanini

Nel 2008, dopo la grande crisi economica che i derivati avevano provocato, il governo Usa e le istituzioni europee si misero d'accordo per mettere questi strumenti finanziari sotto controllo. Sarà attraverso l'ecologia e Copenaghen che i futures cacciati dalla porta torneranno per la finestra? Il mercato delle emissioni in italiano, l'Emission Trading è noto in inglese anche come “Cap and Trade”.

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    Nel 2008, dopo la grande crisi economica che i derivati avevano provocato, il governo Usa e le istituzioni europee si misero d'accordo per mettere questi strumenti finanziari sotto controllo. Sarà attraverso l'ecologia e Copenaghen che i futures cacciati dalla porta torneranno per la finestra?
    Il mercato delle emissioni in italiano, l'Emission Trading è noto in inglese anche come “Cap and Trade”. Cap, letteralmente, è il limite massimo di emissioni inquinanti che un'autorità centrale assegna a ogni singola impresa: in modo che il totale non ecceda l'obiettivo fissato. Questi “permessi di inquinamento”, però, possono essere commerciati: “Trade”. Ovvero, chi riesce a dotarsi di tecnologie che inquinano di meno può rivendere i permessi non utilizzati a chi ha bisogno di inquinare più di quanto concesso. Oppure, si può compensare il maggior inquinamento con un tipo di attività che si presume possa bilanciare le emissioni prodotte: ad esempio, piantare alberi, o aiutare a salvaguardare un'area boschiva. Ma la Land Rover ha invece fornito cucine meno inquinanti in aree rurali dell'Uganda.

    Di tutte queste attività compensative si può fare mercato.
    Nell'Unione europea, in particolare, è stata la direttiva 2003/87 a prevedere che dal primo gennaio 2005 le imprese operanti nei settori di energia, siderurgia, minerali, ceramica e carta non potessero più emettere gas a effetto serra oltre a una prefissata quota di Co2 stabilita entro il successivo 28 febbraio. Dunque, o attraverso le attività compensative e l'acquisto di quote si riesce a “restituire” le emissioni dell'anno precedente; o si paga un'ammenda fissata per il primo triennio in 40 euro a tonnellata, e elevata poi a 100 euro. E altri mercati di emissione esistono in Nuova Zelanda, nello Stato australiano del Nuovo Galles del Sud e in Canada.
    Quanto agli Stati Uniti, è lì che il modello è stato pensato, ed è pure lì che si è creata nel 2003 a Chicago la prima Borsa delle Emissioni: la Chicago Climate Exchange. Lavora però in gran parte sui diritti di emissione extra-Usa. In patria, infatti, l'unico mercato nazionale è limitato alle piogge acide, in base a una legge del 1990. Ci sono poi iniziative locali sui composti organici volatili (Illinois); sul biossido di carbonio (New York e altri nove Stati del nord-est); sui gas serra in generale (sette Stati Usa e quattro province canadesi). Solo la California ha però dal 2007 uno schema globale, del tipo di quello che su pressione di Barack Obama è ora in discussione al Senato di Washington, dopo essere stato già approvato dalla Camera dei Rappresentanti a giugno. E che potrebbe creare un mercato stimato tra i 300 e i 2000 miliardi di dollari.

    La lobby industriale ha fatto in questi anni ostruzionismo
    contro una ratifica del protocollo di Kyoto che avrebbe imposto l'adozione di un tale strumento già in contemporanea all'Europa: qualche stima ha previsto riduzioni dei profitti fino al 45 per cento. Ma la lobby bancaria sta invece spingendo in favore, nella speranza di farci sopra soldi a palate.
    Ma le banche, appunto, in questo momento sono anche più impopolari degli inquinatori. E di fronte all'idea da loro manifestata di trattare anche i diritti di emissione a colpi di futures, options e swaps, il progetto di legge già approvato alla Camera vieterebbe l'applicazione dei derivati a questo particolare mercato. Dunque, la principale battaglia al Senato in questo momento è proprio su questa proibizione. Le banche starebbero facendo lobby a colpi di centinaia di milioni, e si prevede che lo scontro potrebbe andare avanti anche per un intero anno.

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