C'era un Romano in Cina
L'ultima volta era stato avvistato alla stazione di Bologna, da solo, in una grandiosa imitazione di Corrado Guzzanti: “Mi fermo dietro la sua bella linea gialla e aspetto, passan dei bei giorni, con la sua bella coerenza, non mi muovo, non faccio polemiche”. Si susseguono le stagioni, la pioggia, la neve, il caldo, le rane, i piccioni, i teppisti che lo incendiano, ma Romano Prodi non strilla, perché è una persona seria e perché “c'è la sua bella combustione da fare”.
L'ultima volta era stato avvistato alla stazione di Bologna, da solo, in una grandiosa imitazione di Corrado Guzzanti: “Mi fermo dietro la sua bella linea gialla e aspetto, passan dei bei giorni, con la sua bella coerenza, non mi muovo, non faccio polemiche”. Si susseguono le stagioni, la pioggia, la neve, il caldo, le rane, i piccioni, i teppisti che lo incendiano, ma Romano Prodi non strilla, perché è una persona seria e perché “c'è la sua bella combustione da fare”. Sa che alla fine andranno tutti da lui (quelli che gli votarono la sfiducia), gli chiederanno perdono, lo chiameranno “Sire”, lui dirà: “Inginocchiatevi”, e allora zac, si vendicherà, ferocissimo. Dopo lo spettacolo di Guzzanti, una nuova sparizione.
Ora rispunta come commentatore alla televisione cinese. Sembra un'altra parodia, invece è vero: Romano Prodi parlerà di politica internazionale alla tivù di stato in Cina, dove va spesso come gradito ospite e conferenziere, dove firma autografi ed è una specie di idolo europeo (anche se con troppi fratelli, in Cina non glieli avrebbero permessi). Piacciono, oltre all'autorevolezza e alla preparazione, la postura composta, lo sguardo, il sorriso a occhi socchiusi che cita quello cinese e l'impossibilità ormai mitologica di scandire le frasi, vezzo asiatico per eccellenza. Sarà un grande successo, senza dubbio: la presenza di Romano Prodi opinionista potrebbe anzi essere l'inizio di un nuovo modo di fare televisione anche in Cina (un po' come l'avvento della tivù commerciale in Italia, un momento epico). Ma soprattutto è la dimostrazione del teorema Guzzanti: “Con la sua bella calma” Romano Prodi è avanti anni luce rispetto ai colleghi, mentre aspetta, dietro la sua bella linea gialla, la resa dei conti.
E' l'unico che è andato seriamente all'estero: Walter Veltroni parla da anni di quei luoghi del cuore in cui prima o poi dovrà tornare, mentre scrive romanzi, presenta libri e passeggia, ma è Prodi che è andato davvero in Africa per l'Onu e che se ne occupa, presiedendo una missione di peacekeeping. Piero Fassino non ha avuto un successone nell'amata Birmania, mentre Prodi in Cina è, da anni, come George Clooney sul lago di Como. Gli altri parlano, scrivono, si lamentano, minacciano partenze, lui tace, prepara gli interventi e parte. Gli altri a poco a poco invecchiano, capelli bianchi, doppi menti, occhi spenti, lui è sempre identico: “Io son sempre uguale, sono l'unico leader europeo senza metabolismo”, dice il Prodi di Corrado Guzzanti (“sì, vado in bicicletta, ma in realtà sono fermo”). E allora non sembra più tanto folle quando dice: “Alla fine dovran tornare qui da me”.
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