Schwarzenegger e l'effetto Serra
Un americano di origine austriaca governatore della California, prima potenza economica regionale degli Stati Uniti; un brasiliano di origine calabrese governatore di San Paolo, prima potenza economica regionale del Brasile. Il primo è partito dalla destra, ma poi si è fatto apprezzare da ecologisti e liberal. Il secondo fu invece un leader studentesco di sinistra che dovette andare in esilio durante il regime militare, ma è diventato poi un affermato politico del centro-destra.
Un americano di origine austriaca governatore della California, prima potenza economica regionale degli Stati Uniti; un brasiliano di origine calabrese governatore di San Paolo, prima potenza economica regionale del Brasile. Il primo è partito dalla destra, ma poi si è fatto apprezzare da ecologisti e liberal per il modo in cui ha messo il suo Stato all'avanguardia nella legislazione per combattere il riscaldamento climatico, al punto da essere ormai considerato dall'Amministrazione Obama un importante punto di riferimento. Il secondo fu invece un leader studentesco di sinistra che dovette andare in esilio durante il regime militare, ma è diventato poi un affermato politico del centro-destra. José Serra, è questo il nome di quest'ultimo, ha in più che quasi certamente sarà il prossimo presidente del Brasile: Lula per la legge elettorale non potrà ricandidarsi per una terza volta di fila, e tutti i sondaggi danno il governatore di San Paolo largamente in testa, rispetto alla non irresistibile delfina dello stesso Lula, Dilma Roussef.
Arnold Schwarzenegger, questo è il nome dell'altro personaggio di cui stiamo parlando, presidente degli Stati Uniti non potrà invece diventarlo mai, per quell'articolo due che impone come requisito non solo la cittadinanza, ma anche la nascita nel territorio nazionale. In compenso, è illustrato da una gloria pregressa, cinematografica e anche culturistica. Diversi, speculari e convergenti, Schwarzenegger e Serra hanno però stabilito un proprio particolare asse contro l'effetto serra, scusate il bisticcio. Ed è un asse, quello tra governatori, che rinnova quell'altro asse che a difesa del biotanolo avevano stabilito i due presidenti: quello di destra George W. Bush e quello di sinistra Lula. Lula lo faceva perché da tempo l'agroindustria brasiliana ha elevato il carburante dalla canna da zucchero a proprio cavallo da battaglia, per risolvere le crisi di sovrapproduzione aiutando nel contempo a risolvere lo storico handicap energetico del Paese.
George W. Bush, già considerato da molti l'uomo dei petrolieri texani, aveva invece l'obiettivo geopolitico di porre termine all'arma del ricatto petrolifero, da troppo tempo e da troppi agitata contro gli Usa. Ma ciò è bastato per squalificare all'improvviso il biocarburante agli occhi di molta sinistra: senza che peraltro in campo eco scettico si sia smesso di considerare l'idea una tipica fumisteria ecologista. Proprio contro questa convergenza di fuoco da 360 gradi Serra si è recato a Copenaghen: a difendere il bioetanolo come alternativa ecologica alla benzina, sia come governatore dello Stato che ne ha la produzione maggiore; sia come successore in pectore del presidente attuale, quasi a voler confermare la continuità attraverso i vari governi di una linea che fu a suo tempo elaborata dal regime militare, e che ha avuto una delle sua massimi artefici quando è stata ministro dell'Energia proprio nella ex-guerrigliera contro quel regime Dilma Roussef. Ma anche Schwarzenegger sul bioetanolo la pensa allo stesso modo, e per difenderlo si è recato a Capenaghen. Come preannunciato, i due si sono incontrati martedì nella capitale danese, organizzando un evento in comune. “Sono venuto in Danimarca a far sapere che lo Stato di San Paolo vuole essere parte della soluzione e che spera che i capi di Stato qui riuniti possano fare lo stesso”, ha spiegato Serra. “I governi del mondo da soli non possono fare progressi senza l'aiuto di tutti i cittadini a livello nazionale”, è stata la ricetta dell'ex Terminator.
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