Il Nuovo Cinema Mancuso non è solo in edicola ma anche on line

Nicoletta Tiliacos

Mancusiani (nel senso di Mariarosa) di tutto il mondo, esultate. E' in edicola il nuovissimo Baedeker del cinefilo: “Nuovo cinema Mancuso. Un anno in sala con la criticona” (5,90 euro, 205 pagine, in vendita con il Foglio). Formato allungato e copertina antipioggia come ogni guida che si rispetti, centocinquantotto recensioni di film servite con contorno di Popcorn (così si intitolano i commenti scoppiettanti che ogni settimana, sul Foglio, addestrano il lettore a spericolate contaminazioni e a imprevedibili divagazioni cinemesche).

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    Mancusiani (nel senso di Mariarosa) di tutto il mondo, esultate. E' in edicola il nuovissimo Baedeker del cinefilo: “Nuovo cinema Mancuso. Un anno in sala con la criticona” (5,90 euro, 205 pagine, in vendita con il Foglio). Formato allungato e copertina antipioggia come ogni guida che si rispetti, centocinquantotto recensioni di film servite con contorno di Popcorn (così si intitolano i commenti scoppiettanti che ogni settimana, sul Foglio, addestrano il lettore a spericolate contaminazioni e a imprevedibili divagazioni cinemesche). Centocinquantotto recensioni scandite dalle illustrazioni di Vincino e dal calendario del cine-dipendente: dal settembre 2008 del festival di Venezia all'agosto 2009 di quello di Lugano, passando per Roma, Torino, Sundance, Berlino, Tribeca… E se il critico televisivo del Corriere della Sera, Aldo Grasso, nella prefazione spiega che Mariarosa è il suo Cidierre (critico di riferimento), perché maestra assoluta nell'arte di “fosforeggiare, luciferare, stordire, nel suggerire ciò che altrimenti non si vedrebbe”, la giornalista di Repubblica Laura Laurenzi la trova meravigliosamente “spietata, asciutta, fornita di una dote  rarissima, soprattutto nei recensori, come il senso dell'umorismo.

    E' sempre dalla parte degli spettatori, capace di una miracolosa capacità di sintesi.
    Che cosa pretendere di più, da un critico cinematografico?”. Estimatore della criticona è anche Enzo Golino, critico letterario e giornalista dell'Espresso. Dice al Foglio che per lui  leggere Mariarosa Mancuso “è come andare al cinema. La sua è la perfetta recensione sostitutiva, tant'è che verrebbe la tentazione, ogni volta, di fare buio nella stanza e di lasciare una sola luce a illuminare la pagina”. Un altro fan della Mancuso, il giornalista del Corriere Pierluigi Battista, invece, legge con attenzione le sue recensioni prima e dopo il film: “Prima, perché sono una guida curiosa, mai autoriale o sapienziale, e predispongono alla giusta dose di aspettativa. Dopo, perché mi piace confrontare le impressioni e i giudizi, e mi aiutano a ripensare ai particolari più nascosti del film”. Tra i frequentatori più fedeli del Nuovo Cinema Mancuso non manca Carlo Freccero, presidente di Raisat: “Quelle recensioni mi predispongono al ‘corpo a corpo' col film. Mariarosa Mancuso è la perfetta compagna di viaggio, anche quando non sono d'accordo con quello che dice, perché mi aiuta a costruirmi la mia lettura, sia pure per contrasto. Ed è unica la sua attenzione per due aspetti che dalla nostra critica sono trascurati: la sceneggiatura, prima di tutto – in fondo è naturale, per una come lei, che è anche critica letteraria – e gli attori”.

    Sono molte, insomma, le buone ragioni per darsi appuntamento al Nuovo Cinema Mancuso.
    Un fan club su Facebook ne enumera alcune, senza paura di sfiorare il culto della personalità. Mariarosa Mancuso è definita “il miglior critico cinematografico italiano. L'unica giornalista che quando un film è un cagata pazzesca, te lo dice senza peli sulla lingua. Implacabile fustigatrice di Venerati Maestri. Memorabili le sue recensioni di film festivalieri, coreani, iraniani e thailandesi”. Spigolando tra i commenti, la parola più usata è “grazie”: “Ancora un grazie a Mariarosa per avermi fatto scoprire ‘I love Radio Rock'. Uno dei film più belli dell'anno!”; “Little Miss Sunshine è uno dei film più divertenti che abbia mai visto… grazias Mariarosa!”. Un sentito “grazie” arriva anche dal giornalista Edoardo Camurri, che non solo ha aderito al fan club dedicato a Mariarosa, ma non esita a definirsi Mancuso-dipendente: “Dopo averla conosciuta  non sono stato più lo stesso spettatore”.

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