Le cose davvero utili, come i soldi per risanare un organo in Valbrevenna

Giuliano Ferrara

Al direttore - Mi sostituisco inopportunamente a lei nel dare risposta ai due quesiti di Giorgio Abbadessa. Penso che lei abbia studiato economia nel Grande libro della natura (umana). Il mio dubbio è che Galileo sosteneva genericamente che era scritto in matematica, la qualcosa, pur essendo econometrista, mi ha sempre turbato, data la difficoltà di descrivere con questo linguaggio il principale animale della Terra.

    Al direttore - Mi sostituisco inopportunamente a lei nel dare risposta ai due quesiti di Giorgio Abbadessa. Penso che lei abbia studiato economia nel Grande libro della natura (umana). Il mio dubbio è che Galileo sosteneva genericamente che era scritto in matematica, la qualcosa, pur essendo econometrista, mi ha sempre turbato, data la difficoltà di descrivere con questo linguaggio il principale animale della Terra. Il fedele lettore può trovare una via di mezzo tra linguaggio formale e comune leggendo il libro di testo del Nobel Paul Samuelson (19 edizioni!), recentemente scomparso. Se vuole prepararsi a questa lettura impegnativa gli suggerisco, superando come si è soliti fare nel Bel paese il conflitto di interessi, il mio “Gli enigmi dell'economia” (Luiss University Press). Auguri.
        Paolo Savona

    In realtà come discente ho fatto di meno di quel che lei gentilmente dice in risposta alla curiosità di Abbadessa (il Foglio, 24 dicembre): studiai Marx, e come usava allora anche Smith, Ricardo e i Fisiocratici e altro, attraverso i volumoni di Rosdolski, i saggi di Colletti e Napoleoni, anche gli articoli di Baran e Sweezy, altra letteratura universitaria. E imparai poco l'economia, un poco la filosofia l'antropologia e la storia dello spirito tedesco nel Diciannovesimo secolo. Magari avessi studiato la natura! Rimedierò con i suoi enigmi.

    Al direttore
    - “Non dimentichiamo mai che il vero cantiere della pace e della guerra siamo noi nel piccolo ambito dei nostri rapporti quotidiani. Noi, come membri della specie umana, non siamo in condizione di continuare il nostro percorso storico se non confrontandoci con la presenza dell'Altro in quanto tale”. Ernesto Balducci “Il maestro disse al discepolo: ti preoccupi troppo di ciò che era e di ciò che sarà! Il passato è storia, il futuro è un mistero; ma oggi è un dono: per questo si chiama presente”. Kung fu Panda Cartoon. Auguri. Marco Carrai, via Web

    Al direttore - Leggendo la recensione delle messe di Langone, ho notato un contrasto stridente: una chiesa di Milano spende 500 mila euro per un organo nuovo, pur avendone uno funzionante e di pregio. Io sono fabbricere di una chiesa in Valbrevenna, sull'Appennino ligure e a noi ne servirebbero 17 mila per rimettere a posto un Locatelli del 1898. In due anni, abbiamo raccolto poco meno di tremila euro. Certo, noi abbiamo solo quindici anime. Ma Dio per dieci giusti non avrebbe distrutto Sodoma, quindici anime invece devono stare senza la musica di un bell'organo a canne. E per fortuna non abbiamo neanche le chitarre. La saluto e la ringrazio. Matteo Muzio, via Web

    Apro una sottoscrizione mettendo a vostra disposizione mille euro. Altri tredici innamorati dell'organo a canne, e la cosa è fatta. Comunicatemi un luogo per versamenti. Grazie.

    Al direttore -
    Credo che la situazione iraniana meriti un commento. Lo scontro aperto tra il regime e grandi fette di popolazione si sta intensificando: i numerosi morti di oggi sono il segno che il regime sente il pericolo della fine imminente e spara sulla folla per intimidirla. Un altro segnale, altrettanto importante ma che non ho trovato (forse non l'ho cercato bene) in nessuna notizia pubblicata in Italia, è che gli sgherri del regime ieri sono giunti a togliere la parola a Khatami (vedi video sulla Cnn e il filmato su YouTube). Dario Gragnani, via Web

    La cosa interessante e che dà speranza è la divisione del regime, che lascia aperta la rivolta. Non sempre è Tian An Men.

    Al direttore -
    Non c'è niente di preparato in questa breve lettera, niente di retorico ma cercherò soltanto di esprimere i sentimenti di profonda stima, accresciutasi negli anni come fedele suo lettore. Abito in un paese dell'entroterra siciliano, un piccolo comune di 1.000 abitanti di cui sono stato anche sindaco. Provengo da una famiglia di lavoratori, mio padre faceva il muratore e mia madre la casalinga, da ragazzino che frequentava le elementari avevo la passione di leggere: la Domenica del Corriere ed Epoca e tanti altri giornali, fortunatamente il mio piccolo paese ha avuto da più di 60 anni una edicola ben fornita. Mi ricordo che una volta chiesi dei soldi a mio padre per comprarmi un fumetto e lui mi rispose che mi avrebbe dato i soldi per comprarmi non il fumetto ma bensì il Corriere dei Piccoli, siamo alla fine dei Sessanta. Negli anni non ho mai mancato di recarmi in edicola per comprare il giornale, è diventato il mio pane quotidiano. Naturalmente non manca mai il suo Foglio, dove ritrovo il piacere di leggere un giornale. Lei forse si chiederà il perché le sto scrivendo tutto questo. A essere sincero non saprei cosa risponderle, so soltanto che sentivo di scriverle. Grazie per l'opportunità, suo fedele lettore. Lillo Giacomarra, via Web

    A lei molte grazie.

    Al direttore - Cerco sempre di leggere i suoi articoli anche se devo dare fondo al mio modesto vocabolario on line. Però il “Dadone” da lei nominato, nell'articolo “il vero Lerner” di giovedì 24/12, ha mandato in tilt anche wikipedia. Dunque “Dadone da Pombia (… – 998) fu conte di Pombia tra il 973 ed il 998 … Dadone, morto nel 998, non potrà assistere all'ascesa del figlio”; è di questo che lei sta parlando? E nell'articolo, “il vero Lerner”, allude alla impossibilità di Gad di succedergli? Le chiedo scusa per la mia pochezza; arrancando, ci provo. Dino Rondina, via Web

    Lei mi prende in giro benevolmente, di ciò la ringrazio: Dadone è solo il nomignolo di Gad secondo suo padre Moshè.

    Al direttore -
    Se lo lasci dire: che bello il suo articolo del 24 dicembre. E' un ribollire di pensieri ed emozioni dove amicizia, identità e idee si mescolano dando Senso alla realtà. Affermando “quanta inimicizia possa contenere un'amicizia” ha dato parola a mie esperienze, illuminandole. Intrigante la spiegazione del tentativo di affrancamento dalla Colpa originaria e dell'orgoglio fondato sull'abbandono della casa del padre. Considero il Suo articolo un bel regalo di Natale: grazie! Fabio Galimberti, via Web

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.