No, viaggiare

Annalena Benini

Dopo l'attentato di Natale sul volo Delta da parte del giovane e depresso, sessualmente frustrato terrorista islamico, sugli aerei diretti in America non si può più andare in bagno a sessanta minuti dall'atterraggio. Né dormicchiare sotto una coperta. Se anche si riuscisse a usare la toilette sessantun minuti prima dell'arrivo, da lì in poi il pensiero del divieto di alzarsi provocherà crampi, parti prematuri, appendiciti acute a tutti i viaggiatori.

    Dopo l'attentato di Natale sul volo Delta da parte del giovane e depresso, sessualmente frustrato terrorista islamico, sugli aerei diretti in America non si può più andare in bagno a sessanta minuti dall'atterraggio. Né dormicchiare sotto una coperta. Se anche si riuscisse a usare la toilette sessantun minuti prima dell'arrivo, da lì in poi il pensiero del divieto di alzarsi provocherà crampi, parti prematuri, appendiciti acute a tutti i viaggiatori. E, per via delle coperte negate, principi di assideramento psicologico. Meglio restare a casa, meglio prendere il pullman per qualche comoda gita di un giorno. Il Natale a New York o a Beverly Hills o a Miami, il panettone formato vera vacanza è rovinato per sempre, finalmente. Si impone il frugalismo, non per gli effetti della crisi economica e nemmeno per una botta di sobrietà, piuttosto per l'incubo di arrivare in aeroporto con nove ore di anticipo (in verità tre, ma gli ansiosi sono abituati a triplicare), lasciarsi annusare dai cani e spogliare dalle guardie: le ragazze ormai si sono attrezzate e non fanno più un check-in senza biancheria da spogliarello, gli uomini stanno attenti ai buchi nei calzini, che però si autogenerano all'improvviso, un secondo prima che lo sceriffo dell'aria imponga di togliere le scarpe. In generale tutti i turisti del mondo ancora si ostinano a portare le forbicine e litri di balsamo, per il piacere di raccontare agli amici che sono stati costretti ad aprire il beauty case davanti a un terribile cane lupo.

    Ora è tutto ancora più complicato e il massimo oggetto del desiderio è il full body scan, una macchina che controlla il corpo come fosse un bagaglio a mano, ma viola la privacy perché mostra sullo schermo le tristi nudità, quindi se si è mangiato troppo a Natale si vede la pancia, se si ci si è appena rifatte il seno si capisce benissimo (in quel caso il volo è sconsigliato anche per altri motivi: la protesi è a rischio esplosione e si penserebbe a un attentato, si verrebbe subito buttate giù dall'aereo). Meglio, se proprio si vuole partire, andare in visita ai parenti in Sicilia, meglio prendere il treno e portarsi i panini, meglio di tutto barricarsi in casa e andare al cinema di pomeriggio.

    Breve elenco delle solite cose insopportabili dei grandi voli vacanzieri: quelli che si lamentano della perdita delle valigie, quelli che si lamentano delle lunghe attese in aeroporto, quelli che si lamentano del jet lag anche un mese dopo il ritorno al paesello, quelli che si lamentano di tutta la gente che, nonostante la crisi, stava partendo per le Maldive, quelli che si lamentano dell'umiliazione del palpeggiamento al check-in e quelle che si lamentano di non essere state palpeggiate nemmeno in quel frangente.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.