Come polverinizzare il Lazio
Loretta Napoleoni vive a Londra ma su Facebook, dove ha circa 600 fan, le hanno detto che deve assolutamente diventare presidente della regione Lazio. In quanto esperta di finanza e di terrorismo. Ma soprattutto molto progressista. Così progressista e attenta alla realtà non immediatamente visibile da non avere mai creduto alla balla della minaccia del terrorismo islamico, né a quella dei benefici della caduta del Muro di Berlino e della diffusione della democrazia, ma nemmeno alla possibilità di convivere serenamente con la globalizzazione, che anzi favorisce il crimine organizzato.
Loretta Napoleoni vive a Londra ma su Facebook, dove ha circa 600 fan, le hanno detto che deve assolutamente diventare presidente della regione Lazio. In quanto esperta di finanza e di terrorismo. Ma soprattutto molto progressista. Così progressista e attenta alla realtà non immediatamente visibile da non avere mai creduto alla balla della minaccia del terrorismo islamico, né a quella dei benefici della caduta del Muro di Berlino e della diffusione della democrazia, ma nemmeno alla possibilità di convivere serenamente con la globalizzazione, che anzi favorisce il crimine organizzato, mentre il problema del clima, a differenza del terrorismo, è assolutamente reale e urgente: nei prossimi cinquant'anni, se non investiamo nelle energie alternative, “rischiamo di non avere più abbastanza idrocarburi per vivere”. Loretta Napoleoni pensa che l'Amministrazione Bush abbia sopravvalutato, fortificato, alimentato il terrorismo, l'ha scritto in tutti i suoi libri, l'ha detto in ogni intervista, l'ha ribadito sull'Unità e su Internazionale, sul Guardian, sul Monde, sul País: “La guerra contro al Qaida è stata una follia economica. Ed è all'origine dei mali economici dell'occidente di oggi”.
Insomma, se non si fosse cercato di rispondere agli attacchi terroristici adesso saremmo ricchi, felici e comunque sicuri perché, come ha scritto Loretta in “I numeri del terrore” (edizioni Il Saggiatore), ma anche in “Economia canaglia”, in “Terrorismo Spa” e nell'ultimo libro “La morsa” (sottotitolo: “Distratti da al Qaida, derubati da Wall Street, come ne usciamo? Le vere ragioni della crisi mondiale”), negli anni Settanta la minaccia terroristica era molto più reale di adesso: ora ci troviamo di fronte a “fantasmi” e a bugie dei governanti che fanno leva sulla nostra paura e ci fanno credere che un terrorista islamico potrebbe tentare di farsi esplodere su un aereo Delta per Natale. Loretta Napoleoni ci insegna a non avere paura dei terroristi, ma piuttosto dei cambiamenti climatici e dei tremendi effetti della caduta del Muro di Berlino, che ha creato “grandi squilibri come l'ascesa degli oligarchi, l'impoverimento dei salari, il traffico delle schiave del sesso slave”, insomma di un'economia canaglia che non può più nemmeno essere riformata dall'interno, ma ha bisogno di una rivoluzione che sposti il nuovo mondo a oriente e che mobiliti la società civile.
Fortunatamente c'è Facebook, “uno strumento fantastico, profondamente democratico, che attiva un dibattito in parallelo”, ma anche il Festival della Letteratura di Mantova, la festa di Internazionale, momenti importanti in cui Loretta Napoleoni può spiegare come gira il mondo, e se vincerà le primarie nel Lazio e poi magari la presidenza (dicono che si sia già assai “polverinizzata”), spiegherà qual è il suo modello economico preferito, l'unico da salvare e da contrapporre a questa dannatissima globalizzazione occidentale: la finanza islamica. Modello virtuoso perché provvisto di principi etici da rispettare, cioè la sharia: non si può investire in alcolici, in prostituzione, il denaro non deve generare denaro e i rischi vanno condivisi. “La finanza islamica ci riporta ai principi fondamentali, quando l'economia non era canaglia”. Loretta Napoleoni, se diventerà governatore, proverà senz'altro ad applicare la legge coranica alla regione Lazio.
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