Così il Vaticano pressa il Ppe su gay e aborto

Paolo Rodari

La notizia è di ieri pomeriggio ed è destinata a fare parecchio rumore: il Vaticano fa pressing sui deputati del Partito popolare europeo per fermare la risoluzione sulle discriminazioni “in base all'orientamento sessuale e alla identità di genere” e la risoluzione sul “programma di azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo”. L'ha rivelato l'agenzia spagnola Efe, che ha avuto accesso a una lettera dell'8 gennaio, a firma del nunzio apostolico in Francia, monsignor Luigi Ventura, inviata ai 201 esponenti del Ppe.

    La notizia è di ieri pomeriggio ed è destinata a fare parecchio rumore: il Vaticano fa pressing sui deputati del Partito popolare europeo per fermare la risoluzione sulle discriminazioni “in base all'orientamento sessuale e alla identità di genere” e la risoluzione sul “programma di azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo”. L'ha rivelato l'agenzia spagnola Efe, che ha avuto accesso a una lettera dell'8 gennaio, a firma del nunzio apostolico in Francia, monsignor Luigi Ventura, inviata ai 201 esponenti del Ppe. Nel documento – a motivo del quale c'è già chi parla d'ingerenze vaticane nelle vicende europee – si partecipa “la preoccupazione della Santa Sede – è questa la parte che maggiormente ha dato fastidio, ndr – su due progetti di risoluzione, il cui testo è in aperta opposizione con la legge naturale e i valori promossi dalla chiesa cattolica”, motivo per cui “è necessario partecipare attivamente al voto”. Proprio questa mattina il Consiglio d'Europa ha dibattuto sul fascicolo delle discriminazioni su base sessuale, e ha rinviato ad aprile il voto sulla risoluzione e i 78 emendamenti.

    Se gli emendamenti non passeranno e il testo resterà “inaccettabile” – scrive monsignor Ventura –, i parlamentari “dovranno opporsi alla sua approvazione”. E raccomanda di rivolgersi a “Volontè, che coordina gli emendamenti in accordo con la posizione della Santa Sede”. Sono, infatti, a firma del deputato Udc, fresco di nomina a capogruppo del Ppe, la maggior parte degli emendamenti presentati alla risoluzione sulla discriminazione su base sessuale. Il testo prevede, tra l'altro, il riconoscimento legale alle coppie dello stesso sesso. Capitolo che la chiesa non vuole aprire, e su cui il nunzio ribadisce che nel diritto europeo “non esiste il ‘diritto' al matrimonio o all'unione di persone dello stesso sesso”. Quanto al secondo progetto, il nunzio esprime preoccupazione perché nel documento “si presenta l'aborto come un diritto della donna e come un metodo di pianificazione familiare” e chiede di sostenere gli emendamenti dei parlamentari Volontè e Marco Gatti. La lettera – secondo quanto rivelato da Efe – si sbilancerebbe inoltre a favore di Riccardo Ventre per il posto di giudice nel Tribunale europeo dei diritti umani, in rappresentanza dell'Italia.

    Infine, monsignor Ventura avrebbe indicato proprio Volontè per l'incarico di presidente del Ppe, cosa che si è realizzata. Il senatore Vannino Chiti ha espresso “incredulità, stupore, sincera amarezza” e ha annunciato la richiesta all'assemblea del Consiglio d'Europa di un “chiarimento istituzionale”. Il gesto inoltre, ha aggiunto, “non fa bene alla chiesa e non giova ai suoi rapporti con le istituzioni europee”. Il capogruppo della delegazione italiana, Luigi Vitali, si dichiara stupito per un'iniziativa di cui non era a conoscenza. È una cosa “imbarazzante” che comunque non rispecchierebbe l'andamento delle votazioni. “Sono basito e spero che il nunzio chiarisca” ha concluso. All'oscuro sembra essere anche il nunzio apostolico a Strasburgo monsignor Aldo Giordano. No comment invece da monsignor Ventura e dalla segreteria di stato vaticana. Ma la vicenda pare destinata a non finire qui.