Domenica al voto

Chi è la donna che potrebbe governare il Costa Rica

Simona Verrazzo

Al club dei paesi dell'America latina guidati (oggi o in passato) da una donna potrebbe aggiungersi il Costa Rica, dove domenica si vota per le presidenziali e le legislative. A contendersi il posto di capo di Stato sono in quattro. Laura Chinchilla Miranda, in testa ai sondaggi, mira a scalare l'ultimo gradino: dal 2006 al 2008 è stata primo vice-presidente. In lei sono riposte le speranze del Partido liberación nacional (Pln), di centro-sinistra, lo stesso del presidente in carica Óscar Arias Sánchez, premio Nobel per Pace del 1987.

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    Al club dei paesi dell'America latina guidati (oggi o in passato) da una donna potrebbe aggiungersi il Costa Rica, dove domenica si vota per le presidenziali e le legislative. A contendersi il posto di capo di stato sono in quattro. Laura Chinchilla Miranda, in testa ai sondaggi, mira a scalare l'ultimo gradino: dal 2006 al 2008 è stata primo vice-presidente. In lei sono riposte le speranze del Partido liberación nacional (Pln), di centro-sinistra, lo stesso del presidente in carica Óscar Arias Sánchez, premio Nobel per Pace del 1987.

    Per rimanere alla guida del Costa Rica il Pln scommette su di lei: bella presenza nonostante i cinquant'anni compiuti nel 2009, di professione politologa, nel suo CV vanta anche una collaborazione con il Programma per lo sviluppo Nazioni Unite (Undp). La sua forte personalità si è vista il 28 novembre in occasione della “Marcia della vita e della famiglia”, sostenuta dalla Chiesa cattolica, in cui 50.000 persone hanno manifestato contro l'aborto e i matrimoni omosessuali. La sua presenza, unico membro del Pln, ha suscitato stupore sia nella maggioranza sia nell'opposizione. Se venisse eletta con lei andrà al potere anche un pezzetto di Italia.

    Uno dei suoi due vice-presidenti è Alfio Piva Mesen, direttore generale dell'Istituto nazionale di biologia, il cui padre è emigrato da Ostiglia, in provincia di Mantova. L'ultimo sondaggio di Gallup attribuisce a Chinchilla il 41,9 per cento dei consensi, di pochissimo sopra a quel 40 per cento che le consentirebbe di non andare al ballottaggio. Il più temibile avversario è Otto Guevara Guth, candidato del partito di destra Libertarian movement (Lm), che si attesta al 22,9 per cento. Questa è la terza volta che tenta la strada della presidenza, corsa fallita nelle precedenti tornate del 2002 e del 2006. Il suo obiettivo, al momento, è non far raggiungere a Chinchilla la quota del 40 per cento, così da poter andare al secondo turno.

    Il terzo sfidante sarà determinate per le sorti dei due contendenti, perché uno punta alla vittoria già domenica e l'altro sogna il ballottaggio, ancora in data da definirsi. Ottón Solis Fallas, alla guida del centrista Partido acción ciudadana (Pac), si attesta al 19,9 per cento. Anche per lui questo è il terzo tentativo di essere eletto presidente. Ultimo candidato, in termini di consenso, è Luis Fishman Zonzinski, del Partido unidad social cristiana (Pusc), fermo al 5,7 per cento. Una percentuale bassa, ma che per Chinchilla potrebbe diventare un altro ago della bilancia se si dovesse andare al secondo turno.

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