Così in Ucraina ha vinto Yanukovich

Luigi De Biase

Da Donetsk per raggiungere la capitale dell'Ucraina, Kiev, bisogna attraversare mille chilometri di strade coperte di neve, ma il confine con la Russia è questione di poche ore. A prima vista, è identica a molte città dell'Europa orientale. Ci sono schiere di palazzi senza balconi, chiese ortodosse, giovani in fila negli uffici di cambio e donne sedute sui marciapiedi per vendere secchi di frutta. Ma la piana che la circonda, un bacino di terra nera e fertile, non è dimora di braccianti.

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    Donetsk (Ucraina). Da Donetsk per raggiungere la capitale dell'Ucraina, Kiev, bisogna attraversare mille chilometri di strade coperte di neve, ma il confine con la Russia è questione di poche ore. A prima vista, è identica a molte città dell'Europa orientale. Ci sono schiere di palazzi senza balconi, chiese ortodosse, giovani in fila negli uffici di cambio e donne sedute sui marciapiedi per vendere secchi di frutta. Ma la piana che la circonda, un bacino di terra nera e fertile, non è dimora di braccianti. E' un groviglio di miniere, ciminiere, gru, trivelle, scavatori, capannoni e fonderie. Qui gli ingegneri dell'Unione sovietica hanno costruito uno dei distretti industriali più importanti del vecchio impero: è un'industria decadente, perché la crisi economica scoppiata negli ultimi mesi ha svuotato fabbriche e officine. La grande maggioranza della popolazione parla russo e Vassily Stus, giovane direttore di donetsk.ua, l'unico sito internet della città che fornisce informazioni in lingua ucraina, dice che la vita può essere complicata per chi decide di restare. “Le autorità non fanno pressioni, ma neppure ci sostengono. Ormai i nostri lettori sono poche decine. Se andiamo avanti così, nessuno parlerà più ucraino a Donetsk”.

    Da queste parti è nato il Partito delle regioni di Viktor Yanukovich, l'uomo che domani potrebbe essere eletto presidente della Repubblica. Yanukovich ha chiuso il primo turno con il 35 per cento dei voti, mentre la rivale, Yulia Timoshenko, si è fermata al 25. I sondaggi non rivelano molto, in genere assegnano qualche punto in più all'uomo di Donetsk. Fra Yanukovich e questa città c'è un legame particolare: assomiglia a quello che unisce un clan al proprio comandante.

    Camminando per le strade di Donetsk, non è difficile trovare vecchi uomini che dicono di averlo conosciuto alle scuole elementari o quando lavorava per una compagnia di autobus. Yanukovich è uno del posto e tutti, qui, hanno la stessa opinione: è una persona rispettabile, merita la nostra fiducia, sarà lui a vincere le elezioni. La sua storia, in realtà, non è quella del candidato modello. E' stato il boss di una gang di criminali e ha passato tre anni in carcere per rapina, il che non gli ha impedito di entrare in politica. E' riuscito persino a vincere le elezioni, nel 2004, ma è stato costretto a lasciare per le accuse di brogli arrivate dal blocco filo occidentale di Timoshenko e dell'ex presidente, Viktor Yushenko. Timoshenko, che è premier in carica, va forte nelle province occidentali, ma molti non sono soddisfatti del suo lavoro al governo e anche Yushenko pare averle tolto il suo sostegno. “Yanukovich è considerato vicino al Cremlino – dice al Foglio Sergiy Shtukarin del Centro per gli studi politici di Donetsk – Ma il nostro paese si è allontanato dall'Europa quando comandavano Timoshenko e Yushchenko”.

    La sfida tra Yanukovich e Timoshenko è anche lo scontro tra due blocchi di oligarchi che gestiscono la maggior parte delle risorse economiche ucraine. Negli ultimi mesi, sostengono gli analisti più informati, gli industriali delle materie prime hanno deciso di sostenere la campagna di Timoshenko. E' gente come il magnate dell'acciaio Vitali Gaiduk, del gruppo Isd, o come il giovane Kostyantin Zhevago, che ha solo 36 anni ma è già l'azionista di riferimento di Ferrexport. Dalla parte di Yanukovich rimane Rinat Akhmetov, il presidente della squadra di calcio di Donetsk, lo Shakhtar. Le sue compagnie hanno costruito uno stadio moderno e alberghi a cinque stelle che sono vuoti per molti mesi all'anno. In città dicono che Donetsk non sarà più la stessa se Yanukovich diventerà presidente. Forse l'unica piazza a rimanere tale e quale sarà quella del municipio, con la grande statua di Lenin che guarda verso la pianura.

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