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Come fare paura con un po' di borotalco

Mariarosa Mancuso

Presto, un segretario galante. O una Signorina Cuorinfranti (copyright Nathanael West di “Il giorno della locusta”). Serve una “agony aunt” capace di rispondere a ogni assurdo quesito e dirimere ogni controversia. La domanda che ci tormenta, tra corteggiamento e galateo, l'abbiamo trovata in “Paranormal Activity”, il film dell'orrore costato 15 mila dollari e prontamente adottato da Steven Spielberg che vedendolo si spaventò parecchio e decise di distribuirlo nelle sale (dopo opportuno marketing virale e proiezioni notturne per gli studenti dei college).

    Presto, un segretario galante. O una Signorina Cuorinfranti (copyright Nathanael West di “Il giorno della locusta”). Serve una “agony aunt” capace di rispondere a ogni assurdo quesito e dirimere ogni controversia. La domanda che ci tormenta, tra corteggiamento e galateo, l'abbiamo trovata in “Paranormal Activity”, il film dell'orrore costato 15 mila dollari e prontamente adottato da Steven Spielberg che vedendolo si spaventò parecchio e decise di distribuirlo nelle sale (dopo opportuno marketing virale e proiezioni notturne per gli studenti dei college). Risultato: tra Stati Uniti e botteghino internazionale il film ha incassato 140 milioni di dollari, gareggiando in redditività con “Gola Profonda” e noi abbiamo un nuovo regista israeliano – si chiama Oren Peli – da tenere d'occhio.

    La domanda è la seguente: quando una ragazza che dall'età di otto anni sente attorno a sé rumori e rantoli (voci no, nella fattispecie) deve farsi coraggio e confessare le spiacevoli circostanze al fidanzato? Al primo appuntamento certamente no, sostiene lei, c'è il rischio che il corteggiatore scappi. Prima di andare a vivere insieme magari sì, sostiene lui. Ora infatti i piccioncini dividono una casetta a San Diego, California. E mai una notte che riescano a dormire sonni tranquilli. Avendo fatto cattive letture – ultima tra tutte “L'ospite” di Sarah Waters – in principio avevamo pensato a una casa stregata, del tipo che cerca di espellere gli inquilini poco graditi. O del tipo che – come accade nel “Giro di vite” di Henry James – forse risulta del tutto incolpevole, ma sconta la disgrazia di avere inquilini molto eccitabili.

    Invece del segretario galante entra si presenta un esperto in fenomeni soprannaturali, che spiega la differenza tra fantasmi e demoni. Viene inquadrato dal basso, tramite videocamera, mentre la fidanzata ansiosa fa domande e lo scettico fidanzato riprende la chiacchierata. Roba da dilettante, neanche particolamente dotato, ma qui sta il trucco: altre immagini nel film non si danno. Stufo di non riposare mai, il fidanzato punta la sensibilissima videocamera sul letto coniugale (e occasionalmente in cucina o in salotto). Così finalmente la coppia potrà scoprire cosa la tien desta.

    Non è un imperdibile capolavoro, ma un po' di paura “Paranormal Activity” la fa, usando mezzi che più rudimentali non si potrebbe. Da ombre sul muro della caverna, quando i cacciatori bivaccano attorno al fuoco. Già vedere i due che dormono sotto il lenzuolo, la porta che sbatte, la luce accesa all'improvviso nelle scale che conducono al piano di sotto, dove non dovrebbe esserci nessuno, basta per far scattare l'identificazione dello spettatore. Non vaghiamo nei cimiteri, non apriamo quelle porte, non diamo retta agli sconosciuti, non infiliamo nel videoregistratore cassette di provenienza incerta (che tenerezza, anche i film dell'orrore invecchiano) ma nel nostro letto a dormire ci torniamo ogni sera. Per la scena che fa saltare i nervi, l'unico effetto speciale consiste in una spruzzata di borotalco.