Dietro le risate una questione serissima

Bernard-Henri Lévy s'inchina al vero Botul, che però qui lo fa a pezzi

Marina Valensise

La gaffe c'è stata, è stata divertentissima, ha fatto morire dalle risate l'intera Francia, il Regno Unito e persino l'America e ha rischiato di lasciare tramortito un uomo di mondo come Bernard-Henri Lévy, che ha citato un filosofo sconosciuto, tal Jean-Baptiste Botul in realtà mai esistito. “Oggi – ha detto – apprendo che Botul non è mai esistito. E' un'invenzione di Fréderic Pages, che è un ottimo filosofo e ha scritto un libro fantastico. Perciò viva Botul e viva Pagès”

    La gaffe c'è stata, è stata divertentissima, ha fatto morire dalle risate l'intera Francia, il Regno Unito e persino l'America e ha rischiato di lasciare tramortito un uomo di mondo come Bernard-Henri Lévy, che l'ha commessa scivolando grossolanamente su una buccia di banana. L'ex nouveau philosophe, che da anni ci ha abituato alle sue intemerate in nome della verità, al dito puntato contro la pigrizia intellettuale e il pregiudizio, ha citato un filosofo sconosciuto, tal Jean-Baptiste Botul in realtà mai esistito, riprendendone un interessantissimo scritto, “La vita sessuale di Emanuele Kant”, che in realtà è una parodia filosofica pubblicata nel 1999 da un minuscolo editore, Mille et une nuits, e scritta da Fréderic Pagès, un ex professore di liceo dirazzato come editorialista del settimanale satirico, Le Canard Enchaîné. Preso in castagna da una redattrice del Nouvel Observateur, Aude Lancelin, che si è accorta della perla incastonata a pagina 122 del nuovo saggio, “De la guerre en philosophie”, oggi in uscita da Grasset,  BHL con le sue arie da dandy “donneur de leçons” è stato subito irriso nella blogosfera internazionale, da Charles Bremner di Times, a Ed Epstein di Vanity Fair.

    Ma siccome prima di essere un filosofo, è un gran signore, azionista con Eric de Rotschild e gli eredi di Carlo Caracciolo del quotidiano della gauche, Libération, e soprattutto è un gran mondano che non dimentica mai di esercitare, oltre al dandysmo, un certo gusto molto teatrale per la mise en scène (non per niente è da anni marito felice di Arielle Dombsale, la soubrette franco-americana cinquantenne eppure ancora in grado di deliziare coi suoi spogliarelli il pubblico del Crazy Horse), BHL si è infilato la solita camicia bianca alla d'Artagnan, lasciandola semiaperta sul nudo petto e glabro, per presentarsi in tv al Grand Journal di Michel Denisot su Canal + e col profilo giusto rivolto alle telecamere (credo sia il sinistro e chi lo conosce sa che su questo è intrattabile: preferirebbe morire piuttosto che farsi riprendere da destra) ha recitato il suo mea culpa. “E'un libro formidabile” ha detto BHL citando Botul. “Dimostra come sotto le apparenze di un filosofo rigorista, astratto e disincarnato, Kant in realtà fosse abitato dai suoi demoni e in balìa di vere tempeste interiori, nel senso in cui lo sarà anche Althusser”, (il filosofo marxista, che finì per strangolare la moglie). “Oggi – ha aggiunto BHL senza dar segni di resipiscenza – apprendo che Botul non è mai esistito. E' un'invenzione di Fréderic Pages, che è un ottimo filosofo e ha scritto un libro fantastico. Perciò viva Botul e viva Pagès”. Applausi a scena aperta.

    Fréderic Pagès, l'inventore di Botul, del botulismo e della vita sessuale di Kant, non ci poteva credere. Oggi sul Canard Enchaîné ringrazia BHL, confessando il suo imbarazzo davanti ai complimenti ricevuti da un filosofo che egli non ha mai preso sul serio. “BHL è abilissimo. Invece di ammettere ‘sono un porco scroccone', mi copre di complimenti che mi imbarazzano, perché ricevere un brevetto di filosofo da un filosofo come BHL è quasi un motivo di licenziamento al Canard enchainé”, dice Pagès al Foglio dando sfogo all'ilarità. Resta che l'essenza del riso nasconde una questione serissima. “Molti si domandano come lavori  BHL. Mettere Botul tra Aristotele e Heidegger fa venire le vertigini. Se con Aristotele ha lo stesso rigore filosofico che mostra di avere con Botul, siamo a posto”. Eppure, bastava un semplice clic su Wikipedia per capire che Botul era un filosofo inventato. Non una mistificazione, ma una parodia, frutto di un collettivo filosofico, e in circolazione da 11 anni, anche se il suo contenuto è serissimo”.
    Marina Valensisě