Marasma nel Pdl

Qua finisce che il Cav. diventa davvero liberal-maoista

Stefano Di Michele

Silvio, che rimembra ancora quando la beltà splendea negli occhi ridenti di Forza Italia, si annoia – pur restando, lo spazio per la noia, solo nelle poche ore libere che avanzano dalle incazzature per: a) lo stato di polizia; b) i giudici comunisti; c&d) Fini (doppia incazzatura); e&f&g) Forza Italia stessa (tripla incazzatura). Il disordine è grande sotto il cielo, ma la situazione per niente eccellente, essendo tale disordine marmorea pedanteria politicante.

    Silvio, che rimembra ancora quando la beltà splendea negli occhi ridenti di Forza Italia, si annoia – pur restando, lo spazio per la noia, solo nelle poche ore libere che avanzano dalle incazzature per: a) lo stato di polizia; b) i giudici comunisti; c&d) Fini (doppia incazzatura); e&f&g) Forza Italia stessa (tripla incazzatura). Il disordine è grande sotto il cielo, ma la situazione per niente eccellente, essendo tale disordine marmorea pedanteria politicante – e liti e ripicche, e gelosie e colpi bassi, e attese e pretese e mormorii, così che a momenti pure gli tocca faticare per mettere in lista un'igienista dentale, e dio solo, e i moderati innanzi tutto, sanno quanto una carie può essere più fastidiosa di una puntata di Annozero. Non capiscono.

    Ha la faccia annoiata, Silvio, un desiderio di caos negli occhi, una tentazione di cento fiori da far fiorire, rimettere mano alla follia di Erasmo, altro che cene al Museo d'arte moderna con l'intero attruppamento deputatesco – ché quelli già gli dormono sul pianerottolo di Palazzo Grazioli, figurarsi se deve pure andare a trovarli in giro: meglio l'aglio sulla bruschetta. Un vero peccato che Palazzo Chigi abbia dovuto smentire l'acquisto presidenziale del letto di Napoleone, ché non solo il manufatto gli sarebbe calzato a pennello in quanto a misura, ma dal punto di vista della metafora politica sarebbe stato opportuno e benemerito esborso – pur dovendo, di conseguenza, sistemare in altra magione la mobilia dell'amico Putin. E' un panorama affliggente, quello che Silvio scruta intorno, galletti che si atteggiano a possibili Metternich, voglia di ritorno alle parrucche incipriate, altro che rivoluzione liberale, intercettazioni che saranno pure una schifezza, ma pure una schifezza è quello che si sente nelle stesse.

    E così – vuoi per la coloritura tricologica della ministra, vuoi per la felice impresa di famiglia che ebbe a occuparsi di salmoni – risale la corrente fino a MVB, “l'esercito del bene contro il male”, che la forza sia con te!, e tanto per turbare il fastidioso gallinaio che lo assedia nella grande foto si è fatto ritrarre con il pugno levato in alto che manco Vendola, pugno che “vi spiezzo in due” – pure a voi coordinatori, che tocca a lui coordinarli sennò son dolori (trattasi di “pura fantasia”), ma Scajola non vuol lasciare la zona di Albenga orba di ministero, metti una candidata e ne salta un'altra, e sempre “meno male che Silvio c'è”, amen, ma il miracolo fu italiano e qui servirebbe planetario, si fatica a piazzare nel listarello pure la signorina Alessia Amore, che con tale aulico nome, con il nascente Partito dell'Amore, sarebbe felicissimo abbinamento. Intanto ritorna la Santanchè (ma perché?), mentre il movimento www.iostoconSilvio.it gli ha pure preparato “i nostri dieci comandamenti”, con tanto di foto di Silvio e di Sua Santità (sono due persone distinte), e sono davvero dieci come gli originali, e il primo recita: “Silvio Berlusconi è il più grande imprenditore e presidente del Consiglio della storia d'Italia”. Se non trova al più presto, in tanto mortifero caos, un predellino, Silvio può fare due cose: chiamare Bertolaso per lo sgombero delle macerie, o farsi maoista liberale fino in fondo, muovendo di persona all'assalto del quartier generale.