La dignità della persona umana al tempo delle regionali

Vescovi emiliani spiegano a vescovi italiani come difendere la vita nelle urne

Paolo Rodari

Mentre si avvicina il voto regionale, mentre la confusione regna nel Lazio dove, tra i tanti grattacapi, c'è anche quello di una chiesa ufficiale che ancora non ha detto nulla – e senz'altro non dirà nulla – in merito alla candidatura della radicale Emma Bonino, c'è una regione dove i vescovi e gli arcivescovi hanno deciso in qualche modo di uscire allo scoperto: l'Emilia Romagna.

    Mentre si avvicina il voto regionale, mentre la confusione regna nel Lazio dove, tra i tanti grattacapi, c'è anche quello di una chiesa ufficiale che ancora non ha detto nulla – e senz'altro non dirà nulla – in merito alla candidatura della radicale Emma Bonino, c'è una regione dove i vescovi e gli arcivescovi hanno deciso in qualche modo di uscire allo scoperto: l'Emilia Romagna. I presuli guidati dal cardinale arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, infatti, hanno abbandonato nelle scorse ore l'ecclesialese e hanno provato tutti insieme, nessuno escluso, a parlare chiaro. Hanno scritto una notificazione nella quale hanno spiegato che, seppure non sia compito loro fare nomi e dare indicazioni di voto, spetta a ognuno, in particolare a ogni elettore cattolico, ricordare che esistono dei valori che al momento del voto non possono essere elusi, dimenticati. Sono i valori scritti all'interno della dottrina sociale della chiesa, ovvero i valori inerenti la vita e la sua difesa, quei valori che Benedetto XVI chiamò, tempo addietro, “non negoziabili”.

    Dicono i vescovi dell'Emilia Romagna che al momento del voto occorre discernere chi difende meglio “la dignità della persona umana, costituita a immagine e somiglianza di Dio”. E ancora: “La sacralità della vita dal concepimento fino alla morte naturale, inviolabile e indisponibile a tutte le strutture e a tutti i poteri; i diritti e le libertà fondamentali della persona: la libertà religiosa, la libertà della cultura e dell'educazione; la sacralità della famiglia naturale, fondata sul matrimonio, sulla legittima unione cioè fra un uomo e una donna, responsabilmente aperta alla paternità e alla maternità; la libertà di intrapresa culturale, sociale, e anche economica in funzione del bene della persona e del bene comune; il diritto a un lavoro dignitoso e giustamente retribuito, come espressione sintetica della persona umana; l'accoglienza ai migranti nel rispetto della dignità della loro persona e delle esigenze del bene comune; lo sviluppo della giustizia e la promozione della pace; il rispetto del creato”.

    Perché una cosa deve essere chiara: “La coscienza cristiana rettamente formata non permette di favorire col proprio voto l'attuazione di un programma politico o la promulgazione di leggi che non siano coerenti coi valori sopraddetti, esprimendo questi le fondamentali esigenze della dignità umana”. L'uscita dei vescovi della regione più “rossa” d'Italia è stata senz'altro condivisa dal combattivo cardinale Angelo Bagnasco. Avvenire, infatti, il giornale della Cei, ha dedicato un'intera pagina domenica al comunicato, segno che anche la presidenza della Cei condivide il taglio molto deciso dei presuli: “Valori non negoziabili. La bussola per il voto”, ha titolato Avvenire.

    Negli ultimi giorni, comunque, il quotidiano diretto da Marco Tarquinio è intervenuto più volte sul voto regionale, con riferimenti espliciti anche alla candidatura della Bonino nel Lazio. Tarquinio, infatti, ha scritto che i radicali che “si candidano ad assumere addirittura la rappresentanza del sentire cattolico”, rappresentano un caso “curioso quanto inquietante” perché su vita, famiglia, difesa della libertà educativa, solidarietà sociale e visione del mercato e del lavoro “i radicali predicano sistematicamente l'opposto di ciò che afferma la dottrina sociale della chiesa”. Poi, sempre su Avvenire, è stato monsignor Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente della commissione Cei per i Problemi sociali e il lavoro, a parlare di “militanze assolutamente non condivisibili da parte di noi cristiani”.