Bersani è riuscito a salvare un Pdl che meritava di straperdere

Giuliano Ferrara

Come si fa a figurare peggio del dottor Milioni, presentatore delle liste del Pdl a Roma? Come si fa a restituire all'entourage di Roberto Formigoni la parvenza di uno staff politico al posto del titolo meritato di “squadretta di dilettanti”? Basta comportarsi come Bersani e i suoi, e il gioco è fatto. La situazione è questa. La destra a Milano e a Roma si era autoeliminata dalle elezioni per un misto di scemenza e arroganza. La sinistra poteva incassare, cuocere a fuoco lento l'avversario in disperata condizione di bisogno.

    Come si fa a figurare peggio del dottor Milioni, presentatore delle liste del Pdl a Roma? Come si fa a restituire all'entourage di Roberto Formigoni la parvenza di uno staff politico al posto del titolo meritato di “squadretta di dilettanti”? Basta comportarsi come Bersani e i suoi, e il gioco è fatto.
        La situazione è questa. La destra a Milano e a Roma si era autoeliminata dalle elezioni per un misto di scemenza e arroganza. La sinistra poteva incassare, cuocere a fuoco lento l'avversario in disperata condizione di bisogno, e al momento giusto ripescarlo indebolito al punto giusto e salvarlo con un gesto di magnanimità repubblicana e di responsabile omaggio allo spirito pubblico, in perfetta intesa con il presidente della Repubblica, nel nome del buonsenso: non è bello vincere contro nessuno, giocare contro i fantasmi, segnare punti a tavolino escludendo mezzo paese dalle urne, dunque bisogna rimediare e riportare in gioco questi saltimbanchi, seguendo vecchi precedenti di deroga e di proroga (in particolare quei precedenti che coccolarono i ritardi dei radicali e dei referendari).
        Queste poche parole nessuno a sinistra, salvo Massimo Cacciari e pochi altri pensanti, le ha pronunciate. Risultato. Di Pietro prende ora la testa della protesta, quei quattro marrazzoni Viola diventano il soggetto scalciante manovrabile prediletto da Repubblica, si fissa una manifestazione contro il capo dello stato che dividerà il centrosinistra in modo sanguinoso, e i radicali fanno il loro show morettiano (mi si noterà di più se ci vado o se non ci vado, alla festa elettorale?) citando a vanvera, sciagurati, il liberale sostanzialista Benedetto Croce, uno che avrebbe preso a calci nel sedere i formalisti etici desiderosi di giocare da soli la partita delle regionali.
        Dopo le botte prese in Puglia, dopo l'esclusione dalla nomenclatura europea, l'impressione è che al Pd, già mutilato di una qualsiasi significativa presenza politica ex democristiana, venga a mancare anche una qualche presenza culturale e politica d'alemiana, postcomunista, e allora il povero Bersani fa figura di un Re Tentenna che alla fine si fa trascinare dalle Bonino, dai Viola, da Di Pietro e dall'ultimo untorello di passaggio. Un'esplosione di demenza e una grave carenza di professionalità, perfino più grave di quella dei presentatori di lista affamati, che si allontanano per un panino. Il Pdl meritava di straperdere le elezioni. Il centrosinistra e il Pd sono riusciti a salvarlo e a rilanciarlo.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.