Basta con i tribunali

Un Cav. tosto apre la campagna elettorale e fa tirare il fiato al Pdl

Salvatore Merlo

 Il Silvio Berlusconi bronzeo e determinato che ha aperto la campagna elettorale investendo sulla polarizzazione dell'elettorato – cosa che gli riesce meglio – ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli apparati del Pdl preoccupati per la lieve flessione nei sondaggi. Anche la decisione del Csm di censurarne alcune espressioni verbali, secondo l'entourage berlusconiano, concorre a favorire la strategia di tosta contrapposizione appena inaugurata. Il fatto è che il Cav. ci metterà la faccia, girerà e farà comizi – così dicono – dedicandosi particolarmente al Lazio.

    Il Silvio Berlusconi bronzeo e determinato che ha aperto la campagna elettorale investendo sulla polarizzazione dell'elettorato – cosa che gli riesce meglio – ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli apparati del Pdl preoccupati per la lieve flessione nei sondaggi. Anche la decisione del Csm di censurarne alcune espressioni verbali, secondo l'entourage berlusconiano, concorre a favorire la strategia di tosta contrapposizione appena inaugurata. Il fatto è che il Cav. ci metterà la faccia, girerà e farà comizi – così dicono – dedicandosi particolarmente al Lazio. Anche la manifestazione di piazza San Giovanni a Roma, con tanto di corteo, è stata confermata per il 20 marzo. Che la lista del Pdl corra o meno non è più un aspetto così importante. E' cambiata la tattica. “Adesso bisogna soltanto comunicare alla gente che deve riversare i voti sulla lista Polverini”, dice Maurizio Gasparri, poco dopo aver votato la fiducia sul legittimo impedimento a Palazzo Madama.

    Indipendentemente dall'attesa decisione del Consiglio di stato sulla riammissione del Pdl a Roma, nel partito è cominciata una trattativa interna per incentivare i signori delle preferenze – al momento esclusi – a fare campagna elettorale dirottando sul listino personale di Polverini il proprio patrimonio di consensi. Sarà il Cav. a spiegarlo, incontrandoli in un grande hotel romano. Conferma un autorevole dirigente: “I venticinque-trenta più forti esponenti del Pdl romano troveranno posto negli assessorati regionali, provinciali e nelle municipalizzate”.
    La strada resta in salita, il calo nei sondaggi c'è stato, e il metro di valutazione del risultato elettorale è rivisto al ribasso: “Puntiamo a ottenere almeno cinque regioni, di meno sarebbe una sconfitta”. Che forse finirebbe con l'innescare quella resa dei conti interna di cui nelle ultime ore nessuno vuole più parlare. D'altra parte la logica del ricompattamento l'hanno dettata insieme sia il Cav. sia Fini. E la consegna viene rispettata. Tutto è rimandato, compreso il commissariamento del Pdl laziale; momentaneamente affidato alle cure ufficiose di Gasparri. Che dice: “A urne chiuse ci sarà tutto lo spazio per discutere. Ma senza congressi né stati generali”.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.