Che cosa ha in mente Murdoch
E' appena finita la prima edizione dell'Abu Dhabi Media Summit (ADMS), giudicata da tutti un grande successo. Per farsi prendere sul serio dal mondo esterno, serviva una testimonianza di primissima leva. Chi meglio di Rupert Murtdoch, il 79enne patron della News Corporation, coadiuvato dal figlio e probabile successore James? Non solo Rupert ha annunciato l'avvio di una nuova collaborazione a piu piattaforme con l'azienda leader medicatico dell'Emirato, la twofour54, ma anche il trasferimento di alcuni delle sue reti asiatiche da Hong Kong ad Abu Dhabi.
E' appena finita la prima edizione dell'Abu Dhabi Media Summit (ADMS), giudicata da tutti un grande successo. Il presidente dell'Unione degli emirati arabi (IAE), lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan, ha deciso a sorpresa di passare di persona per congratularsi con gli organizzatori dell'evento, Maurice Levi, capo della Publicis, la grande agenzia pubblicitaria e del marketing parigina, e John Rossant, chairman di PublicisLive che organizza di grandi eventi quale il World Economic Forum di Davos e i suoi pletorici emuli.
Per Khalifa, un evento che ha calamitato 550 vip del mondo mediatico compresi i presidenti di alcuni dei majors di Hollywood (Fox e Warner Bros), i leader di molte aziende delle comunicazioni tradizionali (la Bertelsmann, la Ericsson) e nuove (quali AOL, Google e Skype), insieme ai massimi media moghul dall'India e dalla Cina e della Corea. Tre giorni di dibattiti serrati, annunci importanti e previsioni autorevoli sul futuro: una bella occasione non solo per poter indicare con i fatti (e non i proclami) che Abu Dhabi si consida ormai il hub dei new media del mondo arabo e medio orientale (anche se l'Iran non era rappresentato), ma che d'ora in poi l'Emirato più grande del UAE intende considerarsi uno dei massimi protagonisti a livello mondiale.
Per farsi prendere sul serio dal mondo esterno, serviva una testimonianza di primissima leva, la cui presenza contasse davvero tanto in tutti i settori delle communicazioni e della politica. E quindi chi meglio di Rupert Murtdoch, il 79enne patron della News Corporation, coadiuvato dal figlio e probabile successore James? Non solo il vecchio Rupert ha annunciato l'avvio di un'importante nuova collaborazione a piu piattaforme con l'azienda leader medicatico dell'Emirato, la twofour54, ma anche il trasferimento di alcuni delle sue reti asiatiche da Hong Kong ad Abu Dhabi, per meglio rafforzare la centralità del Medio Oriente nei programmi strategici della News Corps: un annuncio che ha subito fatto il giro del mondo, inducendo molti rivali e antagonisti alla riflessione, e suscitando qualche critica persino tra gli ammiratori: non pochi blog di destra americani hanno attaccato "il nuovo sceicco Murdoch, ormai traditore dei sani valori occidentali della Fox News", con tanto di simboli islamici accanto al nome del vecchio magnate australiano.
Ma il bello del testo del discorso letto da Murdoch ad Abu Dhabi ai suoi colleghi e emuli di tutto il mondo non era tanto sulle dimensioni dell'accordo, quanto sulle condizioni morali. Senza fare il bacchettone, e con suo solito dire molto laconico, ha incotaggiato i suoi nuovi interlocutori islamici ad abbandonare le loro velleità di "controllare e di censurare i contenuti per motivi culturali e religiosi", per invece abbracciare la piena libertà d'espressione. Murdoche ha detto che "le tentazioni protezionistiche nel campo della creatività sono deformi quanto in altri campi economici, finiscono per distruggere ciò che vorrebbero coltivare". Riferendosi in modo diretto al tentativo di Abu Dhabi di proporsi come nuovo hub culturale, con tanto di Louvre, Guggenheim e altri musei simil occidentalia, ha aggiunto: "Se fate cosi, pensando di poter controllare i flussi del pensiero e del dibattito, tutti i vostri bei nuovi musei e centri culturali rimarrano dei gusci vuoti nel deserto". Senza tutta la florida retorica obamiana, e pensando in fondo ai conti di bottega, il vecchio sceicco bianco al-Murdoch ha detto qualcosa di veramente liberal.
Più movimentate e meno magistrali le dichariazioni del figlio James in un dibattito sulla monetizazzione di internet (come far pagare gli utenti per il consumo dei contenuti e bloccare i download abusivi): "Non c'è differenza alcuna fra scaricare un brano o un film 'a gratis' e rubare una borsetta griffata o un pacchetto di Pringles da un negozio. Non sono dei 'simpatici monellacci', ma dei criminali che vanno puniti dalla legge". A concorrere nei fatti se non proprio nei toni, Ari Emmanuel, capo della grande agenzia di talento americano, la William Morris, nonché fratello più bello e abbronzato dello stretto collaboratore di Obama, Rahm Emmanuel, che ha annunciato una nuova draconiana legge della Casa Bianca contro la "Web Piracy" tipo "Three Strikes and youre out", di clintoniana memoria (in campo giuridico).
Il vertice è stato anche un grande successo mondano: si è tenuto nel bellissimo nuovo albergo Yas Island, un enorme stuttura protoforme e luccicante che sembra uscito da un film di Guerre Stellari, e che passa direttamente sopra la nuova pista da Formula Uno voluta da Khalifa. Pranzi e cene luculliane, scintillanti feste a gogo, compresi fiumi di cocktail. La migliore è stata quella offerta dai Murdoch, per mettere in risalto i grandi successi degli ultimi 75 anni della 20th Century Fox, il cui capo Jim Gianopolous ha coperto di elegi il suo patron. Il quale rimaneva seduto al bar a chiacchierare con chi era di passaggio.
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