Diario di Pace
Dio salvi la piazza
Ci fosse in giro un Mario Scelba, vieterebbe ogni manifestazione fino alle elezioni a eccezione di quelle sindacali e darebbe alla polizia la consegna di andare giù, alla bisogna, a brutto muso. Non perché si intravvedono pericoli per l'ordine pubblico, ma semplicemente per fare opera pedagogica: difendere la piazza come luogo della memoria dove bisogni e diritti non soddisfatti si scontrano con chi ha il monopolio legittimo dell'uso della forza, come luogo dove il tragico è sempre in agguato. Le manifestazioni indette per i prossimi giorni non hanno nulla di questo.
Ci fosse in giro un Mario Scelba, vieterebbe ogni manifestazione fino alle elezioni a eccezione di quelle sindacali e darebbe alla polizia la consegna di andare giù, alla bisogna, a brutto muso. Non perché si intravvedono pericoli per l'ordine pubblico, ma semplicemente per fare opera pedagogica: difendere la piazza come luogo della memoria dove bisogni e diritti non soddisfatti si scontrano con chi ha il monopolio legittimo dell'uso della forza, come luogo dove il tragico è sempre in agguato. Le manifestazioni indette per i prossimi giorni non hanno nulla di questo, e nemmeno del carattere altamente simbolico – e ciclico – della mobilitazione per la pace e contro la globalizzazione. Qui si manifesta rasoterra.
L'obiettivo del Cav. è serrare file rintronate da pasticci endogeni, ricordare che lo scontro è sempre lo stesso, fra quelli che fanno e quelli che sbraitano, educati contro sgangherati, democratici contro illiberali. E' una manifestazione puramente identitaria. Che dimentica però di essere già maggioranza e di sostenere un governo solido nella pienezza dei suoi poteri. Non ricordo molti precedenti di governi che anziché dimostrare di cosa sono capaci attraverso un'azione continua ed efficace in parlamento, costruendola attorno alla presenza centrale del premier e spiegandola al paese con una comunicazione intelligente, si mettano a perdere tempo organizzando manifestazioni contro le opposizioni. Quando accade di solito vuol dire che è in atto una grave crisi di origine extraparlamentare, come fu il caso della Francia durante il Maggio ma non mi pare questo il caso dell'Italia.
Le opposizioni e le minoranze invece dovrebbero spiegare perché manifestano oggi, per che cosa o contro cosa. Si sa che non vogliono fare solo antiberlusconismo e non possono prendersela troppo apertamente con il capo dello stato: per questo parleranno in difesa della democrazia, dell'acqua pubblica, del lavoro e del welfare: che è come dire pace, terra e potere ai soviet. Che iddio salvi le piazze.
Il Foglio sportivo - in corpore sano