Troppa gente fischietta, e il nemico ci guarda

Grande è proprio grande, qui non basta il palco in mezzo (vecchi trucchi)

Stefano Di Michele

Madonna, ma quanto è grande, questa piazza San Giovanni! Dalla basilica lassù, alla Coin quaggiù, hai voglia ad attruppare moderati e liberali e anticomunisti. Cinque giorni mancano, cinque giorni di torcibudella per il Cav. – e a parte Cicchitto e Quagliariello, c'è più gente che fischietta indifferente che gente che si dà da fare per riempire pullman e organizzare treni speciali. E se si escludono i volenterosi giovani del Pdl romano, giustamente valorizzati da Libero, che hanno organizzato una bella manifestazione contro la “superpatata” europea, chi è che si muove, qui?

    Madonna, ma quanto è grande, questa piazza San Giovanni! Dalla basilica lassù, alla Coin quaggiù, hai voglia ad attruppare moderati e liberali e anticomunisti. Cinque giorni mancano, cinque giorni di torcibudella per il Cav. – e a parte Cicchitto e Quagliariello, c'è più gente che fischietta indifferente che gente che si dà da fare per riempire pullman e organizzare treni speciali. E se si escludono i volenterosi giovani del Pdl romano, giustamente valorizzati da Libero, che hanno organizzato una bella manifestazione contro la “superpatata” europea (roba geneticamente modificata, praticamente un tubero preso nell'orto di Santoro, diciamo), chi è che si muove, qui? Il no alla superpatata, come il no allo stato di polizia, per non dire del no allo strapotere dei giudici – tutte sante parole, e non a caso il Cav. l'unico momento di tregua l'ha avuto con don Verzé, avendo calcolato che a centovent'anni si ritroverebbe con la tenuta biologica di un quarantacinquenne – sono ottime cose, ma mica bastano. Il rischio di ritrovarsi con più carriole in giro per L'Aquila che liberali a San Giovanni c'è.

    Grossa è grossa, questa piazza. Pure a mettere il palco a metà dello sterrato, pure a fare ombra con migliaia di grandi bandiere, pure a farsi prestare qualche faccia televisiva – c'è tutto l'indotto di “Amici”, c'è quello sconfinato del “Grande Fratello” – stavolta ci si muove sul filo del rasoio. Uno slargo non presidiato, un pertugio orbo di moderati, e la televisione – che si sa com'è fatta, la televisione italiana: ottantacinque per cento di giornalisti di sinistra, mica un Minzolini si trova appunto a ogni angolo di piazza – potrebbe parlare di fallimento. E pure i giornali, lì stiamo freschi. “Non ci aiutano”, è il pensiero del Cav., che del resto sa che mai come adesso può contare solo su se stesso: se si danno da fare per la manifestazione di sabato con lo stesso impegno con cui si sono dati da fare per le liste, la rovina è sicura. E' uno sprofondo, al momento, questa piazza San Giovanni. Persino sul sito azzurro, i militanti poco ne parlano. Vabbé che c'è di tutto di cui lagnarsi – persino quelli che quasi sfottono, “ma ancora al telefono parlate? In Italia è spiata anche mia nonna di 90 anni. Sveglia!” – ma a parte rare voci sul fatto che la Cgil porta i pensionati con la merenda e i liberali si cibano da soli, c'è da notare un preoccupante deserto di missive. Speriamo sia vera la storia che i moderati fanno e non parlano, e che i famosi Promotori della Libertà stiano promuovendo qualcosa, e soprattutto stiamo muovendo qualcuno. Ma certo, dà un'angoscia, piazza San Giovanni… “Piazza grande”, per dirla con Lucio Dalla. Troppo grande. Un San Giovanni Moderato, speriamo non decollato.