Il “tragico caso” di padre Murphy
I vertici del Vaticano, il futuro papa Benedetto XVI e il segretario di stato Tarcisio Bertone, occultarono negli anni in cui erano rispettivamente prefetto e segretario della Congregazione per la dottrina della fede gli abusi sessuali commessi da un prete americano su circa 200 bambini sordomuti di una scuola cattolica del Wisconsin. Lo scrive il New York Times in un articolo firmato ieri da Laurie Goodstein e corredato da documenti forniti da alcuni avvocati delle vittime. E' la corrispondenza interna avvenuta tra i vari vescovi del Wisconsin e l'allora cardinale Ratzinger a mostrare che la priorità della Santa Sede fu quella di proteggere la chiesa dallo scandalo.
I vertici del Vaticano, il futuro papa Benedetto XVI e il segretario di stato Tarcisio Bertone, occultarono negli anni in cui erano rispettivamente prefetto e segretario della Congregazione per la dottrina della fede gli abusi sessuali commessi da un prete americano su circa 200 bambini sordomuti di una scuola cattolica del Wisconsin. Lo scrive il New York Times in un articolo firmato ieri da Laurie Goodstein e corredato da documenti forniti da alcuni avvocati delle vittime. E' la corrispondenza interna avvenuta tra i vari vescovi del Wisconsin e l'allora cardinale Ratzinger a mostrare, secondo quanto riporta il quotidiano newyorkese, che la priorità della Santa Sede fu quella di proteggere la chiesa dallo scandalo. Una tesi, quest'ultima, rigettata dal Vaticano secondo cui invece sono gli stessi documenti pubblicati dal NYT a dimostrare che l'ex Sant'Uffizio non volle insabbiare nulla. Il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, comunque, non nega le accuse a carico del sacerdote americano: è un “tragico caso” dice. E ancora: “Abusando sessualmente di bambini audiolesi padre Murphy ha violato la legge e, cosa ancora più grave, la sacra fiducia che le sue vittime avevano riposto in lui”.
I fatti narrati dal NYT riguardano appunto padre Lawrence C. Murphy, tra il 1950 e il 1974 cappellano nella Saint John School, istituto della diocesi di Milwaukee. Qui, secondo la denuncia presentata da un ex studente nel maggio del '74, padre Murphy abusa di alcuni ragazzi. Un giudice avvia un'indagine, ma poi archivia il caso. La diocesi di Milwaukee, invece, allontana il sacerdote con un permesso temporaneo per motivi sanitari. Murphy torna a vivere a casa della madre. Intanto la diocesi continua a cercare di fare chiarezza: nel '93 sono in tutto 29 le denunce raccolte, anche se padre Murphy ammette contatti solo con 19 ragazzi. Si arriva al 1996, quando la sorte vuole che tocchi a monsignor Rembert Weakland, vescovo di Milwaukee dal '77, scrivere all'allora prefetto della Dottrina della fede, Joseph Ratzinger, chiedendo lumi. Monsignor Weakland – lo stesso che sei anni dopo, nel 2002, rassegnerà le dimissioni per aver ammesso di aver avuto una relazione omosessuale con uno studente di teologia (questi accusò inoltre il vescovo di aver usato 450 mila dollari della diocesi per metterlo a tacere) – deve spiegare a Ratzinger la vicenda.
Weakland dice che soltanto recentemente è venuto a conoscenza del fatto che certi crimini sessuali sono avvenuti durante il sacramento della confessione. Si tratterebbe quindi del cosiddetto “crimem sollicitationis” (canone 1387 del diritto canonico). Dalla Dottrina della fede però non arrivano risposte e allora è Weakland, uno dei vescovi considerati più “liberal” tra quelli americani, ad aprire autonomamente un processo nel quale chiede la “destituzione di padre Murphy dallo stato clericale”. Padre Murphy, però, si difende: scrive una lettera a Ratzinger dove chiede l'annullamento del processo perché è gravemente malato e da ormai 24 anni vive ritirato. Dopo verifiche è Bertone, segretario dell'ex Sant'Uffizio, a esprimere dubbi circa la fattibilità e l'opportunità del processo canonico vista la difficoltà a ricostruire i fatti accaduti 35 anni prima e visto che dal 1974 non risultano altre accuse. Tutto infine si chiude il 21 agosto 1998, quando padre Murphy muore.
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