L'odi et amo tra Vaticano e Lega
Il rapporto Vaticano-Lega è all'insegna dell'odi et amo. Ma le dichiarazioni dei neogovernatori di Piemonte e Veneto, Roberto Cota e Luca Zaia, circa la volontà di non distribuire nelle proprie strutture ospedaliere la pillola abortiva Ru486, stanno facendo pendere la bilancia più sull'amo che sull'odi. E fa niente se Cota ieri ha voluto precisare, dicendo che pur essendo contrario alla pillola non andrà “mai contro la legge”. Il concetto chiave resta e il Vaticano ce l'ha ben chiaro: la Lega sui temi etici è un alleato fedele e sicuro.
Il rapporto Vaticano-Lega è all'insegna dell'odi et amo. Ma le dichiarazioni dei neogovernatori di Piemonte e Veneto, Roberto Cota e Luca Zaia, circa la volontà di non distribuire nelle proprie strutture ospedaliere la pillola abortiva Ru486, stanno facendo pendere la bilancia più sull'amo che sull'odi. E fa niente se Cota ieri ha voluto precisare, dicendo che pur essendo contrario alla pillola non andrà “mai contro la legge”. Il concetto chiave resta e il Vaticano ce l'ha ben chiaro: la Lega sui temi etici è un alleato fedele e sicuro. Dice al Foglio il vescovo di San Marino, Luigi Negri: “La chiesa cattolica e le sue gerarchie non possono che guardare positivamente a coloro che lavorano per difendere quei valori fondamentali che Benedetto XVI ha definito più volte ‘non negoziabili'. Alla chiesa non credo interessi il discorso sulla professione di fede personale di questo o quel politico. Né interessa appoggiare questo o quel movimento partitico. Alla chiesa interessa la sostanza. E vedere che c'è una solidarietà oggettiva tra i valori che la chiesa difende e i propositi di azione politica non può che fare piacere”.
Fino a pochi mesi fa la situazione era un po' diversa. Quando il governo Berlusconi diede il via libera al ddl sulla sicurezza istituendo il reato di clandestinità e consentendo le ronde, Vaticano e Lega sembravano ai ferri corti. Il più acerrimo nelle critiche era Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti: “Si vuole demonizzare lo straniero”, disse. “La solita liturgia”, rispose il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Per sedare le parti intervenne il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi: “Il Vaticano come tale non ha detto niente sul decreto sicurezza approvato dal governo italiano”. Che tradotto significa: non tutti in Vaticano la pensano come Marchetto. O meglio: i richiami che Marchetto fa alla Lega in merito alla necessità di tutelare ogni vita umana sono condivisi da tutti, ma l'attacco frontale alla Lega no. Era in quei mesi, infatti, che alcuni prelati della Santa Sede insistevano su questo concetto: se la Lega imparasse a usare un linguaggio diverso nessuno tra le gerarchie avrebbe motivo di criticarla.
Il sociologo cattolico Luca Diotallevi, uno dei relatori di spicco al convegno ecclesiale di Verona del 2006, ritiene che “la Lega è un'espressione politica oggettiva e soggettiva del grande movimento cattolico italiano, perché proviene da alcune zone del nord dove quel movimento è storicamente radicato. E' espressione soggettiva, perché il suo elettorato e i suoi quadri dirigenti, in parte non trascurabile, appartengono a quel mondo. E' espressione oggettiva, perché la Lega ha avuto modo di porre una serie di questioni largamente coerenti con le preoccupazioni del cattolicesimo e il patrimonio d'insegnamento sociale della chiesa”. Tra queste, ricorda Diotallevi, “il tema del federalismo e di una più coerente ridefinizione in termini di sussidiarietà dell'impianto istituzionale politico italiano. In altri casi, ad esempio quando specula sulle paure, la Lega abbandona invece quella linea”. E le uscite sulla Ru486? “Potrebbero preludere a un atteggiamento apprezzabile. Tuttavia, fatte nella terra di nessuno che va dall'elezione all'effettivo insediamento, non meritano troppa attenzione. Sono promesse. Poi occorre vedere i fatti, se significheranno o meno un ‘no' all'uso della pillola fuori dai limiti della 194. Privatizzare l'aborto o riclandestinizzarlo sono i mali maggiori che oggi vanno innanzitutto evitati”.
Per Andrea Olivero, presidente delle Acli, “non si può essere semplicisti”. E' vero: “Sulla pillola abortiva c'è consonanza tra la Lega e quanto la chiesa dice. Anche noi difendiamo la vita e siamo contro l'aborto. Ma nello stesso tempo non possiamo dimenticare che la Lega è il partito che ha ammiccato a pratiche paganeggianti come la raccolta dell'ampolla con l'acqua del dio Po. E' il partito che ha voluto il ddl sulla sicurezza incurante del fatto che ogni vita va difesa. E ancora è il partito al cui interno ci sono esponenti che hanno attaccato pesantemente il cardinale arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi. Mi domando: è questo il modo con il quale un partito che rivendica la difesa dei valori cristiani si rivolge a un cardinale?”. Eppure si parla di una Lega ben radicata sul territorio e che, anche a motivo di questo radicamento, ha preso diversi voti dai cattolici. Dice Olivero: “Abbiamo in programma a Milano la nostra conferenza organizzativa e programmatica. Intervengono Tettamanzi, Roberto Formigoni e Letizia Moratti. Qui diremo ciò che pensiamo: occorre essere custodi del territorio e non guardiani. Custodi significa valorizzare le diverse identità e farle incontrare, non chiudere e alzare steccati”.
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