Che barba, che noia
Alto e biondo già nell'Italia degli anni Cinquanta, a Raimondo Vianello è toccata per tutta la vita la parte del gentiluomo, nell'ipotesi più linguisticamente sciagurata del gentleman. C'è da dire che gli riusciva benissimo – perché poi gentiluomo, e gentleman, si capisce, lo era davvero. Persino quando faceva la mondina di coscia svelta, fino a confondersi (e a fondersi) con il suo amico Tognazzi che faceva la mondana, parimenti arzilla. Lui che fu a Salò, figlio di ammiraglio e laureato in giurisprudenza.
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Alto e biondo già nell'Italia degli anni Cinquanta, a Raimondo Vianello è toccata per tutta la vita la parte del gentiluomo, nell'ipotesi più linguisticamente sciagurata del gentleman. C'è da dire che gli riusciva benissimo – perché poi gentiluomo, e gentleman, si capisce, lo era davvero. Persino quando faceva la mondina di coscia svelta, fino a confondersi (e a fondersi) con il suo amico Tognazzi che faceva la mondana, parimenti arzilla. Lui che fu a Salò, figlio di ammiraglio e laureato in giurisprudenza, prima seguace del Cav. televisivo e poi elettore di quello politico (memorabile il suo pronunciamento, “ho la fortuna dopo quarantacinque anni di votazioni di conoscere il candidato per cui voterò”), fu perfettamente bipartisan nel godimento televisivo e perfettamente bipartisan nel cordoglio per la dipartita – così come da unanime applauso parlamentare.
Era la sua un'eleganza arricchita d'indolenza, un attivismo di sguardi perplessi più che di pratiche fisiche, un deambulare da divano a divano, da parola a parola, da complotto a complotto – nel grottesco tentativo di sedurre la vicina giovane e carina, tentativo mai a buon fine, pulsioni tardo erotiche non pensionabili e mai praticabili del mirabile e pure un po' meschino maschio mai arreso di “Casa Vianello”. Oltre trecento episodi – e non uno che lo veda vincitore sulla salda alleanza femminile tra la Sandra e la Tata: un Paperino sempre scornato, un tramatore vittima delle sue trame, un maschio perennemente sfiorato dall'idea del peccato e senza mai riuscire a commetterlo. E dentro un triangolo – di amicizia, di affetti, di lavoro – si è svolta la bella vita di Raimondo: la coppia da arditi televisivi con Ugo Tognazzi che faceva ruzzolare a terra anche il presidente della Repubblica, e la coppia televisiva di (solo) apparente quiete con Sandra Mondaini.
E' stato un continuo, divertito, leggero portare in scena prima vera amicizia e poi vero amore. Mirabile visione, Raimondo insieme ai due lati del suo triangolo esistenziale. Eccolo con Ugo: “Ho sempre provato a tradirti ma non ci sono mai riuscito”. Eccolo con Sandra (nella finzione la stessa cosa potrebbe dire). Anche a casa loro, sono come in “Casa Vianello”: lui così impeccabile in camicia e cravatta, lei camicione e grandi occhiali. Probabilmente a sera, nel talamo nuziale – in casa Vianello a Milano Due, come in “Casa Vianello” a Canale 5, faceva la sua sacrale comparsa la Gazzetta dello Sport. Mike se n'è andato, Raimondo se n'è andato: qui ormai scarseggiano anche possibili e degni senatori a vita – ma lo stesso, vite divertite e divertenti. Fatto sta che Vianello non c'è più: però che barba, adesso, però che noia.
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