Bersani rilancia la bozza Orlando per sfidare i dipietristi del Pd

Claudio Cerasa

Le cinque proposte per riformare il sistema giudiziario presentate la scorsa settimana su questo giornale da Andrea Orlando (responsabile del settore per il Partito democratico) hanno aperto un dibattito interessante all'interno dell'opposizione e anche nella maggioranza. E la richiesta di un patto per la Giustizia formulata in questa pagina dall'onorevole Michele Vietti (Udc) arriva in un momento politicamente molto significativo.

    La richiesta di un patto per la Giustizia formulata in questa pagina dall'onorevole Michele Vietti (Udc) arriva in un momento politicamente molto significativo. Le cinque proposte per riformare il sistema giudiziario presentate la scorsa settimana su questo giornale da Andrea Orlando (responsabile del settore per il Partito democratico) hanno aperto un dibattito interessante all'interno dell'opposizione e anche nella maggioranza. “Andrea Orlando – ha detto sabato ai microfoni del Tg1 il ministro della Giustizia Angelino Alfano – ha fatto uno sforzo che in termini di proposta coincide con quanto noi andiamo facendo e intendiamo fare”. In sintesi, il contenuto della bozza Orlando riguarda la verifica concreta dei giusti tempi del processo; una riflessione sulla “rimodulazione” dell'obbligatorietà dell'azione penale; una riforma del sistema elettorale del Csm “che diluisca il peso delle correnti”; un'apertura sulla “necessaria distinzione dei ruoli” tra pm e giudici; e “un ragionamento sull'efficacia delle attuali azioni disciplinari” del Csm.

     

    In sostegno della bozza, due giorni fa, 105 deputati del Pd hanno firmato un documento (garantista) che ha fatto discutere non soltanto nel maggior partito dell'opposizione: “Riteniamo – hanno scritto i 105 del Pd, tra cui anche il vicesegretario Enrico Letta – che la proposta avanzata dal responsabile Giustizia sia uno strumento utile di confronto per caratterizzare il partito su un tema così delicato e rilevante. Le accuse ricevute da Orlando sono inopportune e fuori luogo oltre che offensive”. Accuse arrivate dall'Italia dei valori (con Antonio Di Pietro e con Luigi De Magistris), dalla procura di Milano (con Armando Spataro), dai magistrati Gian Carlo Caselli e Bruno Tinti (sul Fatto) e infine anche da diversi esponenti dello stesso Partito democratico. “Il risultato finale di questo infelice referendum promosso da Orlando sul tema della giustizia – ha detto ieri il deputato bindiano Giovanni Bachelet – suggerisce che purtroppo le opinioni espresse da Orlando sul Foglio spaccano a metà il partito e pertanto, per definizione, non rappresentano la sintesi del Pd sui temi della giustizia”.
     

    • Claudio Cerasa Direttore
    • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.