Due errori da cattiva digestione

Perché Fini e il Cav. rischiano di farsi entrambi male, e molto

Giuliano Ferrara

Fini non ha esperienze felicissime di leadership solitaria e personale. Il partito alla fine se lo è fatto sfilare perdendo appeal. Quando tentò di mettersi in proprio con la lista europea dell'elefante, oltre a obbligarci per ragioni di copyright a scegliere come simbolino un ippopotamo, batté la testa contro il muro del consenso. Invece è interessante il modo in cui ha scelto di fare il presidente della Camera e di ricostruire, con giornali, riviste, think tank e un gruppo di suoi seguaci in minoranza nel Popolo della libertà, un profilo di leader diverso dal solito.

Leggi Pranzo indigesto tra Fini e il Cav. E' l'ora dei penultimatum di guerra

    Fini non ha esperienze felicissime di leadership solitaria e personale. Il partito alla fine se lo è fatto sfilare perdendo appeal. Quando tentò di mettersi in proprio con la lista europea dell'elefante, oltre a obbligarci per ragioni di copyright a scegliere come simbolino un ippopotamo, batté la testa contro il muro del consenso. Invece è interessante il modo in cui ha scelto di fare il presidente della Camera e di ricostruire, con giornali, riviste, think tank e un gruppo di suoi seguaci in minoranza nel Popolo della libertà, un profilo di leader diverso dal solito. Impegno di discussione e di ricerca politica intorno a idee, una certa libertà di tono fino al dissenso, che è sempre una presenza gradita nella politica liberale, e un senso delle istituzioni, anche legato al ruolo, che non è fuori posto in una maggioranza che di impulsi e fervori populisti ne mostra già, legittimamente, in abbondanza. Solo che questo gioco va giocato fino alla fine, la solitudine va abilmente coltivata, e sarebbe rovinoso anticipare i tempi di uno showdown con Berlusconi. Che è quello che sembra, ma non è detto, il risultato di una cattiva digestione dopo il pranzo di ieri. Un errore autolesionista.

    Il secondo errore blu è quello di Berlusconi, se nel fine settimana sarà confermata la sua malmostosa disponibilità all'emarginazione o autoemarginazione del vecchio alleato e un po' (l'età aiutando) rivale. Berlusconi è signore dei sondaggi e del consenso, e potrebbe chiedere e ottenere le elezioni in caso di crisi della maggioranza. Ma sarebbe un segno di impotenza a governare, che potrebbe avere una ricezione anche elettorale a sorpresa. E d'altra parte sarebbe praticamente impossibile finire la legislatura, tentare la carta delle riforme, senza una chiara stabilizzazione politica, senza persuadere e rassicurare il paese, incaudillendosi nella grande rissa di ogni giorno invece che attrezzandosi per governare il sistema istituzionale. Il Cav. non ama il controcanto, lo tollera solo nel caso del Foglio, perché alla fine questo è un giornale con l'ambizione di capire e spiegare la politica, non di farla. Ma se vuole compiere il suo percorso secondo le regole della buona educazione civile, senza perdere il gusto anomalo della sua individualità irriducibile, deve abituarsi a tollerare la fronda e a far patti, nel rispetto reciproco, a chi gli fa concorrenza e la pensa diversamente da lui. Nel proprio interesse, e un poco anche nel nostro.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.