Che ve ne sembra della rissa?/ 9

La rottura è ancora più incomprensibile dell'unione che l'ha preceduta

Lanfranco Pace

In linea di massima quando si convive è meglio non litigare ogni santo giorno, la prole potrebbe risentirne. Più saggio dunque separarsi nelle forme convenute, magari con qualche rimpianto, e chi non ne ha. In linea di massima. Il guaio è che in questa vicenda la linea è minima, per non dire inesistente. La rottura appare ancora più incomprensibile di un'unione che fu febbrile e riparatrice, manco stesse per spuntare, come direbbero i francesi, un “polichinelle dans le tiroir”. Che non fosse proprio matrimonio d'amore ma di interesse si sapeva, il resto pure.

    Il nono intervento della serie "Che ve ne sembra della rissa?"

    In linea di massima quando si convive è meglio non litigare ogni santo giorno, la prole potrebbe risentirne. Più saggio dunque separarsi nelle forme convenute, magari con qualche rimpianto, e chi non ne ha. In linea di massima. Il guaio è che in questa vicenda la linea è minima, per non dire inesistente. La rottura appare ancora più incomprensibile di un'unione che fu febbrile e riparatrice, manco stesse per spuntare, come direbbero i francesi, un “polichinelle dans le tiroir”. Che non fosse proprio matrimonio d'amore ma di interesse si sapeva, il resto pure. Fini sapeva già allora che con il Pdl sarebbe nata una conglomerata vischiosa con la sola certezza di una leadership teocratica. Sapeva già allora che per aver la parte, una Gloria Swanson devi ingraziartela, coccolarla, mandarle fiori, non umiliarla, mai mostrarle fretta e giovanile baldanza. Sapeva che la sintesi tra neocon , teneri poeti e ruvidi banchieri sarebbe stata una cosa che nemmeno i socialisti. Ha scelto di giocare la carta del co-fondatore per via di quel 30 per cento portato in dote ed è stato un po' come tirarsi su per i capelli. A matrimonio consumato, meglio a beni messi in regime di comunione, trenta è come zero, chi è politicamente minoritario finisce sempre per avere giuridicamente torto.

    Proprio ieri Berlusconi ha definito tutta la vicenda in un modo che non è piaciuto affatto ai conviventi, “piccolo problema all'interno di un partito”. Più che per la diminutio insita nell'aggettivo, dovrebbero riflettere sull'idea di partito che traspare: camera di registrazione nel migliore dei casi, palla al piede nel peggiore, comunque stella che non potrà mai brillare di luce propria. Ma anche questo lo si sapeva: sperare nella conversione del tycoon ai riti, alle procedure della vita di partito non era fin dall'inizio pura illusione? A sua volta il Cav. sapeva che della destra repubblicana e nazionale più di tanto non poteva comprare, che ci sono anime, culture, storie su cui non è detto che il denaro abbia necessariamente presa, che nella politica può esserci qualcosa di irriducibile che funziona secondo dinamiche a lui sconosciute. Che il ragazzo di Bologna non si sarebbe sottomesso ai padrini se non altro per rispetto dei padri. Sulla zoppia congenita della relazione sono intervenuti bastonatori di professione e di talento. Ormai sembra tutto troppo tardi. Che dire. Avete voluto la bicicletta? Allora pedalate.

    • Lanfranco Pace
    • Giornalista da tempo e per caso, crede che gli animali abbiano un'anima. Per proteggere i suoi, potrebbe anche chiedere un'ordinanza restrittiva contro Camillo Langone.