Che ve ne sembra della rissa?/ 2

Per stili personali, hanno ragione entrambi a trovarsi insopportabili. Ma non lo possono fare

Marina Valensise

La rissa c'è stata, ma non avrà le conseguenze che molti sperano. Gianfranco Fini è esasperato. E come lui, per ragioni opposte, Silvio Berlusconi. Il primo ha perso il partito. Quando ha deciso di fondere An nel Popolo della libertà, ha patteggiato un 30-70, ma si è visto sfilare i colonnelli; si è messo a corteggiare il progressismo in fatto di bioetica e immigrazione, perdendo la sua base elettorale, perplessa davanti all'intransigenza antigolpista in difesa delle istituzioni, con cui arginare la “selvaggeria” berlusconiana. Berlusconi ha vinto le elezioni con la Lega e grazie agli uomini nuovi della Lega, ma ora non ne può più del suo bastian contrario a Montecitorio.

    Il secondo intervento della serie "Che ve ne sembra della rissa?"

    La rissa c'è stata, ma non avrà le conseguenze che molti sperano. Gianfranco Fini è esasperato. E come lui, per ragioni opposte, Silvio Berlusconi. Il primo ha perso il partito. Quando ha deciso di fondere An nel Popolo della libertà, ha patteggiato un 30-70, ma si è visto sfilare i colonnelli; si è messo a corteggiare il progressismo in fatto di bioetica e immigrazione, perdendo la sua base elettorale, perplessa davanti all'intransigenza antigolpista in difesa delle istituzioni, con cui arginare la “selvaggeria” berlusconiana. Berlusconi ha vinto le elezioni con la Lega e grazie agli uomini nuovi della Lega, ma ora non ne può più del suo bastian contrario a Montecitorio: l'ex pupillo e sodale, primo beneficiato della sua discesa in campo, che adesso gli dà la pagella, si atteggia a maestro di politica, a suo censore e persino a concorrente, e perde pure voti.

    Sul piano dello stile hanno ragione entrambi: ha ragione Fini a trovare insopportabili il caudillo di Arcore con la sua corte, l'indelicatezza di escluderlo dal festino per Cota, dove invece c'era la “trota”, il figlio di Bossi votatissimo neoconsigliere regionale, ma pur sempre imberbe per trattare di riforma costituzionale. Ma ha ragione anche Berlusconi a non poterne più dell'umiliazione continua in cui lo gettano le chiose di Fini. Ha ragione Fini a reclamare più democrazia e una sana dialettica nel Pdl, accusando di rozzezza Calderoli che, senza informarlo, è salito al Quirinale con la bozza della nuova Costituzione. E avrebbe torto Berlusconi a non tenerne conto. La politica infatti è cosa diversa dalla psicologia. Se non vogliono suicidarsi, votandosi Fini all'irrilevanza, a meno che non covi un ribaltone, e Berlusconi all'ingovernabilità, i due devono trovare un accordo, e pure presto, per cominciare a fare politica in modo responsabile. Il che vuol dire dimenticare l'egolatria narcisistica, sterile e fine a se stessa, e cercare di rispondere alle attese della maggioranza degli italiani.