Perché c'è da aver paura a presentare il concerto del primo maggio

Marianna Rizzini

C'è di peggio di dover presentare il primo maggio (specie se si è attrice di professione e si è accettata al volo la conduzione del concertone). C'è di peggio, eppure Sabrina Impacciatore, attrice con studi a New York, ruoli mucciniani di rilievo e una diretta domani sul palco a San Giovanni, non soltanto è terrorizzata all'idea di dover fronteggiare il pubblico, non soltanto a ogni intervista dice che lei, prima donna a ricoprire un simile ruolo, se potesse tornerebbe indietro e “non lo farebbe più”, ma addirittura si autopronostica sventure precarie.

    C'è di peggio di dover presentare il primo maggio (specie se si è attrice di professione e si è accettata al volo la conduzione del concertone). C'è di peggio, eppure Sabrina Impacciatore, attrice con studi a New York, ruoli mucciniani di rilievo e una diretta domani sul palco a San Giovanni, non soltanto è terrorizzata all'idea di dover fronteggiare il pubblico, non soltanto a ogni intervista dice che lei, prima donna a ricoprire un simile ruolo, se potesse tornerebbe indietro e “non lo farebbe più”, ma addirittura si autopronostica sventure precarie (in nome dei precari di cui vuole portare alta la bandiera domani sera).

    Se fallisco resto disoccupata”, ha detto infatti Sabrina in un'intervista al Corriere della Sera, dichiarando letture intensive sui lavoratori in nero di Rosarno e facendo sorgere un dubbio nel lettore: che il ricorso a una personalità così riluttante e trememonda, e così bisognosa di consigli da notte prima degli esami, sia una strategia di marketing per rilanciare la stanca festa di piazza? Sia come sia, Sabrina – che nel frattempo ha messo su un angolo di posta dedicato alle donne lavoratrici sul tema “sfortune che possono capitare sul lavoro” – dice che ha accettato l'incarico per “sostituire nell'inconscio un trauma con l'altro” (ovvero la serata un po' “gaffeuse” ai Nastri d'Argento di qualche anno fa). Ed è la prima volta, questo sì, che la festa dei lavoratori assume un ruolo addirittura psicanalitico.

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.