Oh nooo!
La Lazio non ha giocato una partita di calcio, ma com'era chic quello striscione in Nord
Grazie alla Lazio che ha spudoratamente giocato per perdere contro l'Inter, domenica sera si è potuto guardare: “Tutti pazzi per amore 2”. Motivazione: “E' più finta 'sta partita di quella tua fiction da femmine”. La Lazio non poteva nemmeno pareggiare per impedire alla Roma di vincere lo scudetto, allora ha perso con gran soddisfazione, gusto e fantasia.
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Grazie alla Lazio che ha spudoratamente giocato per perdere contro l'Inter, domenica sera si è potuto guardare: “Tutti pazzi per amore 2”. Motivazione: “E' più finta 'sta partita di quella tua fiction da femmine”. La Lazio non poteva nemmeno pareggiare per impedire alla Roma di vincere lo scudetto, allora ha perso con gran soddisfazione, gusto e fantasia: striscioni, fischi, esultanza, cori, abbracci agli interisti, dichiarazioni d'amore a Mourinho. Tutto al contrario. Il portiere, eroico, parava? Fischi dei laziali al portiere.
L'attaccante argentino, completamente abbandonato dai compagni di squadra, provava a tirare in porta? Fischi dei laziali al proprio attaccante. “Se faceva gol l'ammazzavamo, la Roma deve da sta' sotto”, “Basta nun far vincere i cuggini”, “Mejo andare in serie B che vedere la Roma che festeggia”, commentavano i laziali, talmente contenti per aver perso (la partita che non c'era) da sembrare cretini. Una cosa antisportiva, disonesta, spudorata, anche triste quando fischiavano il loro portiere, con i dissidenti laziali che si vergognano (“ve la meritate la serie B, coglioni”), ma con punte sublimi di ironia da odio cittadino. I laziali sapevano che i romanisti erano lì, incollati alla televisione con la bava alla bocca, per una volta a tifare Lazio, e allora gridavano: “A romanisti, cambiate canaleee”, e alzavano lo striscione con la scritta: “Scansamose” (che è il contrario di “Arroccamose”, e significa facciamoli passare) e “Scudetto game over”.
Scalpitavano in attesa del gol, suggerivano tattiche di gioco, incitavano gli avversari. Poi, quando finalmente l'Inter ha segnato (ma perché non hanno vinto quaranta a zero?), gioia perfida e striscione per le telecamere: “Oh nooo”, come in South Park, come in una striscia di Andy Capp, come in una botta di spiritosaggine (quella che manca sempre il giorno dopo: nelle radio dei tifosi, nei commenti del lunedì, quando non si può nemmeno fare una battuta alla macchinetta del caffè o chiedere come va che si viene travolti di rabbia cieca, di maledizioni agli arbitri, di lacrime agli occhi, di testate contro il muro, di domande di divorzio). La Lazio ha perso apposta (come fanno tutti quando serve, pare), ma con un'aggiunta di parodia, di spettacolo, di sentimento. Non è stata una partita, è stata una gigantesca e appassionata dichiarazione di odio per la Roma. Una cosa in famiglia, fra laziali e romanisti, come la guerra dei Roses, una lotta in cui nessun altro può entrare (l'Inter faceva da sfondo, fingendo che fosse tutto normale). Meglio morire che far sopravvivere uno dei due. Ecco perché, per una volta, era meglio la partita della fiction d'amore.
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