Identikit dell'elettore decisivo
"Mandate al diavolo i vostri principi e votate il vostro partito”, dichiarò Benjamin Disraeli ai conservatori. Ma non sempre le logiche tribali hanno prevalso e anzi, dal Dopoguerra in poi, ha avuto successo il partito che ha saputo meglio individuare le sensibilità economiche e le aspirazioni sociali del “floating voter”, l'elettore che cambia il suo voto da un'elezione a un'altra. I laburisti vinsero nel 1945 grazie al voto dei soldati appena rientrati in patria, i quali chiedevano che il governo mettesse lo stesso impegno che aveva permesso di vincere la guerra anche nel campo dell'economia e del welfare.
"Mandate al diavolo i vostri principi e votate il vostro partito”, dichiarò Benjamin Disraeli ai conservatori. Ma non sempre le logiche tribali hanno prevalso e anzi, dal Dopoguerra in poi, ha avuto successo il partito che ha saputo meglio individuare le sensibilità economiche e le aspirazioni sociali del “floating voter”, l'elettore che cambia il suo voto da un'elezione a un'altra. I laburisti vinsero nel 1945 grazie al voto dei soldati appena rientrati in patria, i quali chiedevano che il governo mettesse lo stesso impegno che aveva permesso di vincere la guerra anche nel campo dell'economia e del welfare. I giovani e intelligenti quadri conservatori accettarono l'agenda laburista, ma dichiararono che erano in grado di ottenere risultati migliori, occupandosi del fatto che, nel 1948, un paese ricco di carbone e circondato dal mare si trovasse ad affrontare una mancanza tanto di carbone quanto di pesce. Ci furono poi quattro anni consecutivi di governo conservatore.
Anche il Partito conservatore di estrazione patrizia ha avuto bisogno di una rivoluzione dopo tre premier usciti da Eton: Anthony Eden, Harold Macmillan e Alec Douglas-Home. L'elezione di Edward Heath, figlio di un muratore e di una cameriera, fu seguita – cosa ancora più scioccante – da quella della figlia di un ortolano, Margaret Thatcher, e da quella del figlio di un saltimbanco del circo che aveva abbandonato la scuola a quindici anni, John Major. Questa è stata la rivolta contadina, che si è protratta fino all'etoniano David Cameron, ancora una volta con uno spirito sufficientemente conservatore per poter radicalizzare il partito e adattarlo alle aspirazioni dell'elettore indeciso. Nel 1979 la signora Thatcher si era accaparrata il voto del lavoratore qualificato, un tipico elettore laburista: lettore del Sun, sposato con un'infermiera, con due figli e residente in una casa popolare. Thatcher cercò di creare una “democrazia della proprietà” strutturalmente conservatrice vendendo a questo elettore le case popolari e privatizzando a basso prezzo le azioni di imprese di pubblici servizi.
Il New Labour fu creato con il preciso obiettivo di riconquistare il voto di questo elettore. Nel 1997 era ancora al centro dell'attenzione, ma si era trasformato nel “Mondeo man”: impiegato nel terziario, con una casa acquistata con un mutuo e ormai “conservatore”, con un'idea di sé più di consumatore che di produttore. Nel 2001 questo elettore si è incarnato nella “Worcester woman”, con una casa in periferia, una macchina 4x4 e due bambini, che aspirava a un'istruzione un sistema sanitario migliori e a tasse più basse. Nel 2005 l'Economist proclamò Blair “il miglior primo ministro conservatore a disposizione”. Come potevano reagire i conservatori? Nel 2005, scegliendo David Cameron al posto di David Davis, che era cresciuto nella povertà, i conservatori optarono per un uomo appartenente alla “tribù tory”, capace di trasformare l'immagine e la natura di un partito ormai invecchiato, che detestava il fatto di vivere nel XXI secolo. Cameron ripulì l'immagine stantia e allo stesso tempo si presentò come “l'erede di Blair”. Così ha affascinato la nuova incarnazione dell'elettore da convincere, il “Motorway man”, un ambizioso manager del terziario, che vive fuori città, ha un mutuo e vuole mandare i figli a studiare in una scuola privata. Ecco l'identikit degli inglesi che con il voto di ieri hanno determinato il prossimo governo britannico.
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