Mistero cardinale

Schönborn, spettacolo e strategia

Paolo Rodari

Che è successo all'arcivescovo di Vienna, il controverso e prestigioso cardinale Christoph Schönborn? Perché ha dato uno schiaffo in pubblico all'ex capo della curia romana, il cardinale Angelo Sodano? Manifestando ancora una volta durezza estrema, una asperità costi-quel-che-costi, sulla questione dei peccati carnali dei preti cattolici, l'arcivescovo agisce in sintonia con l'opinione secolare del suo paese o con quella del Papa? Schönborn è sempre stato presentato non solo come uno degli allievi di Ratzinger, ma anche come uno dei suoi sostenitori più leali.

Leggi il ritratto di Christoph Schönborn - Leggi la lettera da Fatima di Aldo Maria Valli

    Che è successo all'arcivescovo di Vienna, il controverso e prestigioso cardinale Christoph Schönborn? Perché ha dato uno schiaffo in pubblico all'ex capo della curia romana, il cardinale Angelo Sodano? Manifestando ancora una volta durezza estrema, una asperità costi-quel-che-costi, sulla questione dei peccati carnali dei preti cattolici, l'arcivescovo agisce in sintonia con l'opinione secolare del suo paese o con quella del Papa? Schönborn è sempre stato presentato non solo come uno degli allievi di Ratzinger, ma anche come uno dei suoi sostenitori più leali.

    Fu con lui che il Papa scrisse la nuova versione del catechismo. Fu Schönborn che presentò in Vaticano la prima parte del libro di Ratzinger su “Gesù di Nazaret”. E' lui l'invitato permanente ai seminari con gli ex allievi tenuti ogni fine estate a Castel Gandolfo. Un anno fa pranzò col Papa e, assieme ad altri tre cardinali, arrivò a mettere in discussione le capacità governative del segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone. Non è facile dire cosa il Papa pensi di Schönborn, che da oltre dieci anni regge l'Austria, chiesa sorella della amata Baviera. Anche perché non è facile in generale capire bene cosa Ratzinger pensi dei cardinali e dei vescovi più eminenti. Su Carlo Maria Martini è critico, pensano in molti. Ma quando ha parlato in pubblico di Martini, Ratzinger l'ha sempre elogiato. Quanto a Schönborn, si sa che cosa il Papa ha detto a lui e ai vescovi austriaci le due volte che li ha ricevuti in visita ad limina apostolorum, cioè in forma ufficiale, solenne.

    Nel 2005 l'episcopato d'Austria fu tra i primi, pochi mesi dopo l'elezione, a essere convocato in Vaticano dal Papa. Il Pontefice fu severo. Accusò i vescovi austriaci di tacere punti importanti della dottrina e della morale per paura di proteste e derisioni del mondo. Disse loro: “Non fatevi illusioni! Un insegnamento cattolico che viene offerto in maniera incompleta è una contraddizione in sé e non può essere fecondo nel lungo periodo”. Poi li riconvocò nel 2009 dopo che, per le proteste dei presuli e di molti fedeli, fu costretto a revocare la fresca nomina dell'ausiliare di Linz, Gerhard Maria Wagner, rigettato in quanto troppo conservatore (aveva definito “giudizio di Dio” l'uragano Kathrina). L'incontro fu a porte chiuse, il Papa fu molto duro. Il suo giudizio suoi vescovi austriaci, che non furono fervorosi nel difenderlo all'epoca dell'incidente occorso con la revoca della scomunica ai tradizionalisti di Ecône, non cambiò. E indirettamente sembrò coinvolgere anche Schönborn. Chi è dunque l'arcivescovo di Vienna per Ratzinger? Il vaticanista Sandro Magister così scrisse nel giugno di un anno fa: “Un vistoso contrasto riguarda il numero uno dei vescovi austriaci, il cardinale Schönborn. E' considerato amico fidato di Ratzinger, ma in patria lascia libero campo a correnti antiromane”.

    Questa volta ha parlato troppo, ma era off the record”. Così dice al Foglio una fonte ben introdotta nella curia viennese. Si riferisce alle parole che il cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn ha detto il 28 aprile durante un incontro informale avuto con dei giornalisti austriaci. Lo scontro ruvido con la curia era noto. Il Foglio aveva informato i lettori in anteprima il 15 aprile scorso. Dopo l'incontro di fine aprile allo scontro si aggiunge in modo piuttosto inusuale l'elemento personale: il nome dell'altissimo prelato curiale. Alcuni giornali austriaci hanno riportato quanto Schönborn aveva detto dell'ex segretario di stato vaticano, oggi decano del collegio cardinalizio, il cardinale Angelo Sodano: “E' una pesante offesa per le vittime” definire “chiacchiericcio”, come ha fatto Sodano in piazza San Pietro il giorno di Pasqua, le informazioni sugli abusi sessuali su minori. E poi: “Sodano ha impedito quindici anni fa la creazione di una commissione d'indagine sul caso di Hans Hermann Groër”, il predecessore di Schönborn a Vienna, morto nel 2003 in sospetto dal 1995 di molestie sessuali.   

    Alle accuse Sodano non ha replicato. Padre Federico Lombardi ha scritto una nota in sé ambivalente sul Corriere della Sera di ieri. A differenza di quanto scritto il giorno prima da Alberto Melloni sul giornale milanese, l'intervento di Sodano in piazza San Pietro non fu concordato col Papa: le parole di Lombardi suonano in parte come una presa di distanza da Sodano, che era stato molto protettivo con il Papa nella sua esternazione pasquale. Già qualche giorno fa il portavoce aveva detto a un giornale austriaco: le parole di Sodano non sono state “certamente tra le più prudenti”. Tuttavia l'Osservatore Romano il 7 aprile aveva apprezzato l'intervento fatto da Sodano in piazza San Pietro chiedendogli un'intervista pubblicata in prima pagina con un titolo eloquente: “Con la chiesa a fianco del Papa”. Un po' conservatore, un po' riformatore. Gran teologo, pastore tra i conflitti.  Schönborn è un papabile con due facce. Non sempre mantiene la barra del governo pastorale diritta. Quando si trova a parlare con la stampa, in particolare, non si contiene e apre eccessivamente alle aspettative di quest'ultima. Ma c'è chi lo giustifica: le pressioni dei media e della chiesa progressista, in Austria, sono fortissime.

    Alla curia romana Schönborn non fa sconti. Dice che il Papa “sa che è necessaria una riforma, anche sulla scorta dello scandalo pedofilia”, ma che “non prenderà misure drastiche perché non è nel suo stile”. Ma quali azioni il Papa dovrebbe mettere in campo, Schönborn non lo chiarisce. Più esplicite, invece, le accuse alla curia sotto Wojtyla. Ma l'arcivescovo di Vienna non cita mai né Wojtyla né il suo segretario, Stanislw Dziwisz, che in quanto capo dell'appartamento pontificio non era un alleato curiale di Sodano segretario di Stato. Nella chiesa convivono due linee diverse e opposte su come fronteggiare l'offensiva secolare sui peccati carnali del clero. Da Vienna la divisione si vede bene, e diventa spettacolo e forse strategia.

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