Signora mia
Per fortuna ci pensano le signore. A gettarsi nel fuoco per salvare i mariti, a difendere l'onore, a mostrare al mondo chi resta, battagliera, accanto a un uomo in difficoltà. Valeria Marini, Anna Falchi, Roberta Serdoz, fra le altre, ora anche Maria Teresa Verda Scajola e l'onorevole Manuela Repetti: non ancora moglie, ma molto fidanzata con il ministro Sandro Bondi, tanto che Denise Pardo sull'Espresso aveva ironizzato sul grande amore.
Per fortuna ci pensano le signore. A gettarsi nel fuoco per salvare i mariti, a difendere l'onore, a mostrare al mondo chi resta, battagliera, accanto a un uomo in difficoltà. Valeria Marini, Anna Falchi, Roberta Serdoz, fra le altre, ora anche Maria Teresa Verda Scajola e l'onorevole Manuela Repetti: non ancora moglie, ma molto fidanzata con il ministro Sandro Bondi, tanto che Denise Pardo sull'Espresso aveva ironizzato sul grande amore. Il ministro ha subito scritto una lettera amareggiata contro questa idea del giornalismo “che nella vita non ci sia niente di buono, di bello, di puro”, “la vostra sensibilità si è rattrappita a causa della faziosità e dell'intolleranza politica che vi anima”. Un uomo che difende la donna che ama, invece di andare a comprare le sigarette, è una notizia, e Manuela Repetti, deputato Pdl, ha ricambiato il bel gesto scrivendo una lettera al Giornale per difendere “Sandro, conoscendolo quasi più di me stessa”, dalle illazioni su nomine e simili. “Mi è tornato alla mente il ‘Processo' di Kafka, che ho avuto il piacere di leggere più di una volta” (per essere gente di cultura il “Processo” va letto fra le tre e le cinque volte). Manuela Repetti sa che non verrà trovato nulla a carico di Bondi, ma spiega che “guardando l'espressione incredula del suo viso alla lettura di alcuni quotidiani, il mio pensiero mi ha condotto a rivivere l'angoscia del protagonista kafkiano”.
Il ministro sarà stato fiero di questa millesima e letteraria dichiarazione d'amore, invece Claudio Scajola si è dissociato dall'intervista della moglie Maria Teresa alla Repubblica. Situazioni molto diverse, ma in entrambi i casi due signore con la spada. “Preciso di non condividerne il contenuto – ha detto Scajola riguardo alle dichiarazioni della moglie – In particolare, non è assolutamente conforme al vero la circostanza che io abbia deciso di non presentarmi dinanzi ai pubblici ministeri di Perugia per non ‘creare problemi ai veri colpevoli' o a ‘persone molto più coinvolte di me'”. Scajola non sa chi gli paga la casa, non sa cosa dice la moglie, soprattutto non apprezza i gesti amorosi (lei, affettuosa, l'aveva definito “uno capace, uno tosto”, uno vittima della sua stessa bravura, “sembra quasi che qualcuno gli voglia male, qualcuno che lo invidia”, e via una serie di elogi a intelligenza, leadership, personalità) e anzi ha chiesto alla stampa di non cercare altre dichiarazioni dai suoi familiari (non è un attestato di grande fiducia). Visto che di uomini innamorati come Bondi ne esistono pochi, la prossima volta la signora Scajola risponda a tono: “Mio marito? L'ho sposato a sua insaputa”.
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