Ha fatto ottimi ascolti, ma né lui (né altri) avrebbero mai scelto un addio alla Campbell Brown della Cnn.
Il senso di Santoro per gli affari
Già si sente la mancanza di Michele Santoro, ed è triste pensare che questi giovedì sera saranno gli ultimi (si sente molto la mancanza anche delle “belle sfide” con Niccolò Ghedini, come le ha definite Ghedini stesso sul Corriere della Sera: momenti epici in cui Santoro o Marco Travaglio parlavano, raccontavano qualcosa di incitante alla rivoluzione e Ghedini rispondeva “ma va là”, era così interessante).
Già si sente la mancanza di Michele Santoro, ed è triste pensare che questi giovedì sera saranno gli ultimi (si sente molto la mancanza anche delle “belle sfide” con Niccolò Ghedini, come le ha definite Ghedini stesso sul Corriere della Sera: momenti epici in cui Santoro o Marco Travaglio parlavano, raccontavano qualcosa di incitante alla rivoluzione e Ghedini rispondeva “ma va là”, era così interessante). A ogni puntata Santoro diceva che quella poteva essere l'ultima sera, che li volevano chiudere ma lui avrebbe resistito, combattuto per tutti, che sarebbe andato in onda anche dentro una fontana o in una scatola di cartone, che la sua vita era quella e basta, e a volte veniva da credergli (i suoi collaboratori, che hanno scoperto l'altra sera tardi di essere più o meno disoccupati, ci credevano del tutto: la purezza del capo, agli occhi dei puri, non era in discussione).
Un uomo di spettacolo, bravissimo, capace di uccidere un ospite con uno sguardo o con un gesto della mano (se Santoro interrompe: “Sì sì, me lo dice dopo la pubblicità”, significa che è finita), uno che oltre al denaro ama i colpi di scena, come quando si presentò completamente biondo, o quando iniziò la trasmissione cantando con un filo di voce “Bella ciao”. L'ultimo coupe de théâtre è andarsene di sorpresa (senza andarsene davvero) con una carriola di milioni (due e mezzo, sette, dieci, un deposito pieno di monete d'oro, gli euri crescono a dismisura nell'immaginario, nei pettegolezzi e nell'invidia di chi vorrebbe ma mai riuscirà a ottenere tanto) che lo rendono un po' meno eroe perseguitato ma molto accorto e abbastanza ricco. “Io non sono uno a cui piace il lusso. Vivo, tutto sommato, quasi come vivevo quando avevo vent'anni”, aveva detto a Claudio Sabelli Fioretti qualche tempo fa. Stasera, quando saremo tutti incollati alla televisione, Santoro, nuovamente protagonista assoluto (in studio succedeva, a volte, una cosa intollerabile: che applaudissero di più Marco Travaglio) dirà qualcosa di eroico, racconterà i pensieri che nemmeno i suoi scudieri, attoniti, conoscono: “Convinto come sono di aver agito ancora una volta nell'interesse del pubblico”, ha detto. Santoro non agisce mai nel proprio interesse e i soldi sono minuzie, dettagli, roba per distrarre gli sciocchi dai veri drammi della gente.
Certo il suo non sarà un addio alla Campbell Brown, conduttrice di talk show politici che lascia la sua trasmissione sulla Cnn così: “Potrei dire che mi fermo perché voglio passare più tempo con i miei bambini, o che lascio per cercare altre opportunità, ma non ho mai molto tollerato i pretesti degli altri: il fatto puro e semplice è che non c'è abbastanza gente che vuole guardare il mio programma”. Qui non lo farebbe mai nessuno (piuttosto ci si uccide in diretta per alzare lo share), e Santoro ha sempre fatto ottimi ascolti, ma sarebbe bellissimo e nobile che Michele il censurato, Michele l'ombroso, il solitario, lo scomodo, l'incompreso, Michele l'europarlamentare suo malgrado, Michele disposto ad andare in onda da una roulotte, stasera che è diventato per sempre un pasciuto signore borghese si presentasse a noi spettatori innamorati nuovamente biondo e nuovamente cantando. Stavolta, al posto di “Bella ciao”, sarebbe perfetta “Diamonds are a girl's best friend”, come Marilyn Monroe.
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