Parla il cofondatore
Sulle intercettazioni Fini è proprio d'accordo con il Cav.
Gianfranco Fini pensa che una legge che regolamenti l'uso delle intercettazioni telefoniche sia “doverosa”, esprime cautela nei confronti del testo in discussione al Senato, e ritiene da ridimensionare l'episodio del sottosegretario del dipartimento Penale americano con delega per la lotta alla criminalità organizzata, Lanny Breuer. Incalzato dai giornalisti, il politico americano aveva detto: “Non vogliamo che succeda niente che impedisca ai magistrati italiani di continuare l'ottimo lavoro fatto finora”.
Gianfranco Fini pensa che una legge che regolamenti l'uso delle intercettazioni telefoniche sia “doverosa”, esprime cautela nei confronti del testo in discussione al Senato, e ritiene da ridimensionare l'episodio del sottosegretario del dipartimento Penale americano con delega per la lotta alla criminalità organizzata, Lanny Breuer. Incalzato dai giornalisti, il politico americano aveva detto: “Non vogliamo che succeda niente che impedisca ai magistrati italiani di continuare l'ottimo lavoro fatto finora”. Chiosa Fini: “Le sue parole sono chiare, ma bisogna vedere a quale domanda rispondeva”. Ovvero, è improbabile si riferisse proprio a uno specifico disegno di legge. Come in effetti lo stesso Breuer ha poi chiarito.
Il presidente della Camera smorza le polemiche sul provvedimento approvato in commissione a Palazzo Madama: “Non si può giudicare un provvedimento prima che sia discusso e licenziato dall'Aula”. Ma aggiunge: “Sono certo che alla fine verrà emendato e in ogni caso è previsto ancora un passaggio a Montecitorio. Quella legge viene fuori anche da un lavoro di grande perizia di Niccolò Ghedini e Giulia Bongiorno”. Insomma il cofondatore del Pdl invita alla calma e non sembra condividere l'enfasi battagliera di parte delle opposizioni. Questo nonostante ieri pomeriggio, di fronte Montecitorio, tra la piccola folla che animava una manifestazione a favore della libertà di stampa, si potesse notare l'insolita presenza di tre finiani: il direttore del Secolo d'Italia e parlamentare del Pdl Flavia Perina, il direttore editoriale di FareFuturo, Filippo Rossi, e il radicale-finiano Carmelo Palma.
Tuttavia la posizione dell'area finiana del Pdl è chiara e condivisa prima di tutto da Fini in persona: “Le intercettazioni telefoniche sono state oggetto di abusi nel recente passato e questo è un problema, una questione di diritto e di tutela della dignità personale”. Che tradotto da Italo Bocchino significa: “Il testo del ddl è migliorato al Senato rispetto alla Camera, ma si può e si deve fare di più. E' apprezzabile e giusto vietare del tutto la pubblicazione delle conversazioni intercettate, ma sono controverse due previsioni dell'attuale testo, che riguardano le multe agli editori e il divieto di pubblicazione anche per riassunto”. Chi ha prefigurato “blitz” finiani a Montecitorio o guerriglia parlamentare è destinato, pare, a rimanere deluso perché, al di là di interpretazioni forzose, non tira affatto aria di contesa nel Pdl. D'altra parte, benché “una risposta politica” da parte di Silvio Berlusconi a Fini non sia ancora pervenuta, la traiettoria che un po' tutti cercano di assecondare è quella della pacificazione tra i due leader. La diplomazia non è soltanto quella delle visite di ambasciatori più o meno titolati al piano nobile di Montecitorio, “i telefoni sono caldissimi”, ed è condivisa la necessità di far decantare e mettere definitivamente in silenzio (se ci si riesce) le polemiche.
E' di questi giorni una interessante convergenza tra settori berlusconiani del Pdl e il presidente della Camera. Tutti sono d'accordo – secondo alcuni anche Berlusconi – intorno alla necessità di riequilibrare i rapporti di forza nella coalizione con Umberto Bossi e Giulio Tremonti. Nei discorsi privati, al netto di alcune polemiche pubbliche che gli stessi interessati tendono però a ridimensionare, sia Fabrizio Cicchitto sia Gaetano Quagliariello, ma anche Raffaele Fitto (per tacere di Gianni Letta) sembrano convergere nell'idea che la Lega si stia “allargando un po' troppo”. Le ultime notizie riservate che hanno raggiunto il premier, rassicuranti in merito alle indagini giudiziarie, fanno intravvedere la possibilità che il Cav. ricominci a dettare lui l'agenda di governo. Si farà coinvolgere di più da Tremonti, si farà lui garante degli equilibri con la Lega. Il primo passaggio significativo sarà la settimana prossima, a Tremonti è stato chiesto di illustrare la manovra ai gruppi parlamentari e al partito in una seduta della giunta economica del Pdl.
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