Se davvero la signorina X è una porcella, non è giusto che tutti lo sappiano?
Ai difensori della libertà
Io sto con voi, anime coraggiose, contro le malelingue che vi accusano, il direttore di questo giornale in primis. Io non dimentico il vostro eroismo. Un paio di anni fa pubblicavate le parole di un uomo politico: costui confidava a un amico che la signorina X era “una porcella”. Senza quella preziosa informazione intercettata sotto il sole di Roma, ora gli italiani brancolerebbero in una notte buia dagli esiti incerti.
Io sto con voi, anime coraggiose, contro le malelingue che vi accusano, il direttore di questo giornale in primis. Io non dimentico il vostro eroismo. Un paio di anni fa pubblicavate le parole di un uomo politico: costui confidava a un amico che la signorina X era “una porcella”. Senza quella preziosa informazione intercettata sotto il sole di Roma, ora gli italiani brancolerebbero in una notte buia dagli esiti incerti. Qualcuno potrebbe obiettare che la vostra eccessiva bontà ha travolto la buona educazione e una donna è stata esposta al pubblico ludibrio, ma così dev'essere! Quando si ha in testa il bene della collettività non bisogna guardare in faccia nessuno e soprattutto non è il caso di guardarsi allo specchio.
Rivelare alla cittadinanza l'animalesca natura della signorina X è stata una grande idea non esente da rischi: zia Erminia, donna assai religiosa, sostiene che Dio si è arrabbiato. Dio è un gentiluomo all'antica, dice zia bevendo la tisana; un vecchio rimbambito controbatto io, e farlo arrabbiare è un ulteriore gesto di libertà. Si può fare letteratura e giornalismo anche con la merda. L'hanno scritto Céline e Bukowski e, se non l'hanno scritto, l'hanno sicuramente pensato. Non facciamo gli schizzinosi! Stiamo lottando contro avversari capaci di tutto e non possiamo badare alle buone maniere; per scovare i corruttori nell'ombra e i cessi imbiancati va benissimo ammorbare l'aria con le polveri sottili dell'insinuazione. In tal modo i risultati arrivano. Guardiamoli gli anemonici: erano trecento giovani e forti, pensavano d'avere in pugno il destino della nazione o almeno quello dei loro controsoffitti e sciacquoni, e ora stanno in una lista di proscrizione. Che ridere.
Zia Erminia però non ride, mi osserva perplessa. Che sia dei loro, che anche lei abbia qualcosa da nascondere? Viviamo in tempi difficili. Coraggiosi difensori della libertà, gli amici dell'inganno si sono scatenati, ma anche se dovessero vincere, loro sarà l'infamia e vostra un'imperitura gloria con cui riscaldare tristi inverni. Per questa gloria, insinuano i vostri nemici, mandate sempre tutto in vacca. Le malelingue sostengono che siate voi, con la vostra dissennata oltranza – un divorante cupio dissolvi – i veri fautori di una legge liberticida, che volete più feroce possibile in modo da farvi belli con la morte. Quei cialtroni insinuano che proprio non tolleriate la riuscita, la verità, la... libertà!
Una ben dura battaglia vi attende, amici. Rischierete pesanti sanzioni, forse, soprattutto dovrete combattere l'opinione pubblica; farà la tonta fingendo di non capire come il gesto di mettere nero su bianco che la signorina X è una porcella, sia un atto di civiltà e vada salvaguardato.
Le malelingue infatti diranno che se un giornalista, un editore o un direttore, è convinto che la suddetta signorina meriti l'appellativo di porcella o comunque costui, per un proprio equilibrio ormonale, vuole togliersi lo sfizio di chiamarla così, deve egli trovare il coraggio di presentarsi a casa della signorina per compiere personalmente l'eroico atto di libertà, senza metterlo in bocca ad altri su quotidiani a diffusione nazionale. Ben detto, in apparenza. Ma se davvero la signorina X è una porcella, non è giusto che tutti lo sappiano? E pazienza se i nemici della libertà coglieranno il destro per instaurare il proibizionismo, la libertà esige un prezzo, foss'anche... la perdita stessa della stessa libertà. Ah libertà quante porcate in tuo nome! Ma non sono porcate vane, non sono inutili ribellioni. Non si spacciano gossip per inchieste giudiziarie, non si mischia con sapiente perfidia verità e menzogna se non per un fine tanto più perseguito quanto più impensato: l'oscura voglia di restare prigionieri dei propri pregiudizi. Chapeau!
Il Foglio sportivo - in corpore sano