Memorie di un Innamorato fisso
Maurizio Milani lo abbiamo letto, riletto, commentato, consigliato agli amici e ai conoscenti in dosi non omeopatiche (provocando assuefazione), inviato tramite sms agli sfortunati che momentaneamente si trovavano all'estero, o in luoghi fuori mano dove il Foglio sparisce dalle edicole prima di mezzogiorno. Possediamo tutti i suoi libri. Possiamo citare a memoria interi brani, anche quelli che l'Innamorato fisso non ricorda di aver scritto.
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Pubblichiamo la prefazione di Mariarosa Mancuso al libro di Maurizio Milani: “Mi sono iscritto nel registro degli indagati” (Rizzoli, 204 pp., 15 euro), in libreria in questi giorni
Maurizio Milani lo abbiamo letto, riletto, commentato, consigliato agli amici e ai conoscenti in dosi non omeopatiche (provocando assuefazione), inviato tramite sms agli sfortunati che momentaneamente si trovavano all'estero, o in luoghi fuori mano dove il Foglio sparisce dalle edicole prima di mezzogiorno. Possediamo tutti i suoi libri. Possiamo citare a memoria interi brani, anche quelli che l'Innamorato fisso non ricorda di aver scritto. Sfidando i mugugni dei letterati e la pigrizia di chi lo vorrebbe sempre e comunque sullo scaffale dei comici, da tempo chiediamo – con ampia facoltà di prova, basta leggerlo – che venga promosso nella serie A degli scrittori. Ha i due requisiti che servono: un mondo e una lingua. Il mondo contempla varie forme di teppismo: rubare sul posto di lavoro, dirottare il pullman della Nazionale cantanti, infastidire gli aironi e altre specie protette, gettare rifiuti tossici nel Po.
Tra i mestieri: lavare i tori, pesare i cani, esibirsi nei circhi come uomo dalla testa a frittella o uomo clorofilla. Gli studi: mini-laurea in scienze alimentari, “indirizzo dattero-noci di cocco”. I passatempi: gare di vanto, ragionamenti con estranei, classificazione delle lettere d'amore in cinque categorie, dalla “letterona alla madame Bovary” alla letteraccia. I maschi si denudano per amore, a volte soffrono di “disturbo greco”. Le femmine quando non capiscono si innamorano, le ex morose vengono liquidate con “cento gambe di suino ancora da salare”. Accade in una provincia dove nessuno smania per il suo warholiano quarto d'ora di celebrità, perché sono le celebrità a presentarsi con assurde e imperiose richieste: va molto il fidanzamento “senza averlo deciso prima” e il “limonare duro”. La lingua ha le stesse cadenze lombarde della grande Franca Valeri e del grande Alberto Arbasino, da cui Milani discende in linea diretta.
Trasforma “provvisorio” in un avverbio, e lo fa diventare una delle più graziose parole del dizionario italiano. Con qualche malinconia: “Quando vedo uno scatolone mi viene da andarci dentro. Rintanarmi. Ho quel disturbo lì, per il resto sto bene. Il problema è che gli scatoloni non li puoi evitare. Quando meno te l'aspetti, lungo la via te ne trovi uno. Per cui, qualsiasi cosa stia facendo, devo piantarla lì e andare dentro il cartone”. E qualche tocco alla Guido Gozzano, innamorato confesso “di tutte le signore / che scelgono le paste nelle confetterie”. Nel mondo di Maurizio Milani, si fa avanti uno specialista: “Come lavoro scelgo le paste. Sto fisso in piedi davanti alla pasticceria del mio comune. Quando una signora mi fa cenno con il capo entro con lei e le faccio io il vassoio. Sotto le otto paste non lavoro. Costa di più alla cliente la mia coreografia che il cabaret di paste”. In una poesia intitolata “Cocotte”, Guido Gozzano riporta la conversazione tra una cattiva signorina che i genitori impongono di non frequentare e il quattrenne del giardino accanto, divisi da una cancellata.
Lei: “Piccolino, che fai solo soletto?”. Lui: “Sto giocando al Diluvio Universale”. Milani da piccolo lo immaginiamo così, nella natia Codogno, mentre gioca con le formine di plastica al Diluvio Universale. Carlo Barcellesi in arte Maurizio Milani si presenta agli appuntamenti regalando biscotti di Codogno, in una scatola di latta come non ne fanno più (se non nella pasticceria del suo comune). Racconta storie che puntualmente ritroviamo nei suoi libri: il pro e il contro dei fidanzamenti in casa, i parcheggi che non si sa mai a che ora tirano giù la serranda, i giuramenti necessari per entrare nelle forze dell'ordine, il Meridiano con l'opera completa di Alvaro Vitali che la Mondadori pubblicherà nel 2019. “Ho deciso di correre il rischio di conoscerla”, scrisse una volta un fan a un romanziere che aveva molto amato, chiedendo di incontrarlo per un caffè. Un po' per sprezzatura: non sta bene sembrare fan assatanati, disposti a mendicare un appuntamento con il proprio idolo. E un po' perché gli scrittori bravi il meglio lo mettono nei libri, quindi non è detto che a cena superino la prova. Milani ne esce trionfante. Supera anche la prova numero due, rivelandosi un perfetto accompagnatore ai cocktail editoriali: uno che adopera il Meridiano di Proust per steccare la zampa del bovino azzoppato zittisce qualunque romanziere chic.
Negli intervalli, si lascia scappare che quando gli dissero che “una del Foglio” lo voleva intervistare, il primo pensiero fu: “Ci devo proprio andare? Il Foglio nei bar non l'ho mai visto”. Accettato l'invito, visto che si parlava di libri, raccontò il suo incontro con l'Ulisse di Joyce, letto per far colpo su una ragazza, con il manuale di istruzioni. “Lo sa che c'è un libretto che spiega tutto?”. Milani è informatissimo su ogni cosa. Non gli sfugge il primo ministro Blair voglioso di punire gli infortunati che bevono o fumano (e quelli che si sono rotti una gamba sciando? e quelli che sono caduti dalle scale cambiando la lampadina in casa? potevano evitarlo…), o gli attori dei telefilm che fanno esperienza sul campo, e lo raccontano nelle interviste ai giornali. Milani – o la sua controfigura romanzesca – vede l'attore in corsia, ad accompagnare il medico, e decide di denunciarlo. “Facciamo un esposto alla competente procura della Repubblica, sperando che a raccogliere la denuncia ci sia solo il magistrato e non un attore che deve imparare la parte per girare una fiction sulla giustizia”. Sa dove si comprano gli sgabelloni da circo, quando e perché l'Associazione Fidanzati proclama uno sciopero selvaggio, ha una buona causa per cui battersi: “Sono contro l'Amazzonia, sto raccogliendo firme. E' inutile, va tagliata, però Sting e Bono non vogliono”. Appena ha un momento libero, per non essere da meno, corre a iscriversi nel registro degli indagati.
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