Tutti pazzi per Virginia Agnelli, a cominciare dalle sue due biografe
Per Marina Ripa di Meana, che con la giornalista Gabriella Mecucci le ha dedicato un libro (esce il 7 giugno, si intitola “Virginia Agnelli. Madre e farfalla”, lo pubblica Minerva Edizioni e il Foglio di sabato 5 giugno ne anticipa ampi stralci in un inserto di dodici pagine), Virginia Agnelli, madre dell'Avvocato e dei suoi sei fratelli, ha probabilmente un'unica caratteristica poco condivisibile: l'avversione per i cappelli. Che Virginia, in rotta spavalda con questa e altre convenzioni del suo tempo e della sua classe, non portava mai, e che invece Marina Ripa di Meana porta, eccome.
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Sabato sul Foglio in edicola troverete ventotto pagine di speciale su Virginia Agnelli. A soli due euro sarà possibile leggere un estratto dal libro di Marina Ripa di Meana e Gabriella Mecucci "Virginia Agnelli. Madre e farfalla".
Per Marina Ripa di Meana, che con la giornalista Gabriella Mecucci le ha dedicato un libro (esce il 7 giugno, si intitola “Virginia Agnelli. Madre e farfalla”, lo pubblica Minerva Edizioni e il Foglio di sabato 5 giugno ne anticipa ampi stralci in un inserto di dodici pagine), Virginia Agnelli, madre dell'Avvocato e dei suoi sei fratelli, ha probabilmente un'unica caratteristica poco condivisibile: l'avversione per i cappelli.
Che Virginia, in rotta spavalda con questa e altre convenzioni del suo tempo e della sua classe, non portava mai, e che invece Marina Ripa di Meana porta, eccome. “Amo moltissimo la figura di Virginia – racconta Marina Ripa di Meana al Foglio – e certamente il mio interesse per lei, insieme con l'idea del libro, nascono da moventi ‘estetici', dalle sue rare immagini e dai ricordi di coloro che l'hanno conosciuta. Tutti fatalmente incantati da quella donna bellissima, con una gran capigliatura rossa, così stravagante e inclassificabile. Non nascondo di essermi un po' identificata in quella donna frivola ma capace di difendere come una tigre i suoi sette figli. Una libertina che al momento giusto dimostra coraggio, genio e amore per Roma, come nell'organizzazione dell'incontro tra Pio XII e il generale Wolff, l'‘Operazione Farnese' alla quale si deve la salvezza della città durante l'ultima guerra”.
Eppure, prosegue Marina Ripa di Meana, “proprio in quel capolavoro politico di Virginia, che noi raccontiamo con molti particolari e che le viene riconosciuto da storici insigni, può esserci uno dei motivi dell'oscuramento familiare della memoria di Virginia. Quasi ci fosse stato il timore di farla apparire collusa con i tedeschi, mentre lei merita per sempre la riconoscenza di tutti gli italiani. Credo, comunque, che alla base della rimozione pubblica di Virginia, alla quale la nostra ricerca vuole rimediare e il cui agente principale è stato senza dubbio il figlio Gianni, ci sia il fatto che ai miti, e lui in un certo senso lo era, non è consentito avere parenti”.
Non era giusto, aggiunge l'altra autrice del libro, Gabriella Mecucci, “lasciare intatto il silenzio su un personaggio come Virginia. Di lei non mi ha interessato semplicemente l'aspetto passionale e trasgressivo, fuori dalle convenzioni e dai conformismi della sua epoca. Quello che mi ha davvero colpito, a mano a mano che ci immergevamo nelle carte che la riguardavano – soprattutto quelle relative al contenzioso con il potentissimo suocero – è il suo fortissimo senso della maternità. Lo si vede anche nell'affetto che i figli le portano, in come fosse straordinariamente corrisposto l'amore di Virginia per loro. Persino in Gianni, uomo del quale è rimasta leggendaria la freddezza, quell'amore ha preso aspetti caldi e combattivi. E' lui che dice al nonno: ‘Ora basta, vogliamo tornare con mammà'. E poi c'è l'affetto protettivo di Virginia per il figlio Giorgio, tossicodipendente, candidato a una morte precoce, forse suicida, a sua volta cancellato nella memoria familiare ‘ufficiale'. Virginia Agnelli – dice ancora Gabriella Mecucci – è stata una lottatrice. Ha saputo lottare per i figli e anche per vivere liberamente il suo amore con Curzio Malaparte. Virginia afferma sempre la propria personalità, anche quando inventa il Sestrière con suo marito Edoardo, o quando tifa per la Juventus, e si presenta in tribuna con un cane nero e uno bianco. C'è una sua cifra inconfondibile, fatta di ingenuità e di femminilità in apparenza fragile, che nasconde una personalità fortissima. Siamo state molto felici di averla potuta scoprire e raccontare”.
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