Carotaggio Strega
Cinquina alla prova. Paolo Sorrentino supera il doppio esame, l'editor dormicchia
La cinquina, la cinquina!” urlano tutte le Fulvie in tutti i salotti al sabato sera. La cinquina dello Strega è stata annunciata l'altro ieri in casa Bellonci, ieri i fortunati hanno letto al pubblico di Massenzio un miniracconto di una cartella sul tema “Il piacere”. Lo si pretende scritto in ventiquattr'ore, così come le votazioni si pretendono trasparenti: ma i nomi dei dodici papabili erano noti da metà aprile, solo la scaramanzia vietava di portarsi avanti con il compito.
La cinquina, la cinquina!” urlano tutte le Fulvie in tutti i salotti al sabato sera. La cinquina dello Strega è stata annunciata l'altro ieri in casa Bellonci, ieri i fortunati hanno letto al pubblico di Massenzio un miniracconto di una cartella sul tema “Il piacere”. Lo si pretende scritto in ventiquattr'ore, così come le votazioni si pretendono trasparenti: ma i nomi dei dodici papabili erano noti da metà aprile, solo la scaramanzia vietava di portarsi avanti con il compito. Resta fuori Rosa Matteucci con “Tutta mio padre”, uno dei libri più belli dell'anno. Sono dentro Silvia Avallone, Lorenzo Pavolini, Matteo Nucci, Antonio Pennacchi e Paolo Sorrentino. A lui e al suo romanzo “Hanno tutti ragione” (Feltrinelli, scarrafone nero su copertina candida) tocca il primo carotaggio di pagina 69.
Alla pagina scelta da McLuhan per l'assaggio del lettore incerto (e malfidente sull'incipit, dove qualsiasi romanziere non masochista dà il meglio di sé), il regista del “Divo” e “L'amico di famiglia” parla di seduzione: arte che Franco Battiato – il vero, non l'imitazione di Fiorello – dice di ammirare, ma “come il tiro con l'arco, non ho mai praticato”. E la praticano poco gli scrittori italiani, che o sono pornografi oppure sono verginelle. Non Tony Pagoda, cantante da night e protagonista del romanzo, che dall'esperienza ha ricavato una sua teoria. “Sui rapporti amorosi mi pare di capire che, di base, le donne hanno una pigrizia interna: ‘No, non voglio, non ora, no grazie'. Madri apprensive le hanno allenate come atlete olimpiche a organizzare sfaccettate forme di rifiuto”.
Non male, abbastanza per far venire la curiosità e per constatare che Sorrentino butta un occhio su qualcosa di diverso dal suo ombelico – già l'ombelico delle femmine è un passo avanti, rispetto al narcisismo del romanziere nostrano – e scrive bene. “Ironia con la pala” è il primo consiglio che Tony Pagoda spartisce con il lettore. “Ironia, non barzellette” è il secondo consiglio. Pausa di riflessione in bagno, “dopo che avete azzeccato la battuta o il pensierino arguto”. Se manca l'ironia, supplisce il ritmo: “Convulso, elettrico, agitato ma non troppo, altrimenti diventa snervante, vorticoso ed insensato”. Le femministe e le michelemarzano non approveranno, noi traditrici vorremmo sapere cosa succede quando a lei viene l'emicrania, fattispecie prevista ma sviscerata a pagina 70 (e quando uno si impone una regola poi la deve rispettare).
Il gioco consente un secondo carotaggio a pagina 99 (come suggerito da Ford Madox Ford, che era un romanziere e non un massmediologo). Trattasi di dialogo, non più di monologo, con tale Samanta che va a scuola, deve essere interrogata in stenografia, chiede a Tony di falsificare la firma del padre sulla giustificazione. Attorno “orde inutili di ragazzi con un'acne che sembrano cieli stellati si riversano nell'edificio fatiscente e male illuminato”. Belli i cieli stellati con l'acne, meno il fatiscente appiccicato all'edificio, “inutili” si poteva levare senza danni. Lo scrittore ci sa fare, l'editor dormicchia.
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