I video di YouTube finiscono al Guggenheim

Giulia Pompili

La nuova esposizione biennale del Guggenheim, uno dei musei più prestigiosi e autorevoli al mondo, sarà una produzione di YouTube. Questa è l'ultima conseguenza dell'interazione tra arte e nuove tecnologie: la collaborazione tra la fondazione Guggenheim e la più grande comunità di video online al mondo, ha portato alla creazione del canale YouTube Play.

    La nuova esposizione biennale del Guggenheim, uno dei musei più prestigiosi e autorevoli al mondo, sarà una produzione di YouTube. Questa è l'ultima conseguenza dell'interazione tra arte e nuove tecnologie: la collaborazione tra la fondazione Guggenheim e la più grande comunità di video online al mondo, ha portato alla creazione del canale YouTube Play, lanciato lunedì scorso, dove gli utenti possono inviare i loro video che saranno poi valutati da una giuria di artisti professionisti. I migliori venti vedranno le proprie opere esposte nei famosi musei sparsi in tutto il mondo.

    YouTube Play è un vero e proprio talent show artistico-multimediale, che "ridefinisce la cultura dei media cambiando il modo in cui il mondo crea, contribuisce e guarda i video", dice Ed Sanders, marketing manager di YouTube. Negli ultimi due decenni, c'è stata una rivoluzione nel modo di concepire la “cultura visiva”. Secondo i realizzatori del contest, l'immagine in movimento fa ormai parte di diritto delle pratiche d'arte contemporanea, e ora stiamo assistendo alla potenza di Internet per stimolare e diffondere nuove forme di media digitali, inclusi video online. Dice Richard Armstrong, direttore della fondazione Solomon R. Guggenheim e del museo Guggenheim di New York: “I video online rappresentano oggi la più convincente e innovativa forma di espressione personale. Questo progetto è nato per ispirare e incoraggiare la creazione e la promozione di questa forma d'arte, che, grazie a YouTube Play, si rivela essere alla portata di chiunque usi un computer e abbia accesso a Internet”. L'obiettivo del progetto è quindi quello di scoprire e promuovere lavori che siano in grado di ampliare la nozione di video per come la conosciamo oggi.

    Il “tubo”, però, non è nuovo alla sperimentazione artistica
    e condivisa dagli utenti: nel 2009 la YouTube Symphony Orchestra ha offerto a chiunque avesse un collegamento a Internet la possibilità di suonare alla Carnegie Hall, idea ripresa anche dal compositore e direttore d'orchestra statunitense Eric Whitacre. Il trentenne musicista ha creato un coro virtuale su YouTube, che ha visto la partecipazione di centinaia di cantanti provenienti da ogni parte del mondo, tutti comodamente seduti sulla propria sedia davanti alla webcam. E non c'è solo arte: nel 2007 i dibattiti della Cnn/YouTube hanno dato l'opportunità di rivolgere delle domande ai candidati alle elezioni presidenziali americane.

    Per partecipare alla gara di YouTube Play-Guggenheim bisognerà presentare video nuovi o già esistenti, creati negli ultimi due anni, entro il 31 luglio 2010. Oltre ai venti scelti dalla giuria, che saranno presentati al Museo Guggenheim di New York durante un evento speciale il 21 ottobre 2010, sarà possibile vedere altri duecento creazioni sul canale YouTube Play, come in una mostra virtuale permanente.

    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.