Addentare Crudelia a Teheran. Appello di SDM in difesa di Peggy e Pongo

Stefano Di Michele

E così, adesso, invece di Crudelia De Mon, scotennatrice di bestiole, quelli “immondi” sarebbero Peggy e Pongo e la vispa figliolanza maculata? E sarebbero tutti “occidentali” i cagnetti e i cagnoni – e i pechinesi, allora, dove li mettiamo? Certo bisogna avere la capoccia di un membro della “polizia morale” – quella che va vagando per le strade di Teheran a controllare la fuoriuscita dei capelli dai foulard – per piazzarsi su questa lunghezza d'onda anticanina.

    E così, adesso, invece di Crudelia De Mon, scotennatrice di bestiole, quelli “immondi” sarebbero Peggy e Pongo e la vispa figliolanza maculata? E sarebbero tutti “occidentali” i cagnetti e i cagnoni – e i pechinesi, allora, dove li mettiamo? Certo bisogna avere la capoccia di un membro della “polizia morale” – quella che va vagando per le strade di Teheran a controllare la fuoriuscita dei capelli dai foulard – per piazzarsi su questa lunghezza d'onda anticanina. Che poi, siccome adesso ci si è messo pure un grande ayatollah a sentenziare in proposito, “i rapporti amichevoli con i cani sono una cieca imitazione dei costumi occidentali”, dopo la raccapricciante visione di gente a spasso con le bestiole per le strade e persino film di registi iraniani con cani e uomini – un deleterio ammasso di peli e coccole, manco si trattasse di Bianca e Bernie, o Lessie, o Rin Tin Tin – la faccenda si fa seria.

    Ora, pare accertato che Ahmadinejad abbia quattro cani
    – da guardia, però, tedeschi di Germania, né carezze né passeggiate, niente svenevolezze, raus!, e quindi si possono tenere. Come si possono tenere, a sentire l'ayatollah, anche per andare a caccia: insomma, per essere usati (innocenti) per il peggio che i loro padroni possano praticare. I padroni dei cani iraniani si difendono dicendo che Allah nulla dice sui cani, allora che hanno da ridire questi altri? Se non c'è niente nel Corano, c'è però qualcosa nelle teste della teocrazia, e così il placido bau bau, l'innocuo scodinzolare, si muta, dicono i giornali, in “acquisiscenza all'invasione culturale occidentale” – che poi, pure qui da noi, ogni tanto scoprono certi canili abusivi che, per sbirresca conformazione e ferocia di detenzione, farebbero l'invidia della locale “polizia morale”.

    Povere bestie (e povere, da quelle parti, anche le creature umane: Neda non era un cane, è finita peggio di un cane). Più una situazione è immonda, e più i responsabili accusano gli altri di esserlo – uomini e donne appena capita l'occasione, le bestie per cominciare a farsi la mano. Questa storia del cane occidentale (e appunto: cane infedele!) appare esemplare e paradossale. Perché un animale sia impuro e uno puro – è roba che transita solo per teste teocratiche o menti teologiche. Così, mentre il furbo gatto se l'è sempre cavata in oriente – dai faraoni alla leggenda che ne vuole uno addormentato sulla manica del vestito di Maometto, che per non svegliarlo taglia la manica e lo lascia dormire (che è poi quello che succede ai proprietari dei gatti pure in occidente, quando vanno a letto e trovano la bestia già di suo accomodata e fieramente inamovibile: e ci si rassegna a passare la notte conformati al suo acciambellamento). Dicono: stare come cani e gatti – che pure faticano a capirsi, essendo il gatto con la coda dritta quando esprime affetto, ed essendo il cane con la coda dritta quando esprime inquietudine; ed essendo lo scodinzolìo per il cane segno di tenerezza, ma figurando lo scodinzolìo stesso, nella coda del gatto, come sintomo di aggressività – ma chiaramente cani e gatti stanno meglio (a volte, spesso) che come cani e umani o umani e gatti.

    A parte la storia bellissima dei sette dormienti, dove un cane vigila, e che in qualche modo è entrata nella tradizione islamica, molto di più sono gli incroci tra le due religioni intorno al baffo felino. E se la leggenda dice che fu la Madonna, accarezzandolo, a lasciare sulla testa del micio quelle linee tigrate che sembrano descrivere una “emme”, così in oriente dicono che quelle linee le abbia invece lasciate il Profeta, passando teneramente la mano sulla fronte della sua gatta. Poi, siccome i pazzi abitano qualunque secolo e qualunque latitudine, sul gatto immondo noi in occidente abbiamo avuto persino un Papa, Gregorio IX – più condizionato dalla paranoia che dallo Spirito Santo – che nel 1233, con la bolla “Vox in Rama”, decise di mandare sul rogo i mici, specialmente quelli neri, che tanto pensiero davano pure a san Domenico, e già che il fuoco era acceso, di sistemare sopra la pira anche le loro povere padrone – le streghe, eccole. Ma ora è il momento di pensare ai cuccioli di Teheran. Centouno tutti in carica, con il sostegno di Pluto e del commissario Rex, all'assalto dei polpacci delle Crudelie De Mon travestite da “polizia morale”. Dove si addenta, si addenta bene.