Mal di Francia
Tra americani fantastici e serbi sorprendenti
Per mezz'ora ci provano entrambe. Sulle fasce di competenza si vedono a sprazzi i tedeschi Mueller e Podolski. Ma il gioco non decolla e la partita non parte. Ci vuole un colpo del destino che arriva al 36'. Nessun allenatore può prevedere come butta la mente di un attaccante che siccome è alto e grosso pensa di poter strafare, di impicciarsi di cose che non lo riguardano e a centrocampo nel corso di un'azione senza futuro attacca da dietro un avversario.
GRUPPO D: Germania-Serbia: 0-1. Arbitro: Undiano (Spa). Reti: 38' pt Jovanovic
Per mezz'ora ci provano entrambe. Sulle fasce di competenza si vedono a sprazzi i tedeschi Mueller e Podolski. Ma il gioco non decolla e la partita non parte. Ci vuole un colpo del destino che arriva al 36'. Nessun allenatore può prevedere come butta la mente di un attaccante che siccome è alto e grosso pensa di poter strafare, di impicciarsi di cose che non lo riguardano e a centrocampo nel corso di un'azione senza futuro attacca da dietro un avversario. E' il secondo giallo per Klose, espulsione e Germania in dieci. Due minuti dopo la Serbia va in vantaggio: Krasic arriva in fondo, rimette al centro, boa del lungagnone Zigic, la palla arriva a Jovanovic che col tempo giusto piega bene il corpo e calcia al volo di sinistro. La Germania fra le squadre che fin qui più avevano impressionato è sotto di un gol e di un uomo: si lanciano all'inseguimento, come tedeschi. Nella ripresa la Germania continua a darci dentro, con più fiato e costrutto della Serbia: al 15' rigore a favore, per fallo di mano in area di Vidic. Calcia il mancino Podolski, Stojkovic intuisce l'angolo giusto e para. Si fa il segno della croce, alza le braccia e lo sguardo al cielo. Al fischio finale, prende ancora il pallone, lo accarezza, lo bacia, forse se lo porta in camera. Il cielo oggi è decisamente serbo.
GRUPPO C: Slovenia-Stati Uniti: 2-2. Arbitro: Coulibaly (Mli). Reti: 13' pt Birsa, 42' pt Ljubijankic, 3' st Donovan, 36' st Bradley
La partita più bella, emozionante vista fin qui. Alla fine del primo tempo gli Stati Uniti sono sotto per due a zero, nella ripresa con cuore insensato e intelligenza agguantano il pareggio: sul filo di lana potrebbero addirittura vincere, ma l'arbitro del Mali annulla un gol regolarissimo.
RIPESCAGGIO: GRUPPO A: Francia-Messico: 0-2. Arbitro: Al Ghamdi (Ara). Reti: 18' st Hernandez, 34' st Blanco (rigore)
E' finita tra i bar fumosi e le strade buie degli angiporti perché così era scritto: nulla, meglio della bella, triste canzone di Francis Cabrel saprebbe raccontare l'amore finito tra un paese, un popolo e la sua Nazionale dopo la lezione impartitale dal giovane e talentuoso Messico. L'Equipe ha messo da parte i merletti, il gioco di parole apparso a caldo sul sito, “oh sombres heros”, che suona indifferentemente “sombrero” e “cupi eroi” che siete affondati: ieri ha scelto la mazza chiodata contro questa banda “di impostori, tromboni, arroganti e ignoranti, che non meritano la nostra tristezza e le nostre lacrime”, contro un allenatore tronfio e megalomane “che segue solo il proprio ego”, contro una Federazione di tromboni che fanno più danni delle vuvuzela. Nessuno spera nel miracolo, e tutti sono convinti che se anche Messico e Uruguay, presi da improvvisa follia, invece di giocarsela aumma aumma e passare entrambi il turno, dovessero battersi alla morte per evitare l'orco argentino, nemmeno in questo caso dei galletti così bolliti saprebbero cogliere l'occasione. La Francia che fu grande oggi non ha gioco né leader né idee né palle, è vero. Ma il tiro al bersaglio con tanto di nome e cognome su Anelka, Ribery, Govou e Sagna, è roba che ti stronca non un calciatore ma un uomo: è perciò crudele e molto ingiusto. Hanno perso tutti, a cominciare dall'allenatore Domenech. Come può vincere una squadra spaccata in clan, bianchi contro arabi, arabi contro neri, neri delle Antille contro neri africani, cattolici contro musulmani, calciatori che giocano all'estero e calcano i grandi palcoscenici europei e quelli che faticano a uscire dalla provincia e guadagnano dieci volte meno, i figli delle banlieue difficili contro Gourcuff, leader potenziale ma troppo timido per esserlo davvero, messo sotto accusa e fatto fuori perché ha la faccia da bravo ragazzo. L'unico momento di unità i bleus pare l'avessero trovato contro le ingerenze della segretaria allo Sport Rama Yade, la Melandri di Sarkozy. Forse ora ce l'avranno anche direttamente con il presidente che aveva telefonato per auguri e incoraggiamenti. Almeno quello di prima, Chirac, portò fortuna.
Il Foglio sportivo - in corpore sano