La vittoria dell'Argentina e la storica partita della Grecia
Tromboni, enarchi, ghetti incompresi. Le pallonate della Francia Mundial
Secondo la South African Press Association Francia e Sudafrica sono state le squadre più brutte viste finora, entrambe meritano di uscire in fretta dal torneo. E'cosa fatta. Il Sudafrica è il primo paese organizzatore del Mondiale che non supera la fase a gironi, ma esce bene: quattro punti, una vittoria, un pareggio, una sconfitta. La Francia vicecampione del Mondo esce invece a pezzi.
GRUPPO A: Francia-Sudafrica: 1-2. Arbitro: Ruiz (Col). Reti: 20' pt Khumalo, 36' pt Mphela, 25' st Maluda
Secondo la South African Press Association Francia e Sudafrica sono state le squadre più brutte viste finora, entrambe meritano di uscire in fretta dal torneo. E'cosa fatta. Il Sudafrica è il primo paese organizzatore del Mondiale che non supera la fase a gironi, ma esce bene: quattro punti, una vittoria, un pareggio, una sconfitta. La Francia vicecampione del Mondo esce invece a pezzi. Prima dell'inizio, i giocatori in blu si mettono in cerchio, cercano l'anima collettiva che è andata in pezzi da tempo. Cantano la Marsigliese senza enfasi, non gridano, non gonfiano il petto. E' subito incubo in piena luce: vagano come fantasmi, senza costrutto né idee per venti buoni minuti, reclamano un rigore che non c'è, poi vanno sotto. Il portiere esce a vanvera su un corner, Khumalo arriva di corsa, da dietro, nessuno lo marca, stacca alto e infila. Dicono i francesi che le disgrazie non arrivano mai da sole: passano appena cinque minuti e Yoann Gourcuff colpisce con il gomito il volto di un avversario, cartellino rosso, l'ex milanista nemmeno protesta, lo si direbbe quasi sollevato. Dieci minuti e il Sudafrica segna il secondo gol, nel finale del tempo manca addirittura il terzo che potrebbe rimetterlo in corsa per la qualificazione. Nella ripresa insiste, colpisce un palo ma è la Francia a segnare: lancio per Ribery, scatta anche Maluda, il primo passa al secondo che segna a porta vuota. E' il gol dell'orgoglio: Francia, quarta, torna a casa. Domani comincia l'era Laurent Blanc, ex grande calciatore, grande allenatore, grande uomo. Domani nasce un'altra Francia. Di questa morta oggi, c'è poco da dire se non che ci si sono messi in tanti per darle l'estrema unzione. I giocatori, l'allenatore, la federazione stessa, da ultimo i politici. Roselyne Bachelot, titolare del ministero dello Sport, è andata da loro: ha detto che avevano sporcato l'immagine della nazione, che erano di fronte a un disastro morale, che nulla sarà più come prima. Poi ha annunciato, dopo concertazione con il presidente della Repubblica, il primo ministro e le autorità competenti, le decisioni seguenti: audit di un gabinetto indipendente per fare luce sui quattro giorni che hanno mandato a picco la Nazionale, dalla partita con il Messico giovedì allo sciopero degli allenamenti, domenica; istituzione di una carta deontologica da leggere e firmare solennemente prima di ogni competizione internazionale, chi non legge e non firma non sarà nemmeno convocato. Alla domanda come hanno reagito i giocatori, ha risposto “hanno applaudito e si sono commossi”. Non devono essere gli stessi di cui parla il numero tre della federazione in un'intervista a un quotidiano regionale. Il segretario della FFF dice che il presidente Jean-Pierre Escalettes aveva saputo l'indomani stesso quello che era successo tra Domenech e Anelka nello spogliatoio durante l'intervallo della partita con il Messico, che quando l'Equipe ha ricevuto la soffiata e dato la notizia, il comitato federale ha chiesto pubbliche scuse al giocatore: l'avvocato di Anelka avrebbe detto no perché aveva intenzione di querelare il giornale. La federazione allora lo espelle. La situazione è ormai fuori controllo. Domenica, i giocatori decidono di non allenarsi, risalgono sull'autobus, fanno chiudere le porte, sbattono le mani sui finestrini, gridano all'autista di partire. Lui e Domenech provano a farli ragionare, a negoziare, “non c'è stato verso” racconta il segretario. I preparatori atletici piangevano dietro un camion, Domenech è dovuto rientrare in albergo da solo. Più tardi alcuni giocatori sarebbero andati a trovarlo in camera per scusarsi. I giovani soprattutto, perché i capi della fronda sono vecchi in declino, che non giocheranno mai più un Mondiale. Una frase ingiuriosa di un giocatore a un allenatore, cosa grave ma corrente nel chiuso di uno spogliatoio quando si perde, è diventato un caso politico con tanto di commissione d'inchiesta e carta deontologica da baciare. Enarchi e tromboni di oggi non perdonano niente. Non si rendono conto che il calcio francese viene in quasi totalità dalle periferie calde delle grandi città, dalle banlieue o dalle ex colonie, che è tutto un fatto di bande e giovani al margine della delinquenza. Così vendono fumo, il sogno black-blanc-beur che già nel 1998 aveva le sue belle crepe e solo la vittoria riuscì a mascherarle. Continuano a dire a ragazzi di venti anni sottratti alla famiglia, all'ambiente, quindi alla realtà e tenuti a bagno nei centri di formazione, che devono essere da esempio per i giovanissimi e salvare l'onore della Nazione. Il calcio è solo un gioco e come scrive l'ex calciatore del Milan e del Psg Vikash Dhorasoo nel suo seguitissimo blog, una società che ha bisogno di un calciatore per difendere il proprio onore, non sta molto bene.
GRUPPO A: Messico-Uruguay: 0-1. Arbitro: Kassai (Ung). Reti: 43' pt Suarez.
In Francia c'era chi avrebbe scommesso che le due squadre in testa nel gruppo, sicure di passare il turno in caso di pareggio, non si sarebbero nemmeno sfiorate. Molti parlavano di combine, più nota in italiano come biscotto. Invece Messico e Uruguay si sono affrontati davvero e con gli uomini migliori: vincere vuol dire evitare l'Argentina negli ottavi. Un po' sottotono il Messico, che nella partita di giovedì contro la Francia ha speso certamente più dell'Uruguay contro il Sudafrica. Comunque giocano alla pari per un po', poi al 42' un lampo di Forlan lancia sulla destra l'Edinson Cavani del Palermo che al volo ributta al centro per la testa di Suarez. Azione da manuale, cinque secondi appena perché non c'è giocatore che possa andare più veloce di un pallone e la Celeste è in vantaggio. Uno a zero è anche il risultato finale. Uruguay e Messico passano agli ottavi come primo e secondo del gruppo A. Incontreranno rispettivamente la seconda e la prima classificata del gruppo B.
RIPESCAGGIO. GRUPPO H: Spagna - Honduras: 2-0. Arbitro: Nishimura (Gia). Reti: 17' pt Villa, 6' st Villa
L'ultima partita della seconda giornata fa vedere ben altra Spagna rispetto a quella contro la Svizzera. Questa volta davvero le “furie rosse” sembrano incontenibili. A dire il vero avevano bombardato una trentina di volte anche la porta svizzera ma senza ferire. Il gioco per un'ora scivola che è una bellezza, da dietro in avanti, da avanti all'indietro, da un lato all'altro, possesso della palla a tavoletta in pure stile Barcellona: dieci tiri in porta, salvataggi miracolosi del portiere honduregno, dodici calci d'angolo a uno. Xavi si conferma il più forte centrocampista del mondo, David Villa, neo acquisto catalano per 40 milioncini, devastante: è sua al 17' la serpentina in area con tiro da terra, cadendo, alla Van Basten, che sblocca il risultato. In corso d'opera Villa sbaglia anche un rigore. Cari cicaloni spagnoli, però giocare così tanto e così bene è una goduria per lo sguardo e per il palato ma segnare due soli gol è veramente uno sciupio.
Il Foglio sportivo - in corpore sano