C'entra molto la Fifa se gli arbitri prendono fischi per fiaschi

Beppe Di Corrado

Persino gli svizzeri a un certo punto hanno alzato la voce. Khalil Al Ghamdi, ecco il loro obiettivo. L'arbitro saudita di Svizzera-Cile, quello che ha visto un gomito di Valon Behrami appoggiato sul volto di un avversario. Rosso. Perché? In Sudafrica si sventola manco fosse una corrida. Rosso, rosso, rosso. Non s'è visto nulla di cattivo, però si sono viste le punizioni.

    Persino gli svizzeri a un certo punto hanno alzato la voce. Khalil Al Ghamdi, ecco il loro obiettivo. L'arbitro saudita di Svizzera-Cile, quello che ha visto un gomito di Valon Behrami appoggiato sul volto di un avversario. Rosso. Perché? In Sudafrica si sventola manco fosse una corrida. Rosso, rosso, rosso. Non s'è visto nulla di cattivo, però si sono viste le punizioni. Avevano detto che sarebbe stato un Mondiale da machi: botte e spallate, “alzati amico perché non ho finito, adesso arrivano le altre”. E' una coppa in cui non si può neanche toccare un avversario, altroché. Regolamento, come no. Però non c'è altro sport in cui quello che è scritto su un foglio di carta possa essere modificato dall'interpretazione. Quindi è colpa loro, punto. Colpa degli arbitri. Si rivoltano la Svizzera, l'Australia, la Costa d'Avorio. Noi no, solo perché finora abbiamo avuto vantaggi, come il rigore su De Rossi. Anche quello però è la dimostrazione dell'unica verità incontrovertibile di questo primo pezzo di Mondiale: gli arbitri sbagliano, gli arbitri condizionano i risultati, gli arbitri non sono all'altezza.

    Non è sempre colpa di chi si lamenta.
    Per niente. La Svizzera ha diritto di arrabbiarsi, sceglie i modi che crede, i toni che vuole, le parole che rendono meglio il concetto. Sono forti? Peccato per gli altri. “Cammello”, era il titolo di martedì di Blick. Cammello lui, Khalil Al Ghamdi, l'arbitro saudita che rischia di essere determinante per l'eliminazione della Svizzera dal Mondiale: “Un esotico dell'Arabia Saudita arbitra la nostra partita e sbaglia. Basta con questi esotici! Non ha senso che gente come Al Ghamdi arbitri una partita di un Mondiale. Farebbe meglio a portare al pascolo i cammelli nel deserto”, ha scritto il quotidiano elvetico che giudica uno scandalo l'espulsione dell'ex calciatore della Lazio. Ci sono parole che non piaceranno e però come glielo spieghi agli svizzeri che è un gioco, che l'arbitro può sbagliare come un calciatore? Non lo capiscono ed è comprensibile. Lo capiamo noi, lo capiscono tutti tranne la Fifa che non ha mai ammesso un errore nella sua vita e ovviamente non lo fa oggi. Testardi i burocrati del pallone, nonostante ogni quattro anni accada la stessa cosa, una specie di ciclo perverso che si nutre sempre della stessa domanda: ma che senso ha far gestire le partite della competizione più importante del mondo ad arbitri abituati a campionati mediocri. Razzismo arbitrale, sì.

    Non c'è niente di male, perché è peggio vedere le loro imbarazzanti prestazioni.
    Fischi mondiali, nel senso che siamo noi a fischiare chi fischia e la Fifa che permette lo scempio pallonaro di questi giorni. Sono così vigliacchi, i signori della federazione internazionale che il primo commento alla valanga di errori commessi in mondovisione dagli arbitri hanno replicato così: “Siamo molto, molto soddisfatti” per le performance dei fischietti. La voce che raddoppia la soddisfazione più assurda della storia dello sport è di José-María García-Aranda il quale parla di “alcune decisioni sbagliate”. Alcune? Ma che Mondiali vede? L'ha vista Stati Uniti-Slovenia? L'America rischia di non qualificarsi agli ottavi perché l'arbitro del Mali Koman Coulibaly le ha annullato un gol regolare. L'ipocrisia della Fifa esplode quando arrivano le decisioni. “Molto molto soddisfatti”, “qualche errore”, come no. Però Coulibaly ha già finito di arbitrare.

    Le norme della Fifa impongono agli arbitri di presentare le loro relazioni sulle partite, che vengono controllate da una commissione che poi le incrocia con le immagini delle partite. I giornali statunitensi ricordano come nel Mondiale 2006 l'arbitro inglese Graham Poll fu rispedito a casa per aver espulso il croato Simunic solo dopo il terzo cartellino giallo. L'America soffre in silenzio, però. Perché la questione arbitrale è troppo delicata perché la federazione Usa si esponga contro la Fifa. Non conviene per evitare di farsi possibili nemici che potrebbero poi danneggiare la candidatura americana nella corsa all'assegnazione dei Mondiali di calcio del 2018 o 2022. Tocca alla stampa, allora. Così persino il New York Times che non si occupa tutti i giorni di calcio e quando lo fa usa toni da asilo Mariuccia stavolta ha pestato metaforicamente la classe arbitrale di Sudafrica 2010. L'ha fatto elegantemente non dopo Slovenia-Stati Uniti, ma dopo Brasile-Costa d'Avorio. Il Nyt s'è scandalizzato per l'espulsione di Kaká, ridicola per tutto il mondo e specie per chi è abituato alla violenza di hockey e football americano. Il giornale newyorchese s'è chiesto quello che si chiedono molti: in una competizione tanto importante come la coppa del Mondo, è legittimo che ci possano essere errori così gravi? La Fifa non risponde perché non sa farlo. L'ha visto il gol di Fabiano? Due tocchi di mano nella stessa azione. Non visti dall'arbitro Lannou.

    Errori che la tv amplifica. Replay. Le cose che abbiamo visto di più in questi giorni sono le papere dei portieri e quelle degli arbitri. Si lamentano i tifosi, si lamentano i giornalisti, si lamentano i giocatori. Perché è stato espulso Miroslav Klose nella partita che la Germania ha perso con la Serbia? Il compagno Bastian Schweinsteiger non ha capito, come il resto del mondo: “Se a ogni match praticamente c'è un espulso, dovreste chiedervi che senso abbia una cosa del genere: è molto, molto strano”. E' impossibile giocare, è impossibile parlare. Il simbolo degli errori arbitrali dei Mondiali è sempre l'ecuadoriano Byron Moreno. Ingiustamente, perché quella Italia-Corea del sud del 2002 fu tutt'altro che sbagliata. Non fossimo stati protagonisti noi, avremmo giudicato Moreno un buon arbitro. Comunque meglio di tutti quelli visti finora al Mondiale sudafricano. Avete visto Rosetti? Rigore ed espulsione contro l'Australia nella partita col Ghana. Un disastro che ha distrutto il Mondiale di Kewell, il capitano australiano. Chi lo ripagherà? Nessuno, perché la Fifa tace e Rosetti non può parlare. L'errore di un arbitro è immodificabile. Stavolta arriva da uno considerato tra i migliori del mondo. I fischi mondiali ci accompagneranno ancora, fino alla finale. Ecco, chi la arbitrerà? Il primo nella lista è Massimo Busacca a 3,50. Poi c'è l'uruguaiano Larrionda, offerto a 4,35. Dietro di lui il belga De Bleeckere, quotato a 7,00. La poca fiducia sull'Italia come possibile finalista tiene basse le quote su Rosetti, offerto dal bookie Stanleybet a 8 volte la posta. E l'errore? Quello non conta? Evidentemente no, perché nessuno deve sbagliare tranne gli arbitri.