“Serve una New Left”

Così D'Alema si candida a fare del Pd un partito di euro compagni

Claudio Cerasa

I vivaci dibattiti sulla compatibilità della massoneria con il Partito democratico, e le polemiche sul profondo significato politico dell'espressione “compagni e compagni”, lasceranno presto spazio a un'altra disputa che promette di accendere il maggior partito dell'opposizione. La disputa nasce da una questione che nessuno dei tre segretari del Pd ha mai risolto definitivamente: la famosa collocazione europea del Partito democratico.

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    I vivaci dibattiti sulla compatibilità della massoneria con il Partito democratico, e le polemiche sul profondo significato politico dell'espressione “compagni e compagni”, lasceranno presto spazio a un'altra disputa che promette di accendere il maggior partito dell'opposizione. La disputa nasce da una questione che nessuno dei tre segretari del Pd ha mai risolto definitivamente: la famosa collocazione europea del Partito democratico. Il tema tornerà di attualità quando mercoledì prossimo Massimo D'Alema verrà eletto alla guida della fondazione politica più importante d'Europa (la Foundation for European Progressive Studies) e la domanda che gira con insistenza tra le stanze della sede del Pd di Largo del Nazareno è legata a un dubbio che tormenta la costola cattolica dei democratici italiani: “Ma non è che D'Alema con la scusa dell'Europa vuole farci diventare tutti compagni?”.

    Formalmente, oggi in Europa il Pd fa parte del gruppo dei Socialist
    i e Democratici europei senza però essere membro del Pse. Nell'attesa che questa posizione transitoria venga chiarita, sei cattolici del Pd si sono rifiutati di iscriversi al gruppo Pse-Pd e hanno scelto di essere rappresentati nel Partito democratico europeo (il gruppo di Bayrou-Rutelli). “Questo ping pong non è accettabile – dice il senatore mariniano del Pd Lucio D'Ubaldo – perché i socialisti europei sanno che il Pd non è un partito socialista. La nomina di D'Alema può e deve significare che si apre la porta a un processo di mutamento profondo del Pse, con l'inevitabile abbandono della cultura, della tradizione e della stessa simbologia socialista. Se non fosse così, non si capirebbe il ruolo di D'Alema e il luccichìo di questa nomina”. Mentre i cattodemocratici preannunciano una richiesta di chiarimenti ai massimi dirigenti del Partito democratico (già alla prossima direzione), in molti nel Pd si domandano che cosa farà davvero D'Alema in Europa. Noi lo abbiamo chiesto al segretario generale della fondazione ItalianiEuropei, Andrea Peruzy, e lui ci ha spiegato che “il compito della sinistra italiana è guidare l'Europa verso una nuova socialdemocrazia”.

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    • Claudio Cerasa Direttore
    • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.