Chi ha paura del partito degli euro compagni

Claudio Cerasa

Ieri lo abbiamo raccontato su questo giornale: la prossima nomina di Massimo D'Alema alla guida della fondazione politica più importante d'Europa (la Foundation for European Progressive Studies) ha aperto un succoso dibattito all'interno del maggior partito d'opposizione.

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    Ieri lo abbiamo raccontato su questo giornale: la prossima nomina di Massimo D'Alema alla guida della fondazione politica più importante d'Europa (la Foundation for European Progressive Studies) ha aperto un succoso dibattito all'interno del maggior partito d'opposizione. La costola cattolica del Partito democratico teme che l'arrivo di D'Alema alla Feps possa contribuire a deviare eccessivamente a sinistra la rotta del Pd e i timori dei cattodemocratici sono legati a una semplice questione di fondo: se il principale ispiratore del segretario del Pd ha intenzione di contribuire alla rinascita di una nuova socialdemocrazia, che garanzia abbiamo noi cattolici di non ritrovarci un giorno in un partito in cui tutti si chiamano compagni?

    Per tentare di sviscerare le idee che mettono così in apprensione una parte consistente del Pd abbiamo chiesto a uno degli ideologi del dalemismo – Andrea Peruzy, segretario generale di Italianieuropei – di intervenire per spiegare cosa si intende oggi quando nel Pd si parla di un necessario ritorno a una “New Left”. L'articolo di Peruzy è stato pubblicato ieri e ha fatto discutere: i popolari minacciano ora di chiedere a Pier Luigi Bersani chiarimenti sul ruolo di D'Alema in Europa e c'è qualcuno che si spinge a dire qualcosa di più. “Il tentativo di far viaggiare il Pd sul binario della socialdemocrazia – ci dice il senatore Giorgio Tonini – rischia di stravolgere la stessa idea fondante del Partito democratico.

    Dobbiamo ricordarci che noi siamo nati per sintetizzare tutte le culture del centrosinistra e non certo quelle vetero socialiste. La nomina di D'Alema avrà un forte impatto all'interno della vita del nostro partito ma per quanto mi riguarda non si può dire certo che il dalemismo oggi sia un sinonimo della parola democratico”. E sempre su questo tema, domani interverrà sul Foglio uno degli autori del manifesto dei valori del Pd (Mauro Ceruti) che spiegherà perché con la storia del socialismo D'Alema non fa affatto un grande favore al Pd.

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    • Claudio Cerasa Direttore
    • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.