Ecco il passo indietro di Google sulla Cina

Giulia Pompili

Dopo l'annuncio dello scorso gennaio, Google fa un passo indietro nella battaglia telematica che si sta consumando con la Cina. Tra ventiquattro ore scadrà la licenza per quanto riguarda i servizi offerti a Pechino. Nel tentativo di recuperare il rapporto con il governo asiatico, il colosso di Moutain View ha deciso di non effettuare più il redirect sulla pagina di Hong Kong.

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    Dopo l'annuncio dello scorso gennaio, Google fa un passo indietro nella battaglia telematica che si sta consumando con la Cina. Tra ventiquattro ore scadrà la licenza per quanto riguarda i servizi offerti a Pechino. Nel tentativo di recuperare il rapporto con il governo asiatico, il colosso di Moutain View ha deciso di non effettuare più il redirect sulla pagina di Hong Kong per chi si collegasse su google.cn, ma di creare una pagina intermedia con l'immagine della vecchia home cinese. Il compromesso nasce dopo un post di David Drummond, capo dell'ufficio legale di Google, che qualche giorno fa nel suo blog si era detto convinto che la Cina non avrebbe rinnovato la licenza, costringendo il motore di ricerca a eliminare definitamene tutti i servizi offerti.

    A gennaio Google aveva deciso di chiudere la propria estensione cinese, dopo l'ennesimo attacco haker proveniente proprio dalla Cina (nel quale si pensava fosse coinvolto anche il governo) e a seguito dei ripetuti atti di censura. Attualmente, secondo Google, in Cina sono totalmente o parzialmente bloccati YouTube, Sites, Blogger, Picasa, Docs e Groups, eppure il mercato è appetibile, essendo il più numeroso al mondo. Tanto vale un compromesso etico.

    Come azienda vogliamo rendere le informazioni disponibili agli utenti ovunque, compresa la Cina, ha scritto Drummond, è per questo che abbiamo lavorato così duramente per mantenere in vita Google.cn, così come per continuare il nostro lavoro di ricerca e sviluppo in Cina”. Intanto la Cina si mette all'opera e Baidu, il motore di ricerca concorrente di Google ma i cui risultati sono controllati dal governo, sta per assumere almeno trenta ingegneri americani per evolvere i propri servizi.

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    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.