"Il miraggio della trasparenza a ogni costo è pericoloso"
A dirlo non è un difensore di Berlusconi o della cricca e i suoi segreti, ma un avvocato francese, che da anni riflette sulle disfunzioni della giustizia nel mondo contemporaneo. “Se non si pone un freno a questa corsa forzata verso la trasparenza, vivremo giorni difficili”, scrive su Le Monde Daniel Soulez Larivière, prendendo spunto dalle registrazioni pirata delle conversazioni private di Liliale Bettencourt, realizzate in casa della miliardaria azionista di maggioranza di L'Oréal, da un maggiordomo risentito e indelicato.
A dirlo non è un difensore di Berlusconi o della cricca e i suoi segreti, ma un avvocato francese, che da anni riflette sulle disfunzioni della giustizia nel mondo contemporaneo. “Se non si pone un freno a questa corsa forzata verso la trasparenza, vivremo giorni difficili”, scrive su Le Monde Daniel Soulez Larivière, prendendo spunto dalle registrazioni pirata delle conversazioni private di Liliale Bettencourt, realizzate in casa della miliardaria azionista di maggioranza di L'Oréal, da un maggiordomo risentito e indelicato. Anche per DSL, come per l'avvocato di Mme Bettencourt, Geroges Kiejman, che ha sporto denuncia per furto, falsa testimonianza e violazione della privacy, la trasparenza assoluta mette in questione la barriera tra pubblico e privato che invece deve restare irriducibile. “La trasparenza non è un concetto virtuoso suscettibile di spezzare questa barriera” scrive il DSL. “Una società che non accetta questo principio frustrante è perduta. La nostra l'ignora, ed è questo che la fa sfaldare, perché nella promiscuità, gli esseri umani finiscono per disgustarsi gli uni degli altri”.
Per scongiurare l'evenienza che Soulez Larivière paragona a un “suicido collettivo”, citando come esempio il film tedesco sulla Stasi nella Rda, “Le vite degli altri”, bisogna ricostruire nei media, nella testa della gente, dei magistrati, degli avvocati, dei cittadini, un muro per tenere separati lo spazio pubblico dallo spazio privato. “Nessuno è innocente, come sapeva già l'Inquisizione, e ognuno di noi lo può scoprire con la moltiplicazione degli strumenti offerta dalla tecnologia. Ma pochi capiscono che non bisogna guardare dal buco della serratura, frugare nelle tasche dei vicini, mettersi a origliare di nascosto. Una volta queste cose le insegnavano ai bambini. Adesso sono gli adulti a ignorarle. Ricordiamoci però che la trasparenza assoluta è la morte, e infatti non c'è più niente da vedere, dunque tutto è in mostra. La società trasparente è una società di morte, una società morta e mortifera”.
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