La Germania meno tedesca di sempre passeggia sui resti di Maradona

Piero Vietti

Bastano tre minuti e si capisce che sarà un'altra Germania-Inghilterra, ma senza gol della bandiera e rete fantasma cui attaccare le proprie recriminazioni. Questa Germania così poco tedesca passeggia su un'Argentina che di colpo sembra essere tornata quella delle qualificazioni (sconfitta 6-1 in Bolivia, per capire).

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    Bastano tre minuti e si capisce che sarà un'altra Germania-Inghilterra, ma senza gol della bandiera e rete fantasma cui attaccare le proprie recriminazioni. Questa Germania così poco tedesca passeggia su un'Argentina che di colpo sembra essere tornata quella delle qualificazioni (sconfitta 6-1 in Bolivia, per capire). Messi non aggiunge una "a" alla fine del suo cognome e Maradona non abbraccerà più i suoi giocatori sudati a fine gara.

    Pronti via per Moeller è troppo facile spizzare di testa un traversone che arriva da sinistra e far fare la figura del fesso al capelluto portiere Romero. Il primo tempo potrebbe finire qui, ciò che segue è un attacco sterile continuo dei sudamericani e qualche bella ripartenza di tedeschi.

    Il secondo tempo si apre con Mascherano che chiama la squadra a raccolta prima del tunnel per rientrare in campo: tutti abbracciati, carichi il giusto. Messi sembra avere le idee un po' più chiare, ma l'illusione dura meno di mezz'ora. Tevez si sbatte ma non punge, Di Maria prova a tirare da fuori e sfiora il palo; poi ci prende gusto e tira anche quando non dovrebbe. La Germania si difende senza patemi e al momento giusto Klose punisce gli argentini stoppando a mezzo metro dalla porta un cross rasoterra di Moeller e appoggiandolo in porta.

    Maradona smette di agitarsi, è chiaro che a questo punto c'è poco da fare. C'è ancora il tempo per un'azione di Schweinsteiger che sembra il Maradona dell'86. Entra in area dribblando anche se stesso, i difensori argentini stanno a guardare: tocco in mezzo per Friedrich che segna il suo primo gol al Mondiale. Il 4-0 finale di Klose è buono per le statistiche e per punire oltre misura un Maradona impietrito sulla sua panchina. "Glia altri hanno parlato prima, noi parleremo in campo", aveva detto a inizio gara.

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    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.