Ecco il nuovo eroe prolife americano

Valentina Fizzotti

Ha ancora 45 giorni per decidere se mettere il veto sugli stanziamenti per la “pianificazione familiare” nel suo stato, ma intanto il battagliero governatore del New Jersey, il conservatore di ferro Chris Christie, cresciuto alla politica da Rudolph Giuliani, è già l'idolo assoluto dei prolife americani. Perché il primo governatore repubblicano in dodici anni ha messo in chiaro con un Parlamento a maggioranza democratica schiacciante che non gli va di essere preso in giro.

    Ha ancora 45 giorni per decidere se mettere il veto sugli stanziamenti per la “pianificazione familiare” nel suo stato, ma intanto il battagliero governatore del New Jersey, il conservatore di ferro Chris Christie, cresciuto alla politica da Rudolph Giuliani, è già l'idolo assoluto dei prolife americani. Perché il primo governatore repubblicano in dodici anni ha messo in chiaro con un Parlamento a maggioranza democratica schiacciante che non gli va di essere preso in giro (“Non venitemi a raccontare che qui si parla di mammografie”), e che con un buco da 11 miliardi i soldi alle cliniche abortiste private non sono certo una priorità. 

    “Lei dovrebbe vedermi quando sono davvero incazzato!
    –  ha detto Christie, classe 1962 e fisico parecchio corpulento, a una reporter locale che lo stuzzicava sul suo temperamento rude – Sono fatto così, prendere o lasciare”. Pare che non si sia mosso di un centimetro, mentre per giorni e notti battagliava con i democratici per far passare la sua finanziaria di lacrime e sangue. E nei  “il guerriero frugale”, come lo ha ribattezzato il Washington Times, è riuscito a firmare il primo budget del suo mandato, che taglia parecchio la spesa pubblica e gli ha fatto guadagnare attestati di stima dal suo Partito. “Abbiamo cercato di spalmare il dolore nella maniera più equa possibile”, ha spiegato in tv. Si dovrebbero iniziare “a trattare le persone come adulte e dir loro la verità: abbiamo un problema enorme – ha detto a colazione a due giornalisti del Politico davanti a due uova al formaggio – E questo vuol dire tagliare su un sacco di cose a cui o la gente si è abituata o che vorrebbe avere in un mondo ideale”.

    Fuori dalla finanziaria, però, è rimasta una norma accessoria
    che prevede il finanziamento di 7,5 milioni di dollari alle attività di “pianificazione familiare”. I soldi andrebbero a 58 cliniche che si occupano di contraccezione e interruzione volontaria di gravidanza, di cui ben 28 controllate dall'organizzazione Planned Parenthood, la più grande (e più ricca) lobby abortista d'America. L'organizzazione a suo favore ha tirato in ballo lo studio di un istituto simpatizzante, il Guttmacher Institut, che mette il New Jersey nella top ten degli stati americani per gravidanze fra minorenni e al secondo posto per il numero di aborti. Questo nonostante negli ultimi dieci anni Planned Parenthood abbia beneficiato di una pioggia milionaria di finanziamenti statali. I sostenitori della leggina per rifinanziamento ripetono ossessivamente che “i fondi non finanzieranno direttamente gli aborti ma piuttosto i servizi sanitari per le donne a basso reddito”, Christie ci crede pochissimo.

    Non ci sono soldi per nessuno, ha risposto il governatore, figuriamoci per questo. Visto poi che le donne del New Jersey “hanno a disposizione ottime strutture pubbliche che si occupano della loro salute”. A favore del rifinanziamento hanno votato 30 senatori su 40 e 42 deputati su 64 e Christie dirà la sua entro un mese e mezzo. Secondo Business Week, Christie non si è ancora pronunciato sulle sue intenzioni, mentre gli antiabortisti sono sicurissimi che non cederà (“Planned Parenthood non è una mucca sacra - sbottano – e dovrà sottostare ai tagli come tutti gli altri”).

    Di lui i prolife dicono che è coraggioso
    , “un guerriero delle battaglie giuste”. I commentatori politici scrivono che è uno diretto, senza filtro. Lui fa la guerra al big government e vorrebbe tanto spiegare ai suoi compagni di Partito che per rimettersi a nuovo bisogna dimostrare di essere quelli che non perdono di vista il registro di cassa (“Nessuno chiede il mio consiglio, ma se me lo chiedessero questo è quello che direi”). Sostiene di non essere “vittima dei demoni persecutori che ossessionavano Rudy Giuliani ed Eliot Spitzer” (rispettivamente ex sindaco ed ex governatore di New York) perché nonostante abbia fatto il procuratore per sette anni quella non è la sua vita (“Giuliani invece sì che ce l'aveva nel Dna, mi chiese se all'epoca ascoltare le registrazioni non fosse per me la cosa più bella del mondo”) e soprattutto che bisogna saper separare i due lavori (“Quando facevo il procuratore era più facile, non c'era democrazia. Io ero il capo e si faceva come dicevo io”). Si descrive come una “personalità forte” che dice le cose come stanno, ma continua a sostenere che fra questo ed essere un bullo ci sia molta differenza. Fra i repubblicani c'è chi lo vorrebbe in corsa per la Casa Bianca nel 2012 ma lui risponde di aver “già abbastanza da fare in New Jersey” e che come obiettivo, una volta lasciata la carica di governatore, a quello di candidarsi come presidente preferirebbe piuttosto quello di “fare soldi”.