Il trasversalismo è legge anche tra i magistrati

Caso Fofò, difendiamoci tra amici

Paolo Rodari

Che c'entra Piercamillo Davigo con Alfonso Marra inteso Fofò? Perché l'ex pm del pool anticorruzione di Milano e ora giudice in Cassazione difende, davanti al Csm, il presidente della Corte d'appello di Milano rimasto coinvolto nell'inchiesta della cosiddetta P3, loggia “marciume” secondo Paolo Flores d'Arcais e quelli di MicroMega? Scrive Flores d'Arcais: “Sulle ‘toghe di regime' si gioca quel che resta della civiltà del paese. Non c'è spazio per i Ponzio Pilato".

    Che c'entra Piercamillo Davigo con Alfonso Marra inteso Fofò? Perché l'ex pm del pool anticorruzione di Milano e ora giudice in Cassazione difende, davanti al Csm, il presidente della Corte d'appello di Milano rimasto coinvolto nell'inchiesta della cosiddetta P3, loggia “marciume” secondo Paolo Flores d'Arcais e quelli di MicroMega? Scrive Flores d'Arcais: “Sulle ‘toghe di regime' si gioca quel che resta della civiltà del paese. Non c'è spazio per i Ponzio Pilato. Chi non fa tutto quanto è in suo potere per estirpare il cancro è complice”. L'azione disciplinare contro Marra – sui cui pende un'accusa d'incompatibilità ambientale che, se dimostrata, comporta l'immediato trasferimento – è stata avviata dal procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito. A Marra viene contestato l'interessamento chiesto a Pasquale Lombardi per ottenere la propria nomina alla guida dell'ufficio giudiziario milanese. E poi, una volta eletto, di aver ricambiato il favore accettando di controllare il ricorso del presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, contro l'esclusione della sua lista dalle regionali del marzo scorso.

    E al difensore di Marra, a Davigo, già collega di Antonio Di Pietro e di Gherardo Colombo ai tempi di Mani pulite, verrà contestato qualcosa dal giro dei suoi estimatori? Bruno Tinti, ex magistrato oggi finanziatore e “opinionista giustizialista” del Fatto, confessa d'essere “colto di sorpresa”. “Al ‘problema Davigo' non ci avevo pensato”, dice. “Certo, Davigo resta il migliore, uno dei più retti, ma io al suo posto non avrei preso le difese di Marra. Questi l'ha fatta grossa”. Tinti è sorpreso, ma parla, il direttore del Fatto, Antonio Padellaro, ieri era invece dal dentista. Le idee chiare, come sempre, dimostra di averle, su MicroMega, ancora Flores: vuole purificare il Csm e chiede a Bersani di fare una scelta di “serietà e moralità”. Il Parlamento deve eleggere otto membri del Csm, cinque spettano alla maggioranza, tre all'opposizione “la quale stava già lavorando alla solita spartizione: uno al Pd, uno all'Idv, uno a Casini”. Di Pietro ha avanzato cinque nomi, “uno migliore dell'altro” secondo Flores: Borrelli, Cordero, Zagrebelsky, Grevi e Tinti. Bersani che farà, si domanda il giornalista e ideologo giacobino, “privilegerà il rapporto con Casini, che vuole Michele Vietti, dirigente Udc e già due volte sottosegretario nei governi Berlusconi?”. Flores ha un suggerimento: il Pd s'impunti nell'ostruzionismo contro Vietti, lasci il Cav. nella fretta di dover procedere alle nomine e nell'impossibilità di farle subito; poi, suggerisce, chissà che anche Fini non opti per un professore della propria area. Tombola.

    Ma intanto come la mettiamo con Davigo? Uno dei “magnifici cinque” di Mani pulite che difende uno della “loggia” Carboni. La difesa sembra essere, sì, un fatto dovuto, ma c'è di mezzo anche un rapporto personale tra i due. Trattandosi di un procedimento amministrativo, in base alle guarentigie della magistratura Davigo rivestirà il ruolo di assistente tecnico di Marra davanti alla Prima commissione del Csm. Tutto qui. Eppure la singolarità rimane. Chi è Marra? Un membro di Unicost, corrente di centro moderata, l'alternativa alle correnti di sinistra. Se pure, notano gli esperti, oggi i magistrati sono più affascinati dalle cordate che dalle ideologie.

    E chi è Davigo? Ci risponde l'ex pm e suo ex collega Gerardo D'Ambrosio, oggi senatore del Pd: “Davigo è un grande pm, che milita in una corrente moderata, quella di Magistratura indipendente”. Per D'Ambrosio “la difesa di un giudice di fronte alla commissione disciplinare viene sempre chiesta a un collega. Sono le regole. E un collega quando un amico chiede aiuto non si tira indietro”. E tuttavia c'è di più, ammette D'Ambrosio: “Davigo e Marra evidentemente sono amici. Davigo  è da sempre vicino al centrodestra. Ai tempi di Mani pulite era la sua presenza che faceva scricchiolare le accuse contro chi diceva che eravamo politicizzati. E' un ex collega che stimo molto. Professionale”.