Pubblicitarie per un giorno

Giulia Pompili

Abbiamo fatto qualche domanda a due nuovi giovani talenti scovati da Eni. Gio Pistone e Camilla Falsini sono due designer romane, e fanno parte della creativa Enizyme su cui punta la nuova comunicazione di Eni. Il "cartello d'artista" creato da Gio e Camilla, guida i cittadini all'energy store eni nel quartiere Quadraro a Roma. I pannelli allestiti, che misurano 2,35 per 1,70 metri, sono una vera e propria opera d'arte originale.

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    Abbiamo fatto qualche domanda a due nuovi giovani talenti scovati da Eni. Gio Pistone e Camilla Falsini sono due designer romane, e fanno parte della fucina creativa Enizyme su cui punta la nuova comunicazione di Eni. Il "cartello d'artista" creato da Gio e Camilla, guida i cittadini all'energy store eni nel quartiere Quadraro a Roma. I pannelli allestiti, che misurano 2,35 per 1,70 metri, sono una vera e propria opera d'arte originale.

    Protagoniste di entrambe le opere sono figure oniriche e surreali, risultato della riflessione sul concetto di energia: un mix perfetto di creatività e immaginazione, due valori che hanno l'aspirazione di rappresentare Eni. Le opere sono state realizzate disegnando in smalto e acrilico su legno.

    ***

    Che lavoro fai?

    Camilla Falsini: Lavoro con le immagini, ho iniziato come illustratrice, e cioè lavorando sempre in rapporto a un testo, una storia, un articolo. Da qualche anno però dipingo, facendo alcune mostre o esponendo in musei, ma mi piacerebbe in futuro lavorare in altri campi, sempre dipingendo: scenografie, mobili, supporti tridimensionali.

    Gio Pistone: disegno, dipingo, scolpisco

    Cosa vuol dire fare l'illustratrice-street artist oggi?

    Camilla Falsini: Per me vuol dire lavorare in campi molto diversi tra loro, sempre cercando di divertirmi in quello che faccio. Riuscire a vivere facendo questo penso sia un privilegio e una fortuna, e molte volte è difficile, si ha la sensazione di rimanere sempre un po' in bilico.

    Gio Pistone:
    Non sono prevalentemente una street-artist, direi più una disegnatrice: se poi dietro la mano c'è un muro, un foglio, uno schermo poco importa. Ciò che porta avanti il mio lavoro è il divertimento che trovo nel farlo.

    Cosa significa lavorare in coppia?


    Camilla Falsini: Cercare di lavorare insieme su un'idea riuscendo però poi a far emergere, oltre al contenuto comune, qualcosa di personale e distinto: due opere che abbiano senso da sole ma che trovino nell'altra, se prese insieme, un senso e una complementarità' sia stilistica che di contenuto.

    Gio Pistone: Ho sempre cercato delle collaborazioni nel lavoro, forse perchè trovo che oltre al lavoro solista che ho sempre portato avanti ci sia bisogno di un riscontro con altri per essere stimolati in direzioni mai esplorate. A volte si corre il rischio di assomigliarsi ma con Camilla riusciamo a mantenere sempre una nostra identità.

    Che legame c'è tra la tua arte e il territorio?

    Camilla Falsini: Non credo che la mia sia un'arte particolarmente connessa al territorio, in realtà nasce spesso da altro.

    Gio Pistone: Secondo me ce n'è poco, almeno in Italia. Spesso sui muri, oltre la street-art illegale, nascono pubblicità imolto brutte e l'immaginario urbano risulta molto povero di immagini fantasiose. Questo è una gran brutta perdita per l'Italia che fino al Rinascimento è stata ricca di arte e architettura visibile da tutti con una semplice passeggiata in centro.

    Quali sono i tuoi soggetti preferiti?

    Camilla Falsini: Animali, mostri, creature mitologiche, immaginarie, reali.

    Gio Pistone: Sono sempre stati personaggi della mia fantasia senza molti fronzoli e contorni, nudi e crudi, dotati di colori sgargianti e spesso delicati.

    Come crei l'idea per un'illustrazione?

    Camilla Falsini: Spesso un'idea nasce da stimoli esterni: un libro, un viaggio, oppure da qualcosa che potrebbe succedere ogni giorno, come trovare qualcosa per terra, o vedere una macchia sul muro. Comunque in genere mi stimolano molto la letteratura, l'arte medievale e i documentari sugli animali strani. Credo sia fondamentale la capacità di osservare, e ultimamente mi sono riscoperta una osservatrice molto paziente e affascinata di animali, insetti, pesci, piante, alghe...

    Gio Pistone:
    L'idea mi viene quasi subito alla seconda riga del testo, se c'è. Comunque sono sempre stata di pochi schizzi, pochi pensieri, molto di collegamenti mentali astratti e poi il lavoro finale-manuale è quasi sempre un tuffo in qualcosa che non so mai dove mi porterà.

    Cosa ti ha dato l'esperienza di Eni?

    Camilla Falsini: La consapevolezza che si può esprimere se stessi anche in un campo apparentemente molto lontano da quello artistico. Per fortuna ci è stata data libertà totale, e penso che questo sia dipeso dalla natura del tipo di comunicazione scelta dai pubblicitari.

    Gio Pistone: Mi è interessato piuttosto il tipo di campagna che si ricollega con la domanda su arte e territorio. C'è bisogno che i committenti inizino a chiamare artisti per curarsi di pubblicità,
    cartelloni, parchi giochi, disegni sui palazzi e tutto quello che si potrebbe inventare di visibile in una città, L'occhio ha bisogno di vedere cose belle, abituato come è ad essere bombardato di immagini tristi, catastrofiche e di degrado.

    La comunicazione pubblicitaria è visiva?

    Camilla Falsini: Non sempre, credo, ma spesso. A volte potrebbe trovare forme diverse, ad esempio un'azienda che scelga un approccio sostenibile e che lo promuova.

    Gio Pistone: Io credo di sì.

    A quali progetti stai lavorando in questo momento?

    Camilla Falsini: A breve io e Gio dovremo dipingere un'enorme peschereccio ad Ancona, nell'ambito della manifestazione artistica "Pop-up".

    Musica preferita mentre lavori?


    Camilla Falsini: Quella che si sposa meglio con l'umore o la giornata: musica hawaiana in una giornata di pioggia ad esempio.

    Gio Pistone: Sempre diversa anche perchè lavorando sempre con la musica ho bisogno di cambiarla continuamente, quindi veramente tutte, dalla classicca al grind, dalla cumbia alla techno.

    Libro sul comodino?

    Camilla Falsini: Al momento "Gargantua e Pantagruele" di Rabelais, è un libro fantastico scritto molti secoli fa, un capolavoro che racconta le gesta di due giganti. Il linguaggio e lo stile sono unici e, cosa per me molto importante, fa molto ridere.

    Gio Pistone: Attualmente L'isola del tesoro.

    Città preferita, dove vorresti vivere?

    Camilla Falsini: In questo momento vorrei vivere al di fuori di una città, in alta montagna. Comunque amo molto Roma e ci sto bene, anche perché vivo e lavoro in un bellissimo quartiere che sembra un paesino, io e Gio condividiamo un laboratorio a livello strada che sembra una bottega medievale.

    Gio Pistone: Oltre a Roma città come Istanbul, Marseille, Aadoro le città mediterranee.

    Qual è lo stato dell'arte in Italia?

    Camilla Falsini: Ci sono tantissimi artisti della mia età che sono bravissimi. Parlo soprattutto di street-artist, (termine che non mi piace molto ma che rende l'idea) o di artisti pop. Non parlo di artisti concettuali, è un tipo di arte di cui so poco e che non amo. Ci sono tante iniziative, piccole gallerie molto attive, però da parte delle istituzioni non vedo ancora molto spazio.

    Gio Pistone: Direi che quasi non c'è un mercato e questo ne sta provocando la morte.


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    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.